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Truffa di 600 milioni di euro da parte di banche d’affari ai danni dello stato
Publie le domenica 10 giugno 2007 par Open-Publishing1 commento
600 MILIONI DI EURO LA TRUFFA E FRODE FISCALE AI DANNI DELLO STATO DA PARTE DI GOLDMAN SACHS, J.P. MORGAN, LEHMAN BROTHERS

COMUNICATO STAMPA
600 MILIONI DI EURO LA TRUFFA E FRODE FISCALE AI DANNI DELLO STATO DA PARTE DI GOLDMAN SACHS,J.P. MORGAN,LEHMAN BROTHERS,BANCHE D’AFFARI CHE CONTINUANO A GODERE DI INACCETTABILI PROTEZIONI DA PARTE DEL MINISTRO PADOA SCHIOPPA. E’ UNO DEI PIU’ GRAVI SCANDALI ITALIANI, DENUNCIATO DA ADUSBEF, INDAGATO DALLE PROCURE,RIPRESO OGGI DALL’ESPRESSO, SUL QUALE E’ STATO MESSO IL SILENZIATORE,DA PARTE DI UNA STAMPA SERVILE DELLE BANCHE.
Se un povero pensionato,costretto a fare il secondo lavoro “in nero” per sbarcare il lunario , viene scoperto, è subito messo alla gogna e denunciato; se un piccolo commerciante, non rilascia la ricevuta fiscale (che deve essere sempre rilasciata) per un modesto importo, viene pesantemente multato rischiando anche la chiusura dell’attività commerciale; se grandi banche d’affari,frodano il fisco, quindi lo Stato ed i cittadini che contribuiscono a far funzionare i servizi pubblici mediante il pagamento delle tasse,per 600 milioni di euro (1.200 miliardi di vecchie lire), vengono addirittura premiate, perché contigue con il Governo ed il Ministero dell’Economia !
E’ una delle grandi vergogne,una macchia indelebile del Governo, lo scandalo delle maggiori banche d’affari, che hanno frodato il fisco italiano,quindi la totalità dei cittadini,per un controvalore di 600 milioni di euro,come risulta dall’indagine della Procura della Repubblica di Pescara, nell’operazione denominata “Easy Credit”, approfondita da un’inchiesta del settimanale L’Espresso,oggi in edicola,sul quale è stato messo il silenziatore,perché nuoce gravemente al Signor Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi,ex Goldamn Sachs , ed all’austero ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa,entrambi finti moralizzatori
In un esposto inviato alla Procura della Repubblica di Milano,sede legale di Godman Sachs, Adusbef scriveva: “Approfittando delle differenti legislazioni fiscali in vigore nei paesi europei, Goldman Sachs International, quarta banca d’affari nel mondo,che ha avuto – come si ribadisce- il vicepresidente ed attuale Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, responsabile per l’Europa nel periodo incriminato (2002-2005), ha attuato una ingegnosa truffa ai danni dello Stato italiano per la somma di 202 milioni di euro;
– Mediante un ingegnoso ma fraudolento sistema,Goldman Sachs, poco prima del periodo del distacco delle cedole,effettuava il trasferimento in altri Paesi (prevalentemente in Inghilterra) delle azioni di società italiane quotate in borsa, detenute anche da investitori istituzionali (fondi pensione e altro) in modo da creare le premesse per eludere la doppia imposizione fiscale.
– Quindi partiva la richiesto di rimborso, ma subito dopo i titoli tornavano in Italia. –
– L’operazione, denominata "Easy Credit" è stata denunciata dall’Agenzia delle Entrate,la cui sede legale è a Pescara, perché proprio in Abruzzo confluiscono le richieste di rimborso dei crediti di imposta;
– L’agenzia delle Entrate,insospettita da un’autentica valanga di domande di rimborso,oltre 40.000 (quarantamila) proveniente solo da Goldman Sachs, la cui sede legale per l’Italia è a Milano in Via Passaggio Centrale,2, ha così segnalato all’autorità giudiziaria un marchingegno truffaldino,che sarebbe stato messo in atto anche da altri soggetti stranieri residenti in Francia, ma operanti in Italia;
– Nonostante tali pesanti accuse di frode fiscale ai danni dello Stato, che Adusbef chiede di approfondire all’On.le Procura della Repubblica di Milano,competente per territorio,Goldman Sachs continua a godere in Italia di inusitati privilegi, ed invece di essere sospesa dall’Albo delle banche di riferimento del ministero dell’Economia in via cautelare, è stata scelta come banca capofila lo scorso settembre in occasione del bond lanciato dal Governo italiano per 3 miliardi di dollari.
– Come mai il Tesoro continua ad avvalersi di Goldam Sachs,banca di riferimento privilegiata, anche nel piazzamento dell’ultima emissione di global bond decennali da 3 miliardi di dollari, con scadenza 20 settembre 2016, in qualità di lead manager,assieme a Citigroup e Jp Morgan,la più fresca delle operazioni del ministero dell’economia avvenuta 2 giorni fa ? Come mai si privilegia Goldman Sachs invece delle banche italiane ed europee ? Come mai il ministro Padoa Schioppa, così rigoroso nella gestione dei conti dello Stato,abbia rinnovato il mandato alla Goldamn Sachs, che vede il prof. Mario Monti come alto dirigente per l’Europa,invece di depennarla per giusta causa dall’elenco delle banche di riferimento ?
– E’ gravissima la frode da 202 milioni di euro consumata a danno dello Stato italiano e dei contribuenti onesti,ma è ancor più grave che il signor ministro, l’austero Padoa Schioppa chiuda tutte e due gli occhi,per non vedere un grave danno agli interessi della collettività.
Per le suesposte ragioni Adusbef chiede all’on.le Procura della Repubblica l’apertura di una indagine volta ad accertare se,nei comportamenti descritti,non siano stati concretizzati gravissime violazioni a danno dello Stato volte a favorire interessi privati in atti pubblici e se gli interessi,pur legittimi di una banca d’affari,possano prevalere sugli interessi generali dell’Italia”.
E’ scandaloso ed inaccettabile che il Governo,ben a conoscenza della truffa non abbia chiarito una vicenda che coinvolge direttamente il Governatore della Banca d’Italia Draghi,come complice. Adusbef ha segnalato senza esito tale frode,in una lettera inviata al ministro Padoa Schioppa.in data 25.10.2006. Risulta che anche la Procura di Milano,abbia aperto un fascicolo.
Elio Lannutti (Presidente Adusbef)
Roma,1 giugno 2007
Al ministro dell’Economia
Dr. Tommaso Padoa Schioppa,
Via XX Settembre, 97
00187 R O M A
Oggetto: frode fiscale Goldman Sachs
Egregio signor Ministro,
abbiamo appreso che il ministero dell’Economia si è avvalsa di Goldman Sachs, come banca di riferimento privilegiata, anche nel piazzamento dell’ultima emissione di global bond decennali da 3 miliardi di dollari, con scadenza 20 settembre 2016, in qualità di lead manager, assieme a Citigroup e Jp Morgan.
Volevamo informarla,signor Ministro, che Goldman Sachs International, quarta banca d’affari nel mondo, è sotto processo da parte della Procura di Pescara per una ingegnosa truffa ai danni dello Stato per 202 milioni di euro. La banca infatti,che ha avuto come vice presidente e responsabile per l’Europa Mario Draghi,l’attuale Governatore di Banca d’Italia nel periodo incriminato (2002-2005), avrebbe messo in atto un meccanismo truffaldino con il quale le azioni di società italiane quotate in borsa, detenute anche da investitori istituzionali (come fondi pensione e altri), poco prima del periodo di distacco delle cedole dei dividendi, venivano “trasferite” in altri paesi, in prevalenza in Inghilterra, in modo da creare le premesse per evitare la doppia imposizione fiscale.
Quindi partiva la richiesta di rimborso, ma subito dopo i titoli tornavano in Italia. L’indagine denominata “Easy Credit”, tuttora in corso, che può portare a sviluppi clamorosi, potrebbe essere estinta (dal punto di vista fiscale,non penale ) se Goldman Sachs versa alle esangui casse del fisco italiano, la “miseria” di 202 milioni di euro.
Se negli Stati Uniti una banca viene solo sospettata di frode fiscale ai danni dello Stato, viene immediatamente depennata dalle banche di riferimento del Tesoro americano. Le chiediamo quindi, signor ministro di depennare Goldaman Sachs (che vede il prof. Mario Monti come alto dirigente per l’Europa), dall’elenco delle banche del Tesoro italiano per giusta causa,almeno fino a quando non sarà chiarita la vicenda giudiziaria e fiscale in tutti i suoi aspetti.
RingraziandoLa per l’attenzione, l’occasione è gradita per inviare
Deferenti saluti Elio Lannutti (Presidente Adusbef)
Roma,25.10.2006
Messaggi
1. Truffa di 600 milioni di euro da parte di banche d’affari ai danni dello stato, 13 giugno 2007, 19:22
Parmalat, rinviate a giudizio 4 banche straniere
Si tratta di Citigroup, Ubsm Deutsche Bank e Morgan Stanley
La prima udienza si terrà il prossimo 22 gennaio a Milano
MILANO - Quattro banche straniere sono state rinviate a giudizio con l’accusa aggiotaggio per il crac Parmalat. Si tratta di Citigroup, Ubs, Deutsche Bank e Morgan Stanley. La prima udienza si terrà il prossimo 22 gennaio davanti alla seconda sezione penale del tribunale di Milano. Il prossimo 18 giugno, invece, il gup milanese dovrebbe decidere sulla richiesta di patteggiamento di Nextra e dei suoi quattro funzionari, già avanzata nelle scorse settimane.
Citigroup, in una nota, si è detta convinta che "il vaglio dibattimentale consentirà di accertare l’estraneità ai fatti contestati". "Citigroup - si legge nella nota - e il proprio dirigente, Paolo Botta, certi che la decisione del Gup sia stata determinata dalla ben nota limitazione probatoria che caratterizza l’udienza preliminare, ribadiscono la loro totale fiducia nella giustizia. Essi sono infatti certi che il vaglio dibattimentale consentirà di accertare la loro totale estraneità ai fatti contestati e confermerà che Citi fu parte offesa della più grave bancarotta fraudolenta della storia italiana del dopoguerra".
Mentre un legale di Ubs, l’avvocato Giuseppe Bana, ha osservato che "il giudice ha ritenuto applicabile la legge 231 (relativa alla responsabilità amministrativa dell’impresa, ndr) dando una sua interpretazione alla normativa e ritenendo soggette anche le banche straniere che non hanno sede in Italia. Si tratta di una interpretazione opinabile che andrà riproposta in dibattimento perché ci sono argomenti di segno opposto, rilevanti sotto il profilo giuridico, tali da giustificare una esclusione della giurisdizione italiana".
Anche Morgan Stanley da Londra ha ribadito la propria estraneità ai fatti: "Morgan Stanley ha condotto un riesame approfondito delle proprie operazioni con Parmalat, incluso il private placement effettuato nel giugno 2003. Morgan Stanley ritiene che queste operazioni, e la condotta dell’azienda e dei suoi dipendenti, siano state del tutto corrette e che ciascuna di queste transazioni sia stata avviata e portata a termine dopo un’appropriata due diligence e non essendo a conoscenza dell’insolvenza di Parmalat".
La vicenda Parmalat ha avuto inizio nel ’93, quando le indagini della magistratura hanno portato alla scoperta di fondi neri e flussi illeciti di contabilità, corrispondenti a un ’buco’ complessivo di 14 miliardi di euro non risultanti dalla contabilità ufficiale del gruppo. I processi hanno coinvolto anche i risparmiatori, che si sono ritrovati con obbligazioni di valore fortemente ridimensionato a causa del crac, e le banche che hanno provveduto al collegamento dei titoli, anche mentre gli illeciti stavano già emergendo.
(13 giugno 2007)
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