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– Turchia: la PACE sia con voi .
a cura di Paolo De Gregorio – 19 aprile 2007
20.000 cattolici e 3.500 protestanti di fronte a quasi 70 milioni di musulmani. Questi i numeri in Turchia.
Essendo ateo e non tifando per nessuna religione, osservo che dietro ogni guerra, ogni intolleranza, ogni (evitabile) tensione, vi è il fanatismo religioso che rende endemici e inconciliabili i conflitti.
Resta totalmente incomprensibile, almeno per me, come un cinico guerrafondaio come Bush possa tranquillamente coniugare le sue guerre con il tassativo ordine di “NON UCCIDERE” che la sua fede cristiana gli impone, forse con l’attenuante che prima di lui già i crociati e la Chiesa si fecero beffa del comandamento divino, e più eretici e blasfemi dei laici, uccisero, torturano, colonizzarono, fecero guerre di religione, inquisirono in nome di Dio e dell’amore universale.
E non comprendo come sia potuto succedere che i rappresentanti di Dio in terra abbiano avuto l’inaudita arroganza di mettersi sotto le scarpe i comandamenti divini, non posso capire come mai i cristiani non se ne vanno dalla Turchia, se non comincio a ragionare sul turpe terreno del calcolo politico e delle prossime guerre di religione.
Dopo l’uccisione di Don Santoro a Trebisonda nel 2006, in un clima che risente della aggressione al confinante Iraq da parte occidentale, con la cinquantennale guerra di Israele contro i palestinesi, con la recente distruzione del Libano, con le minacce all’Iran, anche un cieco vedrebbe che il mondo islamico si sta radicalizzando contro l’Occidente, e forse stampare e distribuire Bibbie in Turchia e venderle per strada cercando di fare proseliti, più che una cretinata, sembra una provocazione studiata.
Vi è, infatti, una situazione in Turchia molto delicata, in cui laici e militari da una parte e islamici dall’altra, si fronteggiano con numeri quasi alla pari, e il prossimo mese vi saranno le elezioni presidenziali che stabiliranno se la Turchia avrà un piede in Europa o sarà attratta dalla rivoluzione islamica.
Soffiare sul fuoco di un forte sentimento anticristiano in Turchia e sperare in qualche “martire” non mi sembra proprio una idea di pace.
Tra l’altro, proprio oggi, un certo Daniel Pipes, considerato uno dei massimi islamisti americani, consiglia Bush e la comunità atlantica che “farebbero bene ad analizzare invece quali sarebbero le conseguenze di una Turchia islamica per il Medio Oriente” (intervista sul Corriere della Sera di Ennio Caretto).
A essere un po’ maliziosi, si potrebbe vedere un disegno di imperialisti e preti di fare pressioni di vario tipo perché la Turchia non diventi la porta dell’Islam in Europa quando gli occidentali saranno (sicuramente) cacciati dall’Iraq e dell’Afghanistan.
Questi “suggerimenti” a Bush di “occuparsi” della Turchia e dei “martiri cristiani” mi suona male, e mi sembra un ennesimo attacco alla autonomia e al peso dell’Europa che, sempre il signor Pipes definisce “debole sul piano politico e demografico, e intellettualmente rimasta agli anni Sessanta”.
A noi europei, invece, piace pensare ad una Europa pacifica, libera finalmente dal ricatto delle basi americane e della Nato, che dialoga con l’Islam e ci fa anche affari, paga il petrolio in Euro, e vede nel patto Atlantico e nell’essere a rimorchio della politica Usa un enorme danno alla propria dignità e al proprio sviluppo.
Paolo De Gregorio