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UE, FIOM: FERMARE DIRETTIVE BOLKENSTEIN E ORARI

Publie le giovedì 28 ottobre 2004 par Open-Publishing

Secondo la Fiom due direttive dell’Unione europea, in discussione in questo
periodo, possono produrre seri danni ai diritti dei lavoratori e alla
contrattazione sindacale. La revisione della Direttiva sugli orari peggiora
ancora normative che hanno allargato flessibilità selvagge nei tempi di
lavoro. I metalmeccanici della Cgil sottolineano che la flessibilità a 48
ore settimanali si estenderebbe all’intera durata dell’anno, mentre si
darebbe la possibilità di deroghe individuali all’orario settimanale fino a
65 ore. Inoltre si peggiorerebbe ulteriormente la condizione dei lavoratori
a chiamata e di coloro che non hanno un orario definito.

La nuova Direttiva
sugli orari è per la Fiom ’inaccettabile: distrugge i Contratti nazionali e
crea lo spazio per l’assoluto arbitrio negli orari settimanali, per la loro
totale individualizzazione. Questa Direttiva va quindi messa radicalmente in
discussione: la Fiom chiede a tutte le forze politiche di attivarsi affinché
non vengano messi in forse fondamentali diritti dei lavoratori’. La
Segreteria nazionale della Fiom aderisce poi con convinzione alla campagna,
lanciata nel corso del Social Forum di Londra, per fermare un’altra
direttiva dell’Unione europea, la cosiddetta direttiva Bolkenstein. Questo
testo, approvato dalla Commissione europea il 13 gennaio scorso, verrà
discusso nel Parlamento europeo a partire dal prossimo 11 novembre.

Questo
iter procedurale si concluderà, presumibilmente, nella primavera del 2005.
La gravità della direttiva Bolkenstein è che essa scardina i principi di
solidarietà e di eguaglianza, di estensione dei diritti sociali e del
lavoro, che dovrebbero stare alla base dell’Unione e che sono fondamentali
per molte Costituzioni, compresa quella della Repubblica italiana. La
Direttiva, nel nome dell’estensione del libero mercato e della libera
concorrenza, afferma il principio della più selvaggia delle competizioni sul
piano dei servizi, delle attività economiche, dei rapporti di lavoro.

Molti
sono i punti inaccettabili della direttiva Bolkenstein, ma quello più grave
è contenuto nell’articolo 16, relativo al principio del paese d’origine.
Secondo questo nuovo principio, un fornitore di servizi è sottoposto
esclusivamente alla legge del paese in cui ha sede l’impresa, e non a quella
del paese dove fornisce il servizio. Un’impresa può quindi assumere i
lavoratori in uno Stato e poi trasferirli in un altro, mantenendo leggi,
contratti, norme di sicurezza e di controllo del paese d’origine.

Si può
così realizzare un gigantesco caporalato europeo, perfettamente legalizzato,
dove i lavoratori vengono assunti nei paesi a più basso salario e con meno
diritti e, poi, trasferiti nei paesi ove le condizioni di lavoro sarebbero
migliori, senza che questo produca però nessun mutamento nella loro
situazione. E’ chiaro che, per questa via, si scardinano i contratti, le
norme di legge e quelle di sicurezza, creando un meccanismo di concorrenza
selvaggia tra imprese e lavoratori che porta allo smantellamento dei diritti
sociali europei.

La Fiom ritiene necessaria la cancellazione di questa
Direttiva e chiede ai movimenti sociali e alle forze politiche di far sì che
un tema di questa portata non sia affrontato dalle istituzioni tenendo all’
oscuro gran parte dell’opinione pubblica. La Fiom impegna tutte le proprie
organizzazioni a partecipare alla campagna di mobilitazione per conoscere e
fermare la direttiva sugli orari e la direttiva Bolkenstein e per
riaffermare quei principi di solidarietà sociale e di uguaglianza dei
diritti che devono essere alla base dell’Unione europea.