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UNDER ATTACK Libera informazione sotto attacco

Publie le domenica 10 ottobre 2004 par Open-Publishing

UNDER ATTACK
Libera informazione sotto attacco

di Marco c.

Il sequestro di due server che ospitavano molti siti di Indymedia, operato ieri dall’FBI nel Regno Unito, è una di quelle azioni che oltre a provocare l’indignazione di chiunque creda ancora nella libertà di espressione, non manca di sollevare alcuni spunti di riflessione estremamente rilevanti.
La prima impressione dinanzi ad un atto di forza, compiuto con tanta decisione è quella di un radicale salto di qualità da parte della macchina di repressione e controllo che fa capo ai grandi poteri.
La televisione e la carta stampata sono sistemi ermeticamente chiusi all’esterno, attraverso i quali vengono accuratamente costruite, selezionate e veicolate le informazioni deputate alla creazione di una realtà di comodo da instillare nella testa di ciascuno di noi, come unica ed incontrovertibile.
Il web si è rivelato in questi anni l’unico mezzo disponibile per chi intendesse perseguire un progetto d’informazione alternativa ai media irreggimentati dal potere. Solo sul web, fino ad oggi, con l’ausilio di poche lire e molta buona volontà è stato possibile creare degli spazi (virtuali) all’interno dei quali si potesse esprimere il libero pensiero, senza che questo fosse assoggettato alle logiche del capitale che inevitabilmente avrebbero finito per spegnerlo ed appiattirne la consistenza....

La rete si è in questi anni rivelata un incredibile strumento di aggregazione, di espressione, di libera opinione, talvolta di vero e proprio dissenso nei confronti delle istituzioni e dei grandi potentati politico economici mondiali.
Questa situazione poteva essere facilmente tollerata da chi gestisce il potere, quando a fruire del web era solo una minoranza tutto sommato risibile della popolazione; lo sta diventando sempre meno ora che l’accessibilità ad internet sta conoscendo una crescita esponenziale ed un sempre maggior numero di persone si sta accostando al web con interesse.

Il potere che fino ad oggi si è limitato a reprimere e controllare la rete boicottando i siti più scomodi in maniera indiretta, mantenendo tutto sommato un atteggiamento di basso profilo, sembra adesso intenzionato ad imboccare una via totalmente diversa.
Il sequestro dei due hard disk facenti capo ad Indymedia, all’interno dei quali erano contenute anche molte mailing list ed una grossa quantità di dati personali, indica inequivocabilmente l’assoluta mancanza di ogni rispetto per la privacy e la propensione ad adottare una linea di confronto con l’universo della controinformazione, basata unicamente sulla censura.
I termini della vicenda, soprattutto se le letti in propensione futura, si fanno ancora più inquietanti se pensiamo che a quasi due giorni dall’accaduto, nessuno si è ancora sentito in dovere di spiegare le reali motivazioni del sequestro.

L’attacco portato ad Indymedia da parte dell’FBI, a quanto pare su richiesta dei governi italiano e svizzero, è in realtà un attacco a tutta l’informazione altra presente sul web.
Un attacco tanto più subdolo e vigliacco in quanto messo in essere senza neppure premurarsi di addurre le ragioni dello stesso.
Quasi un monito rivolto a tutti coloro che si spendono nel difficile lavoro di portare avanti progetti di controinformazione, nel tentativo di contrastare l’egemonia dei media di regime.
Un monito che come unica risposta riceverà solo la nostra consapevolezza che non ci lasceremo intimidire né ora né mai!

http://www.triburibelli.net/sito/modules/news/article.php?storyid=1031