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UNICREDIT/ IL 6 RIPARTE CONFRONTO AZIENDA-SINDACATI SU FUSIONE
Publie le mercoledì 5 settembre 2007 par Open-Publishing2 commenti
Falcri: sul tavolo armonizzazione dei trattamenti dei dipendenti
Roma, 4 set. (Apcom) - Il 6 settembre riprende a Milano il confronto fra azienda e organizzazioni sindacali in merito al processo di integrazione di UniCredit e Capitalia. Sul tavolo, si legge in una nota di Falcri, l’armonizzazione dei trattamenti dei dipendenti, sulla scorta del "Protocollo di gestione del processo di integrazione del nuovo Gruppo Unicredit", firmato il 3 agosto e destinato a far da guida nelle prossime fasi del piano di aggregazione.
"L’avvio del confronto sindacale - sottolinea Aleardo Pelacchi, Segretario Nazionale Falcri- è stato certamente irrituale: le organizzazioni sindacali hanno accettato di attivare una modalità di trattativa anomala, anticipatrice rispetto ai tempi di presentazione del piano industriale che è atteso solo per i primi mesi del 2008. Una scelta finalizzata ad individuare più facilmente e preventivamente le aree di maggiore criticità dal punto di vista occupazionale che dovessero emergere, con un’attenzione specifica su quelle realtà nelle quali la concentrazione di personale è più alta e dove, quindi, spostare attività lavorative per meglio gestire l’impatto degli effetti dell’attuazione del piano di uscite volontarie e del processo di aggregazione".
L’Accordo del 3 agosto scorso, continua la nota del sindacato dei bancari," ha consentito di consolidare, in una dimensione sempre più articolata e complessa, le garanzie occupazionali per tutti i lavoratori del nuovo gruppo". E’ inoltre "significativo - prosegue la nota - avere iniziato il percorso di fusione ribadendo il principio della volontarietà nelle uscite ed avere previsto importanti garanzie e significativi momenti di confronto sindacale con una verifica puntuale e sistematica di tutte le fasi di realizzazione del piano".
"Compito delle organizzazioni sindacali - prosegue Pelacchi - sarà quello di monitorare e seguire costantemente il percorso di integrazione, valorizzando al massimo i previsti incontri di verifica per poter intervenire in tutti quei casi in cui le uscite dovessero mettere in discussione equilibri lavorativi molto spesso già precari, e non far ricadere su chi resta i problemi della riorganizzazione del gruppo. All’ampliamento del perimetro di riferimento dovrà corrispondere un maggiore consolidamento delle società-prodotto, senza trascurare i poli delle società già esistenti. In questo senso è comunque importante avere individuato dei limiti in caso di delocalizzazioni estere di lavorazioni generate in Italia".
Per la Falcri, politicamente e socialmente rilevante, è il segnale dato a favore della creazione di un’occupazione stabile nell’intero gruppo attraverso la trasformazione a tempo indeterminato dei contratti di lavoro a tempo determinato, di apprendistato e di inserimento attualmente esistenti. Il sindacato si impegnerà affinché "i benefici derivanti da questa nuova grande aggregazione vengano equamente redistribuiti su tutti i lavoratori del gruppo e sulla clientela, e non soltanto sul management e sugli azionisti".
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1. UNICREDIT/ IL 6 RIPARTE CONFRONTO AZIENDA-SINDACATI SU FUSIONE, 6 settembre 2007, 09:04
Dopo il confronto alla fine andrà a finire come sempre !! Le fusioni ed i riassetti societari più in generale rientrano storicamente nelle strategie finalizzate a tagliare posti di lavoro e far fuori i quadri dirigenziali in eccedenza o che in qualche modo avevano ostacolato questo tipo di operazioni !! Raramente gli utenti o i clienti ( e ancora meno i dipendenti !! ) di queste Società traggono benefici da queste iniziative , che mirano solo a formare grandi concentrazioni oligopolistiche , annullando di fatto la libera concorrenza ed imponendo regimi di trattamento a livello di rapina ( e talvolta di usura ) !!! Gli accordi con i sindacati, che spesso sono obbligati, sotto ricatto, a sottoscrivere, servono solo a tamponare nel breve periodo gli effetti perversi di queste operazioni sui livelli occupazionali, finendo, se va bene, col tutelare solo i già occupati , senza fornire alcuna garanzia sugli esiti dell’operazione nel lungo periodo !!
MaxVinella
1. UNICREDIT/ IL 6 RIPARTE CONFRONTO AZIENDA-SINDACATI SU FUSIONE, 6 settembre 2007, 09:44
In un mercato finanziario unico come quello europeo ogni piccola banca rappresenta un’allettante prospettiva di acquisizione da parte dei grandi gruppi francesi, olandesi, spagnoli, eccetera. Il capitale azionario è facilmente scalabile, e inoltre le banche italiane sono piene di contante. Di conseguenza le maxifusioni tra gruppi italiani, rispondono si a logiche di taglio dei costi (con vantaggi quanto mai dubbi per i clienti), ma vi è anche una ragione strategica a resistere alla presenza aggressiva straniera, e possibilmente a contrattaccare oltrefrontiera, ad esempio nei paesi dell’Europa del’Est che sono ancora praterie di caccia.
Questo per dire che le tendenze al monopolio sono insite nell’Europa di Maastricht, e mai come nei comparti creditizi e assicurativi. Riproponendo una volta ancora il paradosso che mercati unici creati per agevolare la concorrenza finiscono per uccidere la concorrenza stessa per eliminazione degli operatori economici stessi in un processo di formazione dei monopoli.
Il contrasto tra i principi del libero scambio (secondo l’ideologia ufficiale dominante) e le prassi e le tendenze reali dell’economia vera, e non quella dei manuali di economia politica che indulgono nelle teorie neoclassiche, è assolutamente evidente dal tono di ammirazioe con cui tutta l’informazione economica segue i processi di maxifusione nel settore bancario. Come se Adam Smith e David Ricardo, trasportati attraverso il tempo ai giorni nostri, potrebbero mai essere contenti di assistere al declino della concorrenza e al sorgere di potentati economici capaci di imporre le loro condizioni al mercato.
Gianluca Bifolchi