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Ultimo licenziamento di Sgarbio

Publie le venerdì 9 maggio 2008 par Open-Publishing
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La Moratti licenzia Sgarbio, ritirandogli le deleghe dell’assessorato alla Cultura ed escludendolo dalla Giunta, per continua mancanza di rispetto alla Giunta stessa e ai cittadini, avendo costui assunto in più occasioni atteggiamenti non consoni al suo ruolo così da infamare Sindaco e Giunta, scatenando solo risse.

L’autorchico Sgarbio considera ‘irricevibile’ il licenziamento imputandolo alla sua comparsata (indecente) ad Annozero (grazie Santoro!) dicendo che Berlusconi, Bossi, Maroni e Castelli avrebbero fatto come lui (pensi per sé!) e che non faceva altro che riportare la posizione del Pdl (partito delle parolacce in libertà).

"Se il sindaco di Milano non capisce lo spirito del Popolo delle Libertà - ha detto l’infoiato Sgarbio- allora si pone un problema politico. Io non ho fatto che esprimere le opinioni della mia parte politica". (Gli si può obiettare che nemmeno la sua parte politica riesce a scendere tanto in basso). E imputa il suo licenziamento anche all’aver difeso uno spettacolo gay che la Moratti aveva vietato, cosa che non ha fatto per difendere la causa gay ma solo per rompere le palle.

Scrive un bloggher: “La Moratti non gradisce esternazioni colorite infarcite di parolacce e men che meno atti di arroganza e di superbia come quello che oggi hanno determinato la trombata. Non si hanno notizie di reazioni da parte di Sgarbi, anche se m’immagino gli smoccolamenti inevitabili da parte sua...”

Attualmente l’infoiato Sgarbio non puo’ sbraitare nulla alla stampa perché, dopo averlo chiuso in una camicia di forza, gli infermieri hanno deciso di tappargli anche la bocca, per continuare a giocare a scopone in pace. Chiamata alla svelta la fitta schiera di psicoanalisti di Sgarbio, che con le sue analisi interminabili si sono comprati una villa in Costa Azzurra ciascheduno.

Non si hanno commenti da Santoro-Travaglio, ma sembra che Annozero abbia ordinato una cassa di Dom Perignon, e in parecchi luoghi d’Italia si sono visti fuochi d’artificio.

Qualcuno ritiene che Scalfari stia scrivendo un editoriale a favore di Sgarbi, intitolato “L’uomo che non credeva in Beppe Grillo, ovvero: come difendere le cause perse”, ma l’editoriale sta assumendo l’ampiezza dell’enciclopedia britannica e quando sarà pubblicato, nessuno si ricorderà più chi è Sgarbi. E nemmeno Scalfari.

http>&&www.masadaweb.org

Messaggi

  • già... il problema è "CREDERE" in qualcuno o qualcosa... CREDRE, in questi tempi, pare avere molto a che fare con gli atti di fede... indipendentemente dal riferimento sia esso grillo, travaglio, sgarbi, berlusconi, dalema, vetroni, bertinotti... ancelotti, pato, il milan al completo... lapo... valentinorossi... ronaldo ed i trans... insomma siamo entrati nell’epoca in cui "SI CREDE" più che ragionare criticamente...

  • SGARBI E IL POPOLO DELLA LIBERTA’ PROVVISORIA

    Dopo aver assistito alla penultima puntata di "Anno Zero" (trasmessa il 1° maggio scorso), durante la quale l’irascibile e furioso Vittorio Sgarbi si è esplicato nelle sue consuete e grossolane esibizioni di intolleranza, nei suoi isterici e demenziali esercizi di "eleganza linguistica", suggerisco di rendere un caloroso omaggio e un pubblico encomio a quel fenomenale “campione” della "libertà provvisoria", primatista mondiale di imbecillità, turpiloquio televisivo ed arroganza "demo(n)cratica" che è il folle assessore-teppista e squadrista, villano e nevrotico "critico d’arte" (si fa per dire), nonché esponente politico criptofascista. Dobbiamo restituirgli pan per focaccia. Per cui propongo di dedicargli una sequenza di insulti ed epiteti degni della sua "illustre" e "squisita" persona, in omaggio anche al suo cognome esplicitamente insolente. Dunque, proclamo che Vittorio Sgarbi (naturalmente sono graditi e ben accetti vari suggerimenti in tal senso): è una discarica abusiva, un fesso esemplare, un immenso infame, è un zoticone e un cafone, un coglione incommensurabile e un emerito stronzo, una colossale testa di minchia, è un pirla all’ennesima potenza, un picio senza speranza, è un cretino da manuale, un idiota irrecuperabile, è uno psicolabile, un malato mentale affetto da demenza senile, è una latrina talmente sudicia e lorda da rendere estremamente arduo l’atto del defecare, è una merdaccia umana; è un cumulo di spazzatura napoletana: ci buttano dentro di tutto; quando Dio ha donato il cervello all’umanità, lui era in bagno; inoltre, Sgarbi ha talmente una faccia da culo che per curarsi le emorroidi si reca dal dentista; se la merda fosse oro, Sgarbi sarebbe un tesoro assai più prezioso e inestimabile delle opere d’arte che ha studiato (inutilmente, visti i risultati ottenuti), e via discorrendo. Solo ora mi rendo conto di aver scritto una sequela di innocui eufemismi almeno rispetto ai feroci vilipendi adoperati normalmente dallo specialista del turpiloquio Vittorio Sgarbi. Perciò ho deciso di incalzare ed intensificare l’invettiva verbale, rafforzando il tiro al bersaglio. Parafrasando il celebre sonetto "picaresco" scritto dal poeta dialettale Giuseppe Gioacchino Belli, intitolato "Er Padre de li Santi", aggiungo in vernacolo romanesco che:

    Sgarbi se pò ddì rradica, uscello
    Ciscio, nerbo, tortore, pennarolo,
    Pezzo de carne, manico, scetrolo,
    Asperge, cucuzzola e stennarello.

    Cavicchio, canaletto e cchiavistello,
    Er gionco, er guercio, er mio, nerchia, pirolo,
    Attaccapanni, moccolo, bbruggnolo,
    inguilla, torciorecchio, e mmanganello

    Zeppa e bbatocco, cavola e tturaccio,
    E mmaritozzo, e cannella, e ppipino,
    E ssalame, e sarsiccia, e ssanguinaccio.

    Poi scafa, canocchiale, arma, bbambino:
    Poi torzo, cesscimmano, catenaccio,
    Mànnola, e mmi’-fratello piccinino.

    E tte lascio perzino
    Ch’er mi dottore lo chiama cotale,
    Fallo, asta, verga, e mmembro naturale.

    Cuer vecchio de spezziale
    Disce Priapo; e la su’ mojje pene,
    Seggno per dio che nun je torna bbene.

    Vedi on line : Sgarbi e il popolo della libertà provvisoria