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Un’altra analisi su Berlusconi (ma non la solita)
Publie le lunedì 12 aprile 2010 par Open-Publishing1 commento
Su Berlusconi e’ stato ormai detto tutto e il contrario di tutto e non solo in Italia. E’ un personaggio famosissimo anche all’estero dove nessuno pare voglia perdere l’occasione di parlarne quando incontra un italiano chiedendo delucidazioni su questa figura assurda, grottesca, questa completa anomalia che si e’ creata chissa’ come e perche’. Un’anomalia inaccettabile, qualcosa di aberrante che noi italiani, non si sa perche’, continuiamo ad accettare passivamente. Il che e’ vero, ma fin dove arriva la differenza fra cio’ che e’ avviene in Italia e cio’ che avviene nel resto dell’occidente? Cioe’, qual e’ nello specifico questa anomalia?
Ma come! Risponderanno in molti, ma come? E’ il fatto che l’uomo piu’ ricco e’ anche il primo ministro ed e’ anche il proprietario dei principali mezzi d’informazione e cosi’ via... E nelle altre nazioni “illuminate” invece? Certo, negli Stati Uniti o in Inghilterra il presidente non si sognerebbe mai, ad esempio, di chiamare a destra e manca vari burocrati e lecchini per mettere a tacere un programma tv scomodo. Ma e’ anche vero che probabilmente nessun programma tv con una grande audience da quelle parti si sognerebbe di criticare seriamente il presidente! A meno che il presidente non faccia qualcosa di non apprezzato da una parte della classe abbiente come ad esempio la recente riforma sanitaria negli USA. E in quel caso nascono dibattiti reali e la liberta’ d’informazione torna sovrana e sventolata ai 4 venti. E questo perche’ anche li’ i mezzi d’informazione non sono certo in mano al “popolo sovrano”, anzi.
L’”anomalia” italiana non e’ tanto che il sistema “democratico”, quasi incidentalmente, e’ caduto in una situazione palesemente antidemocratica ma piuttosto il fatto che la reale struttura di questo tipo di sistema e’ stata messa a nudo, e’ trasparente, svelata. Ecco forse perche’ persino una buona parte della comunita’ finanziaria internazionale ce l’ha con lui, o almeno non e’ cosi’ accondiscendente come con tanti altri uomini di successo ipercapitalisti. Ed ecco forse il motivo di tanta aggressivita’ contro di lui di un giornale come l’Economist, invece del solito lecchinaggio e glorificazione di un ricco “self-made”. Perche’ tramite lui appare evidente il gioco che sta dietro alle nostre tanto decantate democrazie occidentali, ai nostri divini sistemi parlamentari e cioe’ il fatto che sono semplicemente una farsa. Ma se nelle altre “democrazie” i burattinai ricchi sono dietro le quinte a muovere i fili della politica, in Italia l’uomo ricco e potente e’ voluto salire direttamente sul palchetto (e vista la sua altezza fisica e morale non gli e’ risultato certo difficile) svelandone il vero meccanismo.
Un meccanismo perverso dove chi ha soldi puo’ farne sempre di piu’ e chi non ne ha sempre di meno. E chi ha soldi puo’ comprare tv e giornali e bombardare la popolazione con la propria folle ideologia, e non c’e’ bisogno di rimbecillire tutti, basta un 51%. Un meccanismo dove il potere economico si proietta totalmente su quello politico, creando leggi e privilegi sempre piu’ favorevoli ai ricchi e sempre meno per il resto della popolazione. E dove, di riflesso, le nazioni piu’ ricche possono strangolare impunemente quelle piu’ povere con ricatti economici e bombe.
Ora, che sia una sola persona a fare questo o un’intera lobby non credo faccia molta differenza.
Messaggi
1. Un’altra analisi su Berlusconi (ma non la solita), 14 aprile 2010, 08:36, di e = mc2
Con la precisazione che basta il 51% dei votanti; ma questo non giustifica gli assenti, i quali hanno sempre e comunque torto.