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Un’altra giornata di lotta nelle Universita’ - Tensione a Roma

Publie le giovedì 13 ottobre 2005 par Open-Publishing

Il documento della Crui chiede "modifiche integrali". A Roma tensione per una manifestazione degli studenti. Attività didattiche sospese in molte università

I rettori: "La riforma è sbagliata"
Università verso il blocco

di DANIELE SEMERARO

Il corteo degli studenti della Sapienza a Roma ROMA - È esplosa la protesta che sta bloccando la didattica in molti atenei italiani. E fare lezione per tutta la settimana sarà molto difficile. Docenti, ricercatori, studenti e spesso anche i rettori si astengono dal lavoro per protestare contro il disegno di legge, fortemente voluto dal ministro dell’Istruzione Letizia Moratti, che andrà a riordinare lo stato giuridico dell’università e sul quale si attende il voto della Camera. Le proteste si stanno estendendo a macchia d’olio praticamente in tutte le regioni d’Italia, con occupazioni, blocchi della didattica, lezioni in piazza.

I rettori. Oggi è arrivata anche la presa di posizione ufficiale, molto critica, della Conferenza dei Rettori, che ha chiesto ai parlamentari di modificare "integralmente il testo del decreto, che lede l’autonomia degli atenei sancita dalla costituzione. Un testo - prosegue la nota della Crui - che non risolve e non affronta il problema cruciale della figura del ricercatore". I rettori hanno anche criticato la legge Finanziaria, che "di fatto taglia i fondi degli atenei e crea una miscela esplosiva che metterà a repentaglio l’equilibirio del sistema uiniversitario". Il presidente Tosi, inoltre, scriverà una lettera al presidente del Senato Pera "per stigmatizzare il comportamento tenuto da alcuni parlamentari, che nel dibattito in aula hanno insultato i docenti universitari e i rettori, qualificandoli come una congrega di camorristi e corporativi".

Di seguito la mappa, seppur ancora incompleta, della protesta.

Roma. La "Sapienza" è sicuramente l’università più mobilitata: da lunedì sono occupate le facoltà di Fisica e Matematica. Da ieri si sono aggiunte Chimica, Scienze umanistiche, Lettere e Filosofia, Scienze della Comunicazione e Sociologia, Psicologia e Scienze politiche. Il blocco della didattica si estende a moltissime altre facoltà. Questa mattina alle 11 è stato organizzato un corteo di studenti che ha sfilato anche fuori dalla città universitaria. La manifestazione, a cui hanno partecipato secondo gli organizzatori circa diecimila persone, ha bloccato per alcuni minuti il traffico, venendo anche in contatto anche con le forze dell’ordine. "Stiamo assistendo ad un forte irrigidimento della protesta", spiega Marco Serafina, portavoce del Coordinamento dei ricercatori e docenti.

A "Roma Tre" è sospesa la didattica alla facoltà di Lettere e Filosofia. Un docente si è accampato in una tenda di fronte alla facoltà e distribuisce volantini per informare i passanti. Martedì le lezioni si sono spostate in piazza Montecitorio, con una lezione in piazza che si è trasformata in una plateale forma di protesta: nel corso della settimana saranno invitati attori e personaggi della cultura.

Firenze. Tutto il polo scientifico è occupato. Massimo Grandi di Architettura, rappresentante dei ricercatori: "Un blocco a inizio lezioni è molto grave, e ci dispiace. Ma può darsi anche che alcuni docenti spostino le lezioni invece di annullarle". Lezioni sospese anche ad Agraria e Psicologia.

Bologna. Ricercatori e studenti sono scesi in piazza, e insieme a loro in corteo anche il rettore con tutta la sua giunta. I ricercatori si sono rifiutati di tenere 53 corsi, e molti di loro minacciano di ritirare le domande d’insegnamento: si potrebbero bloccare fino a 133 corsi. La facoltà di Lettere e Filosofia è occupata e per oggi è prevista un’assemblea per definire altre modalità di protesta.

Pisa. I presidi di tutte le 11 facoltà dell’Università di Pisa hanno preso posizione contro il contenuto del Ddl Moratti e hanno proclamato il blocco della didattica fino a domani.

Torino. Le lezioni sono sospese, sia all’Università che al Politecnico. In un’assemblea plenaria, a cui ha partecipato anche il rettore Pelliccetti, è stato contestato, tra l’altro, "l’attacco all’autonomia universitaria" che viene dalle nuove disposizioni e la "ricentralizzazione delle procedure concorsuali" che "non risolve l’annoso problema del reclutamento del personale docente". Pelliccetti presenterà domani alla Crui anche una proposta di dimissioni di massa di tutti i rettori. E oggi il prorettore ha aperto uno dei cortei.

Assemblea alla facoltà di Fisica alla "Sapienza" di Roma
Venezia. Il Rettore della Cà Foscari Francesco Ghetti ha invitato personale docente, studenti e ricercatori a discutere sui temi della riforma: "Stiamo attuando dei blocchi a scacchiera - dicono i ricercatori - con la speranza che tutte le altre università del Veneto ci seguano. Faremo assemblee anche a Verona e Padova, e oltre al blocco della didattica vorremmo organizzare anche lezioni in piazza". Alla "Iuav" di Venezia domani ci sarà un’assemblea di tutto il personale.

Stessa situazione anche a Ferrara: inoltre tutti i cittadini potranno partecipare a lezioni di storia dell’arte, chimica, genetica e zoologia.

Siena. Francesco Mugnaini, docente di Storia delle Tradizioni Popolari, è a capo di un coordinamento di ateneo: "Il blocco della didattica - ha spiegato - non è facile da attuare: ma stiamo informando gli studenti e abbiamo organizzato un’iniziativa di università aperta: è in corso fino a domani una specie di "maratona didattica", che prevede una staffetta di 48 ore consecutive di insegnamento aperto al pubblico. L’intera iniziativa, che forse vedrà anche Piazza del Campo trasformarsi in una grande aula a cielo aperto, è trasmessa in diretta sul sito web dell’ateneo.

Napoli. Il Rettore della "Federico II" Guido Trombetti, vicepresidente della Crui, ha protestato con toni molto accesi contro la riforma. La settimana di agitazione prevede l’organizzazione fino a domani di riunioni nelle diverse facoltà, con la partecipazione di docenti, ricercatori, precari e studenti e con la sospensione delle attività didattiche nelle facoltà sedi delle riunioni. Franco Vintriglia, docente di Fisica alla facoltà di Farmacia, crede che non ci sia bisogno di bloccare completamente la didattica, per venire incontro alle esigenze degli studenti: "Siamo comunque tutti sconcertati per il modo arrogante e superficiale con cui è stata gestita questa vicenda". Iniziative analoghe anche a "Napoli 2", un’università che è diffusa sul territorio, tra Caserta, Capua, Aversa.

Lezione di elettromagnetismo alla stazione Porta Nuova di Torino
Palermo. Il Senato accademico ha approvato una mozione che contesta non solo i contenuti della riforma, ma anche la mancata risposta alle istanze dei ricercatori. L’unico punto su cui l’ateneo siciliano è a favore è la riforma della politica dei concorsi, che torna su base nazionale. Fino a sabato presso la facoltà di Scienze si terrà ogni giorno un dibattito sui problemi del mondo accademico.

Blocchi della didattica si registrano anche a Perugia (facoltà di Lettere e Farmacia), alla facoltà di Lingue a Catania, a L’Aquila, a Modena, Genova (un presidio si terrà domani), Bari, Camerino, Bergamo. La "mobilitazione di tutto il personale" è stata indetta all’Università di Salerno.

"Si vuole dare un segnale forte - dice la Cgil - affinché la società civile capisca che queste riforme vanno a ricadere su tutti, non solo sull’università".

I motivi della protesta. Ecco i punti più controversi della riforma che, nelle intenzioni del Ministro Moratti, andrà a modificare l’ordinamento giuridico del mondo universitario. Il primo punto riguarda la prospettiva dei contratti a termine per i 25mila ricercatori di ruolo e per i professori associati. Ancora: la nascita di una nuova figura professionale, il "prof a sovvenzione", pagato da un’azienda e assunto a tempo determinato dall’ateneo. Infine, molto probabilmente svanirà la figura del professore aggregato (il titolo verrebbe concesso come sanatoria a ricercatori e personale tecnico, senza inquadramento contrattuale e, soprattutto, senza un euro in più).

Le riforme dovrebbero toccare anche il concorso nazionale per l’assegnazione di nuove cattedre (che sarà comunque più controllato, per evitare favoritismi).

Trieste. L’ateneo triestino sembra essere uno dei pochi con una posizione favorevole alla riforma: "Ritengo che questo maxiemendamento - ci ha detto il rettore Domenico Romeo - rifletta almeno in parte le aspettative che c’erano nel mondo dell’università. Certo è un lavoro di taglia e cuci perché è stato rielaborato diverse volte, ma ci sono dei punti importanti, come il fatto di riportare i concorsi per le carriere al livello nazionale". Il rettore ammette comunque che ci sono degli aspetti preoccupanti: "La preoccupazione è per i ricercatori, che dal 30 settembre 2013 diventeranno a tempo determinato".

(10 ottobre 2005)