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Un decalogo per Evo

Publie le mercoledì 25 gennaio 2006 par Open-Publishing

di Atilio Boron

Ore dopo il trionfo di Evo Morales, il segretario di Stato, Condoleeza Rice, dichiarò che sperava che il nuovo presidente "governasse democraticamente." Inoltre, il portavoce della Casa Bianca sottolineò che la relazione tra gli Stati Uniti e la Bolivia sarà basata sull’impegno di Morales "verso la democrazia e i valori a cui attribuiamo molto valore in questo emisfero." L’autore di questa nota ha avuto accesso al memorandum che la Casa Bianca inviò al presidente eletto boliviano, contenente le raccomandazioni necessarie per stabilire in Bolivia una democrazia in stile nord-americano.

1- "Riformi il regime elettorale." Nella democrazia nordamericana non è necessario ottenere la maggioranza del voto popolare per essere eletto presidente. Al Gore sconfisse George W. nel 2000 e tuttavia questo andò alla Casa Bianca. Vi sono meccanismi democratici, sommamente perfezionati, negli Stati Uniti, che garantiscono i vantaggi di questo miracolo politico: quello che perde, vince.

2- "Metta fine al voto obbligatorio." Fate in modo che solo i più ricchi possano votare. A questo fine disponete che le elezioni si tengano nei giorni lavorativi e durante l’orario di lavoro, come facciamo noi il primo martedì di novembre, ogni due anni. In questo modo solo i migliori e responsabili prenderanno parte al processo elettorale. Disponiamo di tecnologia per evitare che i disoccupati possano avere la pessima idea di voler votare.

4- "Promuova il finanziamento privato dei partiti politici." In questo modo le forze di mercato potranno fornirle le risorse per comprare voti, politici, sondaggisti, "comunicatori sociali" e quant’altro è necessario per vincere le elezioni. Non si proccupi se le grandi imprese offriranno denaro anche al suo avversario. O se qualcuno le dice che la politica degenera ad un semplice gioco dove due miliardari competono all’asta. Se lei governerà bene, anche lei diventerà un miliardario, come accadde con molti presidenti dell’America latina.

4- "Modifichi la composizione della Corte Suprema." Se George W. ha potuto vincere nel 2000 — anche se aveva perso — fu perché due corti supreme, quella della Florida e quella federale, convalidarono la manovra che permise di corregere l’errore dell’elettorato. Quella della Florida fu "riformata" dal fratello Jeb, e quella di Washington da papà George. Pertanto, se vuole essere democratico, faccia sì che suo padre e suo fratello designino una corte suprema fatta di amici molto stretti, e nel caso che quelli non possano farlo, lo faccia lei direttamente.

5- "Vigili sul popolino." Non confidi nei cittadini. Eserciti uno stretto controllo sui libri che leggono, sulle biblioteche che frequentano, sugli amici che visitano, sulle organizzazioni nelle quali militano, le petizioni che firmano. Che i suoi servizi segreti intercettino le loro conversazioni telefoniche e prendano nota della loro corrispondenza. Si dimentichi dei giudici e delle leggi, che sono soliti proteggere i terroristi. Qui lo facciamo regolarmente e con magnifici risultati.

6- "Nessuna concessione alle opposizioni." Le squalifichi come "antibolivariane", narcoterroriste o traditrici. Con i più recalcitranti, faccia come noi e li invii in segreto in centri clandestini di interrogatorio in paesi terzi — grandi difensori della democrazia e della libertà — dove la tortura è legale. In questo modo i loro compagni vengono intimiditi e si ottengono preziose informazioni per la democrazia, la libertà e i diritti umani.

7- "Censuri la stampa." E si assicuri che si diffondano solo le informazioni ufficiali. Guardi quello che stiamo facendo in Iraq e Afganistan: i grandi media elettronici e della carta stampata di questo paese pubblicano solo quello che Don (Rumsfeld) e Dick (Cheney) vogliono. In quasi tre anni di guerra, il pubblico non ha visto neanche una goccia di sangue, un morto o un mutilato. Si dimentichi della Società Interamericana della Stampa, o dei "Reporter senza frontiere". Questi sono nostri e li usiamo per attaccare Cuba e il Venezuela.

8- "Si dimentichi dei diritti umani." E’ solo una scusa per dare addosso ai rossi, che non sono persone ma nemici della civiltà che debbono essere combattuti senza quartiere. Impari da quello che facciamo a Guantanamo o ad Abu Ghraib: né progionieri di guerra, né detenuti, nè processati. Non si lasci intimidire dalle strida degli organismi dei diritti umani. Se non ha le strutture in Bolivia, possiamo allestirle un padiglione a Guantanamo. Ricordi che noi proteggiamo i nostri terroristi e li chiamiamo "combattenti per la libertà."

9- "Governi in accordo ai mercati." Non si lasci ingannare dai comunisti, che rovinarono Lincoln. Questo non disse mai che la democrazia era il "governo del popolo, dal popolo e per il popolo." La traduzione corretta è "governo dei mercati, dai mercati, per i mercati." Si ricordi che la grandezza e la prosperità dei Boliviani può essere garantita solo dal libero gioco dei mercati. Ovviamente non tutti avranno un posto a sedere alla tavola del Signore, perché ci sono sempre stati reprobi ed eletti. Noi abbiamo 40 milioni di poveri per colpa dei democratici, che hanno intorpidito la "selezione naturale" dei mercati. Non governi contro i venti della globalizzazione. Il FMI, la Banca Mondiale e il BID, la aiuteranno, come hanno fatto precedentemente con l’Argentina.

10- "Semini democrazia." Impari da noi. Se vede che qualche vicino promuove poltiche che potrebbero danneggiare la sicurezza nazionale boliviana, non rimanga a braccia conserte. Invii i suoi agenti a organizzare, finanziare, e scatenare l’opposizone, che in questi paesi dominati dalla sinistra è di solito debole ed impotente: accusi il governo di essere parte dell’asse del male, blocchi la sua economia, promuova sabotaggi ed attentati terroristici, impedisca che i boliviani visitino questo paese, lo denunci per la sua connivenza con Saddam, Bin Laden e i narcotrafficanti, e avanzi una proposta di "cambio di regime" per liberare i paesi dai suoi oppressori. Non si preoccupi della immagine internazionale: Vargas Llosa e i "perfetti cretini latino-americani" porranno prontamente le loro penne al servizio della sua causa, che è poi la ragione per cui li paghiamo.

http://www.zmag.org/Italy/boron-decalogoperevo.htm