Home > Un flop totalitario
Lo show di Berlusconi a Roma è stato pagato da Berlusconi stesso, che ha mandato migliaia di sms illeciti per richiamare gente, e ha offerto viaggio e metro gratis, pranzo e cena, in più ha pagato molti disoccupati e pensionati 100 euro a testa, come fossero comparse di Cinecittà, infiorando il percorso con gruppi professionali pagati come le majorette che aprivano il corteo, nulla è stato lasciato all’improvvisazione e si sono usati vari trucchi affinché la gente sembrasse di più, come occupare metà di piazza San Giovanni con un enorme palco, o metterci tanti gazebo quanti le regioni, o portare uno striscione lungo 520 metri. Molti sono stati pagati per partecipare ma si deve dire che tanti ci sono andati per amore, e il Lazio stesso è una buona sorgente berlusconiana, anche se questo amore somiglia ormai sempre più al plagio o all’induzione ipnotica.
Ma, malgrado tutto questa spiegamento di trucchi e di denari, vedere scarsamente occupata solo mezza piazza è apparso un flop indiscutibile, che inutilmente Cicchetto e Verdini hanno millantato come un popolo di più di un milione di persone.
Ormai sono decine di anni che si discute sulla capienza delle piazze romane adibite a manifestazioni, ma i numeri restano sempre quelli e le piazze non si sono dilatate nel frattempo. Al massimo Piazza del Popolo contiene 60.000 persone, Piazza Navona 90.000, il Circo Massimo 300.000, ma Piazza San Giovanni 150.000. I numeri salgono se la gente occupa anche le strade adiacenti. Ma sabato questo non è avvenuto.
Metà di piazza San Giovanni era occupata da strutture varie, la metà residua non era nemmeno molto piena. Quando la questura ha stimato i presenti in 150.000 persone si è persino allargata rispetto alla stime solite che sono ben più stitiche. Ma ora Berlusconi ce l’ha anche con la questura che è diventata di colpo una ‘questura rossa’, a fianco delle toghe rosse, della Rai rossa e della Consulta rossa.
Purtroppo i numeri non sono un’opinione e la superficie di Piazza San Giovanni resta sempre di 42.700 metri, al massimo senza palchi o gazebo conterebbe 256 mila persone. Ma se ci si mettono strutture che occupano metà piazza e la gente è rada quanto fa? Ma mettiamo questa balla accanto a tutte le altre balle di Berlusconi e, se la gente crede alle prime, crederà anche a questa. Ormai siamo fuori da ogni razionalità o buon senso.
Insomma, ad essere cattivi, i berlusconiani erano anche meno di 150.000. E dove è finito allora quel 67% di cui si vantava Berlusconi?
Certo è strano, ed è anche la prima volta che questo accade, che un Governo indica una manifestazione di piazza di protesta.
Con chi protesta se ha un potere fortissimo e sopravanza l’opposizione di 100 deputati?
E su cosa protesta se ha governato in soli due anni con ben 30 voti alla fiducia, 34 decreti e centinaia di ordinanze, mettendosi contro tutte le istituzioni e riducendole a stracci per pavimento?
Ha sollevato una manifestazione per supportarlo contro la magistratura che osa inquisirlo per i suoi reati o blocca le sue liste cialtrone. Qualcosa che con le regionali, la politica, la democrazia, la gestione di un paese non aveva niente a che fare. O che al contrario era incompatibile. Ma il popolo plaudente non faceva caso a queste quisquilie, era di un’accoglienza incauta quando inconscia e andava in visibilio qualunque cosa venisse detta. Il popolo plaudente e non pensante era felice di stare in piazza, di fare il karaoke, di partecipare anche lui a una grande sagra di partito e di gridare “per fortuna che Silvio c’è” nell’euforia di una appartenenza tanto giocosa quanto insana. I problemi del paese stavano da un’altra parte o forse nemmeno esistevano. Il sogno e l’abbraccio della folla erano tutto quello che riuscivano a capire. E che quei problemi consistessero solo nei reati di Berlusconi da difendere con l’impunibilità non faceva senso a nessuno.
Finché non ha parlato Berlusconi, è apparso veramente come un popolo dell’amore, gaudioso e felice, come si vede ai concerti di Vasco Rossi o della Nannini, anche se a costoro non è stata delegata la guida di un paese, con la differenza che loro avrebbero attratto più gente e facendosi pagare. Come è iniziato il discorso di Berlusconi, siamo entrati invece nelle sue paranoie, un discorso trito e ritrito, che puzzava di stantio, senza nemmeno una battuta nuova, uno slogan, un minestrone ribollito con il vecchio delirio sui suoi nemici, le sue pretese deliranti, la sua monomania assoluta, quella megalomania folle che riferisce tutto a sé e del resto se ne sbatte, e si è visto chiaramente che l’unico amore di cui parlavano gli striscioni era l’adorazione degli adepti al suo dio, invidiato e odiato, da chi odiando lui odia tutto l’universo, e che lui di amore non ne aveva un grammo, né verso il suo popolo succube né verso il paese che dovrebbe amministrare, ma che invece è un solo pastone frenetico di odio, odio a chiunque gli si opponga, odio a chiunque abbia idee diverse, odio a Di Pietro, odio a Bersani, odio a Santoro, odio alla legge, ai giudici, alla democrazia, all’uguaglianza, ai valori e alle libertà di tutti.
In quel pessimo discorso Berlusconi non ha detto una sola parola sui programmi delle Regioni, sui diritti dei cittadini, sul lavoro che non c’è, sui poveri, sui malati, sui deboli, su come affrontare la crisi. Anzi Sacconi ha detto che il governo comincerà a fare qualcosa “dopo” che la crisi sarà finita. Per cui sarà bene che gli italiani si arrangino da soli, perché chiaramente il governo ha dichiarato che sono soli. Il premier non ha tempo di occuparsi dei problemi degli altri essendo totalmente occupato a liberarsi dai suoi nemici, dei suoi oppositori, da chiunque possa fare da ostacolo ad un potere totale e senza limiti.
Al posto di buoni propositi per i futuri governi regionali, il premier si è lanciato in feroci attacchi contro chi la pensa in modo diverso da lui o osa trattarlo come un cittadino comune. Non c’è stata una sola parola sulla crisi, sulla disoccupazione, sulle migliaia di aziende che chiudono (31.000 nella sola Padania), sulle tasse eccessive, sulle banche che rifiutano crediti ma eliminano gli interessi, sugli sprechi del parassitismo pubblico in aumento vertiginoso, sul deficit pubblico da paura, sui disavanzi degli enti locali senza controllo, sulla sanità che fa acqua, sulla restrizione del welfare, non una parola sulla ricostruzione de l’Aquila, o sul fango del messinese, o su un’Italia che frana in ogni sua parte, nulla sul piano casa, sulle energie alternative, sulla salvaguardia del territorio, sui beni pubblici svenduti come l’acqua, sui derivati sempre presenti e le speculazioni selvagge e irresponsabili degli enti pubblici, sugli edifici scolastici fatiscenti o sulla mancanza di asili. Il comizio è stato completamente avulso da qualsiasi cosa interessasse le Regioni o il bene pubblico o l’Italia.
Berlusconi ha ribadito solo la difesa di se stesso col fermo intento di riforme che non riguardano le Regioni o i diritti dei cittadini o la speranza di una ripresa, ma il rafforzamento del suo potere personale in modo che divenga sempre più totalitario: presidenzialismo forte a diretta elezione popolare, bavaglio alle intercettazioni, incaprettamento della giustizia, epurazione della Rai di chiunque osi criticarlo o presentare alla gente i problemi gravi del paese.
Un discorso bieco, feroce, antidemocratico, assolutistico, intollerabile in qualunque paese civile. Il peggior discorso che abbia mai fatto, senza nemmeno qualcuna di quelle promesse mai realizzate con cui condisce di solito i suoi comizi.
Anzi una promessa l’ha fatta e ci siamo sentiti accapponare la pelle: ha promesso di avrebbe debellato il cancro. Non so cosa abbiano pensato le migliaia di malati di cancro che si trovano davanti le porte chiuse delle USSL, le restrizioni sui sussidi sanitari o sui farmaci, o gli ospedali carenti o la ricerca senza fondi o le intelligenze cacciate all’estero o una sanità arcaica che nemmeno si tiene aggiornata per mancanza di fondi o corruzione nelle sedi dirigenziali o politiche. Non so cosa abbiano pensato gli abitanti della Campania o di quella Calabria inquinate dalle discariche abusive, da inceneritori inquietanti, dagli OGM che abbassano il sistema immunitario o distruggono il potere degli antibiotici, o di quella Lombardia asfissiata dai miasmi di fabbriche o del traffico mai penalizzate o da acque costantemente e impunemente contaminate, con un ministro dell’ambiente che alza i livelli di contaminanti consentiti o sindaci che si oppongono al blocco delle auto. Non so cosa abbiano pensato tutte quelle madri che temono per la salute dei loro bambini e vedono crescere le percentuali di leucemie e malattie cancerogene e sentono questo imbecille mettere nel suo comizio elettorale la promessa: debelleremo il cancro!
E’ stato a quel punto che la pazzia di Berlusconi è apparsa completa.
Ed è stato a quel punto che abbiamo capito che il maggiore e peggiore cancro che ha colpito l’Italia è proprio lui: il grandissimo cialtrone.
Ma il felice e spensierato popolo della piazza ha esultato ad ogni frase, ha fatto ole ad ogni parola, che ne capisse o non ne capisse il profondo lato dispotico, autorefenziale, totalitario, da malato non solo morale ma anche mentale.
Alla “grande” (si fa per dire) manifestazione del popolo dell’amore, Fini mancava.
Doveri istituzionali.
Che qualcuno attenga ancora a qualcosa che chiama dovere ci pare strano, ma un poco ci consola.
Certo che, a parte Alemanno che era il padrone di casa, quelli di Ana hanno brillato per silenzio o assenza. Che sia un buon segno anche questo?
C’era l’immancabile La Russa ma all’ennesisma canzona “per fortina che Silvio c’è” ha sbottato anche lui “: e basta!” Quel che è troppo è troppo. Ma soprattutto è troppo quel che manca.
Masada n° 1108. Urge rivouzione dei fiori
Messaggi
1. Un flop totalitario, 22 marzo 2010, 16:07
Cara Viviana, se ben ricordi anche Mussolini a Piazza Venezia fu lungamente applaudito ed osannato come avesse dato una buona notizia, quando invece annunciò solennemente l’entrata in guerra dell’Italia.
Con la propaganda e l’imbonimento, che oggi possono avvalersi di media potentissimi, si può indurre la gente a fare qualsiasi cosa : farsi votare da milioni di persone è diventato addirittura uno scherzo !!
Quello di domenica sarà stato anche un "flop", ma purtroppo è stato anche un chiaro segnale da parte del Berluska di non aver scupoli ad usare la piazza per sostenere anche istanze antipopolari e decisamente perniciose per i più !!
MaxVinella
2. Un flop totalitario, 22 marzo 2010, 16:15, di e = mc2
Ora è in arrivo la letterina/invito a casa per i residenti nel Lazio ed io farò di tutto per rispedirla al mittente.
Mi hanno fatto pena gli scolaretti intorno al Sultano sul palco a recitare la poesia per la prossima Pasqua.
Basterebbe solo quella sceneggiata per non farli votare; ovunque.
Sono dei burattini!
1. Un flop totalitario, 22 marzo 2010, 17:28, di viviana
La cosa più avvilente è stata vedere quel giuramento collettivo dei candidati regionali nelle mani di Berlusconi su un foglietto di intenti preparato da Berlusconi. Giuramento a comando, come il ritornello a comando o il saltello a comando, come polli di batteria, come burattini su un teatro che si fanno tirare i fili. Ma che ludibrio!! Che scarsa dignità!! Che amor proprio sotto i tacchi!
Ma se persino per i membri del Parlamento la Costituzione ordina che siano liberi da mandato!!
Articolo 67: “Ogni membro del parlamento rappresenta la nazione ed esercita la sue funzioni senza vicolo di mandato”.
La Costituzione pensava a un mandato dal basso, questo ha imposto il mandato dall’alto. Tutti nelle sue mani come i burattini con Mangiafuoco. Che pagliacci!
Quest’uomo non conosce nemmeno le regole minime della democrazia
E la Lega con tutte le pretese illusorie di Regioni fiere della loro autonomia che fine ha fatto?
Ha fatto anche lei il saltello a Berlusconi?
Giuramento dei futuri candidati a Berlusconi che sostituisce se stesso al bene pubblico, alle potestà costituzionali, al potere di rappresentanza e persino alle prerogative delle Regioni??!!
Berlusconi come Dio?!
E tutto quello che Bossi è riuscito a farfugliare è che lui e Berlusconi sono una cosa sola “perché difendono i valori della famiglia” (??!!) e combattono la pedofilia. La pedofilia???!!!
Ma il meglio sono i candidati, con quella ridicola Anna Maria Bernini che giù ha la bocca larga da orecchio a orecchio ma le diventava ancora più larga nella reverenza al suo padrone. Sembra il cagnolino giapponese che ride visto da 500.000 persone.
http://www.freedivx.it/public/news/cane_che_ride.asp
Povera Bernini, le manca solo la parola!
viviana
3. Un flop totalitario, 23 marzo 2010, 18:53, di maurizio
La Signora Gelmini ha partorito un aborto di Riforma!!!