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Un libro: "Psicopatologia delle riforme quotidiane"
Publie le giovedì 20 aprile 2006 par Open-PublishingLibro: “Psicopatologia delle riforme quotidiane”, Luciano Randelli, Docente a Bologna di diritto amministrativo)
“Da anni le istituzioni italiane sono sottoposte a tensioni, difficolta’, contrasti. Leggi approvate tra ultimatum di partiti e colpi di fiducia del governo, ingarbugliati maxiemendamenti con centinaia di commi incomprensibili, discipline contraddittorie e discipline su misura, norme-punizione e norme-promessa, regole "taglia qualcosa" e regole "salva qualcuno", sino agli strappi alla Costituzione: nei modi piu’ vari, si e’ sviluppata una preoccupante nevrosi istituzionale. Nel volume Vandelli esamina - con rigore e altrettanta ironia - sintomi e patologie che investono "riforme" ormai divenute (con una significativa contraddizione in termini) "quotidiane": riforme ciclotimiche, che - come la devolution - oscillano tra improvvise frenesie e lunghe indolenze; riforme autistiche, elaborate - come i provvedimenti su prescrizione e recidive - da un legislatore indifferente a ogni critica e stimolo esterno; riforme schizofreniche, che - come il premierato forte e la proporzionale - affermano una cosa e il suo contrario; riforme ossessive, che si accaniscono in modo maniacale su alcuni temi, come quelli che riguardano, ad esempio, la giustizia... Ma l’autore non si limita a descrivere turbe e a diagnosticare il disagio, punta bensi’ a riflettere sulle sue cause, proponendo qualche (sano) intervento terapeutico.”
http://www.mulino.it/edizioni/volumi/scheda_volume.php?vista=scheda&ISBNART=11006-2
Come puo’ esserci competivita’ economica e democrazia politica in un paese dove esiste degrado istituzionale? Dove un proliferare di leggi spesso incomprensibili impedisce di fatto la vita al cittadino? Dove processi infiniti mancano spesso l’obiettivo di una giustizia equa impartita in tempi ragionevoli?
Di giustizia, sicurezza e trasparenza normativa nessuno ha parlato in questo periodo elettorale, come se la legge, la sua applicazione e difesa fossero problemi indifferenti al progresso del paese.
Tante discussioni sul Financial Times che afferma che il malgoverno economico allontanera’ gli investitori dall’Italia, ma che investimenti, anche italiani, si possono avere nel paese dove per aprire una impresa si deve superare una burocrazia lunga molti mesi, per aprire l’impresa si deve pagare una mazzetta al politico e per mantenerla un’altra mazzetta al mafioso, dove mancano le infrastrutture, dove strade e ferrovie sono spesso pencolanti, gli aeroporti assenti o non collegati, il sistema bancario e’ incartato e chiede favori per dare quei permessi o crediti che altrove si hanno per diritto, e che, alla prima grana (inadempienza contrattuale o mancato pagamento) ha di fronte la prospettiva di un processo che supera i 10 anni e da cui non cavera’ le gambe? E che se poi lavora per un ente locale, sara’ pagato, se va bene, due anni dopo.
Se l’impresa non e’ affiancata da uno stato agile e giusto, come puo’ svilupparsi l’economia? Mettere una tassa o un condono in piu’ o in meno non risolvera’ il problema e la mole di leggi pletoriche non fara’ che aggravare il sistema.
Tutte le finanziarie di questi ultimi 5 anni sono state testi enormi, illeggibili, votate dai parlamentari come si votano i numeri al lotto, nell’ignoranza totale dei loro contenuti, i quali se va bene diventano noti quando sono criticati dai giornali.
L’ultima finanziaria corrisponde a 12 pagine di giornale in corpo 6.
La prolissità, il machiavellismo, la complessita’ della legge, la sua oscurita’ voluta, la difficolta’ interpretativa..sono altrettanti ostacoli che bloccano la via del paese.
Con Berlusconi questi difetti istituzionali sono aumentati a dismisura, diventando pratica quotidiana, Il malgoverno si vede anche cosi’.
Nella finanziaria del 2005, 38 articoli originari si sono trasformati in un solo articolo con 572 commi, votati in un colpo solo. Un articolo della finanziaria, da solo, raggiunge il numero record di 612 commi. Cadono le braccia! E tutti questi articoli sono stati votati frettolosamente dai parlamentari della Cdl nell’ignoranza totale dei loro contenuti! Le votazioni sono una elencazione sterile di numeri di articoli e commi a cui si risponde. Voto si’ o voto no, in un buio totale di significati.
Luciano Vandelli si chiede: “E’ piu’ lunga questa finanziaria, l’Odissea o la Divina Commedia?” La risposta e’ scontata: questa finanziaria.
In tal modo la democrazia diventa un sistema dove uno stuolo di astuti avvocati fa, per il comodo di qualche potente, leggi che nessuno capisce e che delegati della volonta’ popolare approvano o disapprovano senza nemmeno conoscerle.