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Un mondo senza confini: a Ciampino (Roma) la VI edizione del Premio Alex Langer
Publie le sabato 25 novembre 2006 par Open-Publishingdi Alessandro Ambrosin
Il 2 dicembre a Ciampino si celebra la sesta edizione del Premio Alex Langer. Promotore è il circolo omonimo di Ciampino che lo istituì qualche anno fa. Una giornata che aprirà un confronto, fra le tante realtà che cooperano nel campo sociale e del lavoro, attraverso la condivisione di esperienze e progetti comuni. Manchette
L’intento è quello di creare un obiettivo finalizzato a dar vita ad un percorso comune di pace, solidarietà e fratellanza tra i popoli. Quest’ anno il Premio verrà ritirato dalla Fondazione per la pace dedicata ad Angelo Frammartino, ucciso a Gerusalemme nel mese di agosto, a soli 24 anni.
Ricordando Alex Langer
La morte nel pensiero collettivo popolare ha sempre rappresentato l’ inevitabitabile fenomeno ultimo a cui nessuno si può sottrarre. Un angoscioso mistero dell’ineluttabilità dell’essere umano. Ma quando è la morte stessa ad essere scelta come libero arbitrio siamo improvvisamente assaliti da questiti che non trovano mai una risposta certa.
Era il 3 luglio del 1995 quando le radio e le televisioni diedero la notizia della morte di Alex Langer a Pian dei Giullari, nei pressi di Firenze. Un suicidio che lasciò senza parole. Perchè le parole che abbiamo ereditato da Alex Langer sono colme di una straordinaria umanità di chi mette in gioco la sua esistenza per combattere l’odio, la prevaricazione degli uni sugli altri, le brutalità della guerra, l’insofferenza, l’intolleranza. Una lotta scaturita dal coraggio di chi crede in una possibile convivenza nella sfera multipluralistica e policromatica degli abitanti del mondo.
Alex Langer nasce a Vipiteno in provincia di Bolzano nel 1946, da padre ebreo di origine austriaca e madre italiana. Alex fin dall’inizio si sente parte integrante di un mondo senza distinzioni etniche, politiche, religiose. Vipiteno, proprio per la sua collocazione geografica, porta inevitabilmente Alex ad essere spettatore di un luogo in cui persone e idee diverse circolano liberamente, nonostante le peculiari differenze.
Studente al liceo dei francescani di Bolzano, fondò un periodico bilingue "Offenes Wort, Parola aperta", nel quale riuscì a pubblicare, nonostante l’impronta religiosa, un intervista al segretario locale del partito comunista.
Durante i suoi studi alla facoltà di giurisprudenza a Bolzano, fu attratto dagli ideali religiosi, dai quali si allontanò successivamente in quanto concepiva una chiesa al servizio dell’umanità attraverso una democratizzazione delle sue strutture.
Verso gli anni 70 si impegnò per creare un alternativa di pace praticata nella convivenza e nel rispetto reciproco delle varie etnie che orbitano nell’ Alto Adige. Terra nella quale le intolleranze delle diversità si acutizzavano sempre piu’ sfociando in attentati veri e propri. A Bolzano diede vita in quegli stessi anni al gruppo "Die Brucke, Il ponte". Nel 1972 fu denunciato per villipendio alle istituzioni costituzionali e alle forze armate per aver scritto un articolo in cui proponeva l’eliminazione dell’esercito italiano. Assolto poi per insufficienza di prove.
Aderì a lotta continua capitanata da Adriano Sofri, e organizzò la nascita dei proletari in divisa che si battevano per portare una maggiore equità democratica tra i militari. Dal 1973 al 1975 visse a Roma occupandosi del quotidiano Lotta Continua di cui fu anche direttore, e contemporaneamente insegnò storia e filosofia in un liceo romano. Nel 1977 aderì ai referendum radicali e nel 1978 appoggiato dal Partito radicale e "Neue Linke, Nuova sinistra" divenne consigliere provinciale a Bolzano fino al 1981.
Il suo dissenso con il Presidente Spadolini, che propose di risolvere la questione altoatesina con una dichiarazione di appartenenza etnica all’anagrafe, gli costò l’esclusione dall’insegnamento scolastico.
Negli anni successivi Alex langer, dopo un esperienza come consigliere Regionale nella lista Sudtirolo da lui fondata, fu il principale precursore che diede vita al partito dei Verdi. Era il 1985 e quattro anni dopo fu eletto nelle liste dei verdi al Parlamento Europeo.
Nella sua carica istituzionale si fece promotore di molteplici battaglie sull’ambiente, sulle manipolazioni genetiche, sulla riduzione del debito dei paesi in via di sviluppo e vide la sua presenza nei movimenti contro le spese militari a favore della non violenza.
Presentò diverse risoluzioni a favore della pace, specialmente in seno alle questioni dell’ex jugoslavia che videro in quegli anni intensificare gli scontri etnici.
Aveva 49 anni il giorno in cui decise di togliersi la vita.
Ciò che è riuscito a trasmettere nella sua breve esistenza resta un singolare atto di coraggio e amore per il prossimo.
Un eredità a cui tutti noi siamo riconoscenti.