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Un monito minaccioso contro i comunisti e le lotte
Publie le giovedì 28 agosto 2008 par Open-PublishingUn monito minaccioso contro i comunisti e le lotte
di Mimmo Cosentino
La storia di M. P., tolto alla madre perché militante nel Prc e perché frequentatore di ambienti definiti "estremistici", forse perché troppo impegnati sul fronte dell’antimafia sociale, fa registrare nelle ultime ore un’ulteriore offensiva da parte di quegli ambienti di destra che usano le relazioni dei servizi sociali e l’ordinanza dei giudici per imprimere un’impronta politico-culturale reazionaria alla società catanese.
Le dichiarazioni rilasciate alla stampa locale ( La Sicilia , La Gazzetta del Sud , Il Giornale di Sicilia del 22/8/08) dall’on. Gino Ioppolo, portavoce regionale de La Destra-Alleanza siciliana (Storace-Musumeci), e da M. Sapienza, assessore ai servizi sociali di S. Agata Li Battiati, sono assai illuminanti, oltre che preoccupanti.
Il primo, uscito indenne nei mesi scorsi da una delicatissima inchiesta giudiziaria che lo accusava di voto di scambio mafioso assieme ad altri esponenti di centrodestra, nell’esprimere solidarietà al magistrato che ha firmato l’ordinanza, del quale vengono apprezzati «lo stile, la competenza,l’equilibrio», accusa «i comunisti» di «montare un’ignobile e volgare polemica di fine agosto su un provvedimento legittimo e fondato».
Il secondo invece ammonisce quanti con le loro «dichiarazioni infelici» «si siano fidati del racconto di un minore multiproblematico», al quale si profetizza l’aggravamento delle sue "criticità". Aggettivi e sostantivi usati contro M. P. si commentano da soli.
Queste prese di posizione e il loro tono non servono solo a fornire una copertura ai protagonisti istituzionali di questa poco edificante e anticostituzionale gestione della storia di M. P., ma puntano altresì ad alimentare quel clima violento di scontro fisico e politico, che ha visto le forze dell’estrema destra catanese prodursi, negli ultimi quattro anni, in continue e impunite aggressioni ai militanti della sinistra comunista e dei movimenti.
D’altra parte la destra, tutta, ha giocato un ruolo decisivo nella evoluzione della vicenda giudiziaria di M. P.
E’ notoriamente di destra, vicino al sindaco di Catania, on. Raffaele Stancanelli (An), nonché, pare, suo contitolare di uno studio legale, E. Passanisi, avvocato della madre di M. P., fino a quando questa non si è accorta dell’esito drammatico cui andava incontro, forse anche per la deficitaria tutela dei propri interessi. Infatti il Passanisi viene sostituito, quale difensore della mamma di M. P., dall’avv. M. Giarrusso, che ha impedito l’affidamento del giovane ad una comunità, cosa peraltro richiesta, quasi una condanna ad una condizione "coatta": una mostruosità umana e giuridica.
E’ di destra il padre di M. P. vicinissimo all’on. Angelo Lombardo, deputato regionale dell’Mpa, fratello del governatore regionale Raffaele Lombardo, gratificato dalle amministrazioni di centrodestra del comune di Catania con incarichi nel settore dei servizi sociali prima e di gestione degli organi consiliari dopo.
Viene a consolidarsi perciò oggettivamente quel clima e quella cultura che hanno consentito al sistema di potere e alle oligarchie catanesi continuità nello svolgimento dei propri interessi e dei propri affari, mentre legge e ordine sono stati indotti ad impegnarsi contro i settori deboli della società, contro i diversi, contro i soggetti del conflitto sociale.
Alla vigilia di un autunno complesso e foriero di contraddizioni e di disagi, in una città che assiste sgomenta e disorientata alla crisi dei suoi assetti produttivi e alla paralisi dell’ente locale, non più in grado di garantire i servizi sociali minimi e i pagamenti alle cooperative e alle imprese affidatarie degli appalti, e attraverso esse degli stipendi dei lavoratori, appesi al filo esile e ricattatorio del licenziamento e della perdita dei propri soldi - condizione che ha pesato e non poco alle ultime elezioni amministrative - viene lanciato un segnale inequivocabile: essere comunisti, essere protagonisti di conflitti per affermare diritti contro i privilegi diventa una condizione da codice civile certamente, da codice penale probabilmente.
Nel frattempo il saccheggio della città continua: dopo avere affondato l’innovatore e riformatore Prg di Cervellati, si procede alla realizzazione del progetto megaspeculativo che interessa le aree che dal vecchio San Berillo arrivano alla Stazione, attraverso la progettazione (la classica foglia di fico) di M. Fuksas e con le consulenze di ex ministri (Fantozzi), ex deputati (Pellegrino), ex amministratori (Scuderi), tutti di centrosinistra, che danno il segno non solo di un consociativismo radicato ma, peggio ancora, di una subalternità del Pd e delle forze ad esso collegate al sistema delle imprese dei cavalieri del lavoro, vecchi e nuovi.
D’altra parte la domanda di legalità e affermazione del bene comune nel governo della città, messa in campo l’anno passato dai militanti dell’antimafia sociale e della intellettualità democratica, con una petizione di diverse centinaia di firme al Csm per la nomina di un Procuratore della Repubblica esterno alla città ed estraneo ai condizionamenti del suo sistema di potere, non ha trovato ascolto anche per responsabilità dei rappresentanti laici di tutto il centrosinistra, che hanno preferito dare seguito ai pressanti suggerimenti dei Palazzi romani e delle consorterie catanesi, fino al punto di chiudere la porta in faccia a Magistratura democratica e a fare finta di non capire e vedere quel che le carte inequivocabilmnte testimoniavano.
Il caso Catania è più attuale che mai, così come la necessità dell’opposizione sociale e il bisogno del cambiamento.