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Un nuovo movimento studenti-insegnanti

Publie le lunedì 1 settembre 2008 par Open-Publishing

Riaprono le scuole tra precariato, "fondazioni", minori risorse e voto di condotta

Un nuovo movimento studenti-insegnanti

di Loredana Fraleone

Tra pochi giorni inizierà il nuovo anno scolastico e le scuole torneranno ad essere abitate da centinaia di migliaia di docenti. Il personale della scuola, tra insegnanti ed Ata, rappresenta infatti una delle più grandi categorie di lavoratori di questo Paese. Lavoratori pubblici, quelli tanto osteggiati dal ministro Brunetta, che nello specifico settore della scuola provocano il tasso più basso di assenteismo tra tutti quelli del pubblico impiego. Questo accade, e potrebbe andare meglio se gli insegnanti fossero maggiormente valorizzati, perché si tratta di un lavoro di grande valore sociale, percepito come tale tuttavia quasi soltanto da chi lo fa.

E’ vero quello che ha sostenuto Rina Gagliardi recentemente su Liberazione , neanche la sinistra, in tempi recenti, ne ha saputo fare una questione centrale, di civiltà e di trasformazione. Ha delegato, nella migliore delle situazioni, gli addetti ai lavori di occuparsene. Ciò nonostante è stato possibile mettere in piedi, da ultimo contro la ministra Moratti, movimenti di grande portata e durata, che riuscirono allora, dall’opposizione, a bloccare o svuotare i provvedimenti più pericolosi messi in atto dal governo Berlusconi.

La situazione politico sociale oggi è peggiorata, ma la vitalità della scuola non è scomparsa. Le vicende attraversate dai precari, docenti e non, in questi anni, hanno prodotto una leva, non sempre di giovani tra l’altro, con una soggettività conflittuale ed una certa capacità di autorganizzazione. Ci sono precari con alle spalle una carriera di venti o trenta anni, ce ne sono alcuni alle soglie della pensione ed altri che ci sono andati con una retribuzione di poche centinaia di euro mensili.
Questo governo sta creando anche le condizioni per una mobilitazione studentesca, assente da anni, che potrebbe finalmente unirsi a quella dei docenti.

Il ritorno alla "condotta" come voto che incide sulla valutazione complessiva, infatti, avrà molto probabilmente una funzione catalizzatrice di molte altre forme di malessere giovanile, che non trovano sfogo normalmente, se non in forme irrazionali ed individualistiche.
Tra coloro che tra pochi giorni rimetteranno piede nelle scuole, siamo in molti ad avere piena consapevolezza di cosa significherebbe trasformare le scuole in fondazioni, avere ancora meno risorse e più alunni/e per classe.

Vi sono le condizioni perché la mobilitazione parta subito, del resto i sindacati di base l’hanno promossa fin dall’estate e per le confederazioni sarà impossibile non riprendere il conflitto agito ai tempi, tutto sommato recenti, del ministero Moratti.

In particolare non potrà sottrarsi il sindacato di categoria della Cgil, la Flc che tanta parte ha avuto nei movimenti in difesa e per il rilancio della scuola della Repubblica. Il nostro partito ha prodotto grandi aspettative con il recente congresso. La costruzione del "partito sociale", radicato nei movimenti e nella società non può fare a meno della battaglia per impedire la distruzione della scuola di tutti/e e per tutti/e.

La svolta di Chianciano ha creato le premesse perché finalmente il tema dell’istruzione, e forse quello della conoscenza più in generale, siano assunti per quello che contano in una società moderna, che rischia la regressione civile proprio a livello culturale, con l’avanzare di integralismi, razzismi ed egoismi d’ogni genere. L’obiettivo della trasformazione, dell’alternativa di società necessitano, nella fase attuale del capitalismo, di assumere come passaggio obbligato quello di un’appropriazione diffusa della conoscenza come condizione per rivoluzionare una società tanto complessa quanto ingiusta.