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Un paese stuprato

Publie le venerdì 1 giugno 2007 par Open-Publishing

La trasmissione di Santoro sui preti pedofili è esplosa come una palla di cannone, lasciando sbalordito anche chi conosceva già il video, eppure il silenzio di stampa e tv oggi è assordante.
Si può misurare anche da questo fatto gravissimo la distanza abissale dei nostri media da quelli di qualunque paese civile, dove la libertà di stampa è un valore e l’informazione è un diritto costituzionale, e questa omertà su di uno dei peggiori crimini sociali è una vergogna che offende e squalifica tutto il sistema dei media italiani, visto che su questi orrori hanno steso un velo di colpevole silenzio pur di non irritare le autorità ecclesiastiche. Non solo qui non ci sono inchieste ma si evita proprio il problema. Peggio di così non è possibile.

La CEI ha mandato ad Annozero uno dei suoi pezzi da 90, Monsignor Fisichella, rettore della Pontificia Università Lateranense e appartenente a quella Propaganda Fide che avoca a sé tutti i processi di pedofilia. Ma la sua furbizia non è servita a nulla, il vescovo non è risultato affatto convincente, proprio perché si attaccava a dettagli di interpretazione canonica sorvolando totalmente sul fatto del sostanziale non intervento dalla Chiesa nell’arco di 50 anni, e le sue parole: “Potete mandare i vostri bambini tranquilli alla Chiesa che ne avrà la massima cura” sono suonate stridule e false.

Le testimonianze delle vittime, e in particolare dei 4 abusati di Firenze da quel don Cantini che ha continuato i suoi crimini fino a 84 anni, nell’omertà del suo vescovo, sono state agghiaccianti.
Più ancora agghiacciante la narrazione di quel clima settario di intimidazione e plagio mentale con l’aiuto di una “veggente” che ha eliminato la volontà di quei ragazzi rendendoli simili a zombi.
Che tutto questo fosse approvato da un vescovo che in quel clima di perversa induzione era cresciuto, che lo conosceva benissimo e che avrebbe potuto essere stato lui stesso vittima sessuale o amico delle vittime è da non credere. E che quel vescovo Claudio Maniago sia ancora al suo posto senza una indagine della Chiesa su di lui come sugli altri vescovi implicati negli stupri, senza una indagine della Magistratura sulla sua complicità al reo, è demoniaco.

E spiace che non si siano sentite bene le parole di Marco Marchesi, la vittima che si è sentita chiedere 200.000 euro dalla curia di Agrigento perché la sua denuncia “sporcava l’immagine” della Chiesa.
Da cosa è formata questa immagine? Dalle mielose parole di propaganda o dai fatti brutali e consentiti?
Riposa quella immagine sul rinnegamento totale della parola del Cristo?

Ad Annozero la CEI ha fallito in pieno la sua autodifesa ed ha mostrato alla società un volto diabolico e inquietante, un volto menzognero e omertoso, che offende in primo luogo tutti coloro che nella Chiesa, come laici o clero, compiono opere straordinarie di sacrificio e dedizione. Sono essi per primi che dovrebbero ribellarsi allo scandalo, perché scandalo non è solo fare il male ma consentirlo e proteggerlo. Questo anzi è il delitto peggiore, perché chi è pedofilo può esserlo per malattia mentale ed avere attenuanti, ma chi lo lascia agire indisturbato quale alibi può avere per il suo comportamento delittuoso se non una difesa bieca del potere per il potere, che non tollera limitazione e non accetta pena per i suoi consociati qualunque cosa facciano?

E’ proprio la proterva protezione che la Chiesa ha dato e continua a dare ai propri membri criminali nel disinteresse cinico per le vittime a confondere i buoni con i rei, visto che il comportamento dei superiori è lo stesso e anzi proprio i preti da battaglia, quelli che più lavorano per il bene degli altri, vengono spesso criticati o penalizzati o rimossi.
Le azioni o non azioni della CEI nei confronti dei propri pedofili sono apparse in tutta la loro drammatica e collusa evidenza: insabbiare, non punire, non prevenire, nascondere.
Prevenire e punire non sono parole che appartengono alla Comunità dei Vescovi quando deve occultare i reati dei preti cattolici e preservare la propria immagine, ma che immagine è quella che riposa sulla menzogna e sul cinismo?

Qualunque cosa la CEI dichiari, non poteva risultare più chiaro che la cura delle vittime è totalmente assente dalla sua opera, non era nei suoi interessi, i bambini violati proprio non le importavano, solo l’immagine importava. E se non è mafia questa…
Questo è il peggiore cinismo e crimine e non ha attenuanti.

Solo un bigottismo feroce e una appartenenza male intesa possono ancora credere alla buona fede o affermare che sia spazzatura la testimonianza delle vittime e non la collusione coi rei.

Se per alcuni essere cristiani è appartenere a una istituzione e difenderla negando l’evidenza, questi dovrebbero fare un esame di coscienza su cosa sia essere cristiani, perché la difesa a oltranza dei colpevoli è molto lontana da quella Via, Verità e Vita di cui ha parlato il Vangelo. Al suo posto c‘è idolatria, collusione, automenzogna, falsificazione della fede.

Di fronte alla gravità dei fatti e dei comportamenti parlare ancora di famiglia, di bambini o elogiare, come Fisichella ha fatto, un milione di famiglie in piazza è surreale.
Questo è balzato chiaro in tutta la sua orrenda evidenza.

A riprova di quanto sia stupida la malafede di chi è complice di questo occultamento dell
a verità, lo minimizza, difende l’operato del Papa o della CEI, c‘è anche, oltre ai chiari tentativi di censura Fini e soci, l’oscuramento su youtube del famoso video che pure ieri ognuno poteva registrarsi traquillamente da RAI2.

A prova ulteriore di una Chiesa ostile alle vittime, arriva dagli USA la notizia che le autorità ecclesiastiche americane stanno nascondendo i loro beni per non pagare i risarcimenti.
In America molte diocesi sono fallite sotto il peso degli enormi risarcimenti pecuniari alle vittime, in quanto il Vaticano non le sorregge nei pagamenti. Ma la Chiesa vuole salvare i capitali più che i bambini e dall’alto arriva ora l’ordine di far sparire i fondi, là dove ci siano, per non pagare.
Il giudice Louise De Carl Adler ha minacciato di incriminare la diocesi di San Diego (140 casi) per oltraggio alla corte e per aver mentito violando la legislazione sulla bancarotta, per la sottrazione dai documenti di 770 conti correnti bancari.
Giuseppe Betori, segretario generale della CEI aveva appena detto: “Non siamo distanti dalle vittime e dalle loro famiglie. Anzi, siamo pronti a prestare anche la nostra collaborazione con le istituzioni pubbliche, quando si prendono provvedimenti civili o penali”. Invece quel che risulta è che non solo i processi, ove ci siano, sono ostacolati ma l’Organizzazione per le Parrocchie della diocesi di San Diego ha sollecitato le parrocchie a procurarsi nuovi codici fiscali e a trasferire i fondi in nuovi conti correnti bancari per farli sparire e non pagare i risarcimenti.

In Italia si fa peggio e, dopo aver ordinato alle vittime e alle loro famiglie il silenzio pena la scomunica, la CEI chiede risarcimenti alle vittime stesse per aver osato infangare la Chiesa.
In queste condizioni equivoche con che faccia la CEI può, ancora pretendere di essere creduta quando si presenta a tutela dei bambini?

Difesa delle vittime? La realtà tutta prova che il Papa e la CEI hanno finora difeso solo due cose: la loro immagine, i loro soldi.
Dei bambini e delle famiglie è importato loro ben poco, i bambini sono stati solo sventolati come pretesti per una utile e vantaggiosa propaganda.

Se il tribunale canonico che avoca a sé tutti i casi di pedofilia del clero volesse veramente difendere dei bambini innocenti non si chiamarebbe “Propaganda Fide”, ma “Defensio victimis”. Il nome stesso dell’istituto svela il suo reale intento, nascondere per mentire, fare propaganda, non fare verità.

Significativo anche il lapsus dell’intelligentissimo Monsignor Fisichella: “Ai vertici di ciò che la Chiesa considera peggior crimine c‘è la lotta a chi è contro la pedofilia”. Forse voleva dire “la lotta a chi è contro i bambini”, l’inconscio lo ha tradito.

Vedremo ora se la Chiesa si attiverà di più a protezione delle vittime e per consegnare i colpevoli alla Magistratura.
Ma l’esperienza ci dice che questo non avverrà.

Come non avverrà che la Magistratura italiana escluda i patteggiamenti per reati così infami o aggravi le pene o istituisca istituti appositi per la difesa dell’infanzia.

Come non avverrà che i media italiani escano dal loro torpido e progressivo servilismo ai poteri costituiti per difendere finalmente la libertà, l’informazione, la civiltà, il diritto, la ragione.

Noi vorremmo, con tutta l’anima, avanzare verso un futuro più evoluto e migliore, ma questi fatti e questi apparati dominanti che difendono il Male più che il Bene e i colpevoli più delle vittime non ci lasciano bene sperare.

Papa Giovanni, nelle sue profezie, disse: “Tutto sarà saputo, tutto verrà alla luce”.
Ma sapere non basta se il Male non sarà anche combattuto, e in un paese dove Stato, Chiesa e media collaborano a sotterrare la verità e a proteggere i colpevoli, non c‘è possibilità di futuro.

Va male, va molto male. Ne va della credibilità dello Stato, della Chiesa, dell’informazione. Ne va del nostro intero paese.

I pericoli ovunque si guardi sono sempre gli stessi, non conta se il reo è un ministro della finanze o un parroco o un redattore se il fatto è sempre uno solo: un potere che protegge se stesso ed è un pericolo per tutti gli altri. Un potere che non ha la minima coscienza morale ma si pone come unico scopo la propria apoteosi.

Certo c‘è crisi della politica che non è più credibile, ma quel che noi percepiamo è che la crisi ormai è allargata a macchia d’olio e colpisce la credibilità di ogni apparato.

Ma questa crisi ha sfondato i limiti di ciò che è sopportabile. Il potere lo sappia: sempre più persone all’inganno non ci stanno più!