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Un processo che ci rigurada tutti" Manifestazione a Consenza - adesioni
Publie le mercoledì 10 novembre 2004 par Open-PublishingUn processo che ci riguarda tutti
Il 2 dicembre prossimo si celebrerà in corte d’assise a Cosenza il
processo contro 13 attivisti in prevalenza meridionali accusati di
cospirazione, associazione sovversiva, associazione a delinquere. A due
anni dagli arresti, dopo diversi passaggi di fronte al tribunale della
libertà e la fase dell’udienza preliminare, la lunga vicenda giudiziaria
dei “cospiratori” della rete del Sud Ribelle giunge finalmente al
dibattimento di merito, in altre parole, al processo vero e proprio.
In questi anni non è mai venuta meno agli imputati la solidarietà
attiva, oltre che dei “compagni di strada” del movimento, del mondo
dell’associazionismo, dei sindacati, dei partiti politici più vicini
alle istanze del movimento, dell’Università della Calabria, della Chiesa
e di molte amministrazioni comunali calabresi, in primis quella del
Comune di Cosenza. A questa si è unita, in modo ampio e diffuso, la
calorosa solidarietà di tanti cittadini di Cosenza, di Rende, e di tanti
altri comuni calabresi.
Le ragioni di tanta attenzione, frutto allora dell’indignazione per
l’enormità della misura degli arresti e per l’incredibilità delle
accuse, si ripropongono intatte alla vigilia del processo. Due anni fa
fummo tutti in grado di giudicare l’assurdità di un castello accusatorio
che, senza presentare alcuna prova concreta, pretendeva in definitiva di
leggere come una sequela di attività criminose la limpida vicenda
d’impegno politico, sociale, sindacale e culturale che gli imputati
conducevano alla luce del sole e nel pieno rispetto dei principi
costituzionali. Oggi prendiamo atto della pericolosità di un processo
che si avvia senza che il castello accusatorio sia stato in alcun modo
mitigato dalla pubblica accusa, con tre imputati sottoposti alla misura
inutilmente vessatoria dell’obbligo di firma, con la scesa in campo
persino del governo, che ha avanzato la fantasiosa richiesta di un
indennizzo di cinque milioni di euro per danni all’immagine.
Sappiamo bene come vi sia stata negli ultimi anni in Italia una risposta
fortemente repressiva alla crescita di un forte movimento plurale di
contestazione delle scelte ultraliberiste nel governo dell’economia
globale, delle politiche di drastica riduzione delle libertà
fondamentali e dei diritti dei lavoratori, dei bambini, delle donne, dei
migranti e dei rifugiati, dell’incessante azione di distruzione degli
ecosistemi e delle risorse naturali, della mostruosità della guerra.
Questo movimento ci ha visto tutti partecipi, sia pur nella diversità di
culture e di posizioni politiche che ci contraddistingue. È anche da
quell’esempio che alcune straordinarie lotte in diverse realtà
meridionali hanno tratto ispirazione e linfa vitale: la lotta degli
stabilimenti meridionali della Fiat a Termini Imerese, Melfi e Cassino;
la coraggiosa battaglia di dignità delle operaie e degli operai della
Polti di Cosenza in difesa dei diritti sindacali; le eccezionali
giornate di protesta del popolo della Basilicata contro il deposito di
scorie nucleari a Scanzano e dei cittadini di Acerra contro
l’inceneritore; le lotte dei disoccupati napoletani e di tutto il sud
per il diritto a un futuro; la battaglia dei ricercatori, dei docenti e
degli studenti dell’Università della Calabria e di tanti altri atenei
italiani contro gli scriteriati progetti di nuova precarietà e
privatizzazione dell’università pubblica; le lotte dei migranti per
un’esistenza dignitosa e dei rifugiati per il diritto d’asilo.
Esiste un filo rosso che lega le accuse rivolte oggi ai tredici imputati
(e a tanti altri attivisti coinvolti in procedimenti analoghi) e
l’azione collettiva di migliaia di cittadini del sud e del resto del
paese. Sul banco degli imputati siedono oggi non tanto le vicende
peculiari di tredici persone ma i sacrosanti diritti di libera
manifestazione del pensiero, di espressione del dissenso verso le
politiche di qualsivoglia istanza di governo, di scendere in piazza, di
organizzare riunioni e dibattiti, di scrivere articoli e volantini, di
mandare e-mail e gestire siti web, persino di parlare al telefono.
Per questi motivi affermiamo che questa vicenda ci riguarda tutti da
vicino e che è necessario impegnarsi per costruire assieme iniziative di
solidarietà con gli imputati e di informazione e sensibilizzazione dei
cittadini in vista del processo. Ci impegniamo in particolare a:
Organizzare una manifestazione a Cosenza nel giorno di sabato 27
novembre; Organizzare un’assemblea nel giorno di domenica 28 novembre;
Organizzare un sit-in di fronte al tribunale di Cosenza il 2 dicembre.
Adesioni nazionali
Confederazione Cobas
Partito della Rifondazione Comunista
Adesioni regionali
Amministrazione Provinciale di Cosenza
Amministrazione comunale di Cosenza
Associazione Agorà Decollatura
Associazione culturale “Castagna”
Associazione “Nelson Mandela” Cassano Jonio
Ateneo Libertario “A gatta”
Circoli Arci Cs
Cgil Camera del Lavoro di Cosenza
Collettivo “Ci Simu” Unical
Collettivo XXVI Aprile Cassano Jonio
Collettivo Villapiana Scalo
Comitato studenti medi Itc “Pezzullo”
Comunità Curda calabrese
Confederazione Cobas Calabria
Cobas Scuola Cosenza
Cib-Unicobas Calabria
Cooperativa Interzona
Coordinamento Comunista Autonomo Decollatura
Coordinamento Ricercatori Università della Calabria
Cosenza Supporters
Federazione Anarchica Italiana
Federazione Provinciale Verdi
Indymedia Calabria
Laboratorio politico culturale Città Futura
Liberamente Soveria Mannelli
Movimento Ambientalista del Tirreno
Movimento Disoccupati Cosenza e provincia
Movimento per l’Unità della Sinistra Alternativa (MUSA)
Operai Polti Piano Lago
Progetto Calabrie
Progetto Comunista Amr
Partito dei Comunisti Italiani
Partito della Rifondazione Comunista
Partito Socialista Europeo
Savuto Antagonista
Adesioni individuali
Domenico Malarico Assessore Comune di Rende
Mario Brunetti - Movimento per l’Unità della Sinistra Alternativa (MUSA)




