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I radicali lanciano la campagna del NO al referendum. Per il NO sono Micromega, tutta la sinistra non parlamentare e tutti i cittadini democratici.
Il Pd è scisso e in profondo imbarazzo e dentro l’IdV ci sono prese di posizione contrarie a Di Pietro, come Pancho Pardi che si schiera visibilmente per il NO.
Questo referendum è una porcata peggio di quella di Calderoli. Un rimedio peggiore del male.
Il referendum non rende affatto agli elettori il diritto delle preferenze elettorali. Dirlo è una truffa.
Esso non corregge nessuno dei danni alla democrazia della legge di Calderoli ma sferra un danno ancora peggiore contro la democrazia, eliminandola di fatto.
Col SI’ si ottiene che il partito che ha anche un solo voto più del 2° prende il 55% e può governare da solo facendo a meno di qualsiasi alleato e con una maggioranza così schiacciante da poter nominare non solo il Presidente del Governo, ma anche i Presidenti delle Camere, il Presidente della Repubblica e i Presidenti di tutti gli organi di garanzia, inoltre potrebbe, a colpi di maggioranza, operare un vero golpe costituzionale. Il partito con la maggioranza relativa avrebbe la maggioranza assoluta e questo, chiunque vinca, è antidemocratico e non rispetta le scelte dei cittadini, alazando in modo grave l’astensione.
Oggi con l’indebolimento di tutti gli equilibri istituzionali non avremmo un bipartitismo ma una monocrazia, ovvero, con Berlusconi, un principato.
Di Pietro e D’Alema-Veltroni-Franceschini appoggiando i promotori hanno fatto una sciocchezza. Se ne possono ancora redimere. Sbagliare è umano, persiste nell’errore è diabolico.
L’Italia non è l’America, non ha i suoi contrappesi al potere, non ha due partiti di pari entità. Sfidare col 26% un partito che ha il 40% è suicida. Col 9% ancora di più. Aiuterebbe solo una dittatura a rafforzarsi.
A Berlusconi tutto questo conviene, è un formidabile aiuto. Se pure il suo consenso calasse dal 40% al 27, ciò gli basterebbe per prendere il pieno potere.
Non esiste in Europa nulla di simile. Ci chiediamo dov’è finito il programma del Pd di un sistema alla tedesca.
Parlare di riforme future è del tutto surreale. Se Berlusconi prenderà il potere assoluto, non lo renderà mai indietro.
Se i SI’ passassero, gli basterebbe mandare in crisi il Governo e fare nuove elezioni col nuovo sistema per diventare un dittatore. Chiunque vuole questo vuole il male dell’Italia.
Spero che Franceschini e Di Pietro lascino libertà di voto o di astensione ai propri elettori o denuncino con franchezza questi pericoli visibili a chiunque. Possono dire che gli ultimi eventi hanno fatto sorgere sospettisu eventuali svolte reazionarie e che non siamo pronti a questo passo, senza prima aver rafforzato gli istituti di contrappeso e controllo. Non farlo sarebbe criminale.
da masadaweb.org
Messaggi
1. Un referendum pericoloso, 9 maggio 2009, 10:18
Basterebbe pensare che, in linea teorica, se ci fossero venti partiti si potrebbe avere il 55% dei seggi in parlamento pur avendo solo il 2% dei voti!!!
1. Un referendum pericoloso, 9 maggio 2009, 14:50
Il concetto è chiaro ed è fin troppo evidentemente un effetto degli accordi che ci furono ( accipicchia se ci furono ,,,) nel famoso incontro tra Veltroni e Berlusconi, incontro che di fatto provocò la caduta di Prodi e "resuscitò" il Caimano ....
Come del resto oltre un decennio prima fu la "bicamerale" di D’Alema sempre a "resuscitarlo" ... corsi e ricorsi storici ...
L’accordo era quello di creare un "bipartitismo" obbligatorio per legge ...
Questo spiega l’attuale posizione del PD, certo nell’immediato oggettivamente suicida, ma che si pone appunto il problema di "blindare" questo bipartitismo obbligatorio, sperando un domani ( magari dopo la dipartita fisica del Caimano) di poterne approfittare loro ...
Certo, molto di meno si spiega la posizione dell’ IdV, ma questo è un altro discorso ....
K.