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Un uomo pericoloso: Vladmir Putin

Publie le lunedì 4 dicembre 2006 par Open-Publishing
3 commenti

La crisi di Berlusconi segnera’ inevitabilmente anche il mutamento della politica estera, dopo gli immondi teatrini con Putin, il fedele amico tanto democratico!

La Russia resta il paese dove i problemi si risolvono con una montagna di cadaveri, dove la vita umana non conta mai nulla, dove il popolo e’ solo calpestato.

Come il comunismo vi perpetuo’ la spietatezza degli zar, oggi il capitalismo di Putin eredita un cinismo ributtante e il nuovo zar eletto umilia i russi e nega ogni loro evoluzione. Una forma eterna di dittatura che si ripete immutabile nel tempo.
Putin consente gli agi di una classe di plutocrati, che fa fuori cinicamente non appena abbiano velleita’ politiche, domina con pugno di ferro e uccide l’informazione.

Il “caro amico” di Berlusconi non e’ diverso da Ivan il Terribile.

(Ma i forzisti italiani tacciono, mentre si scatenerebbero pieni di rogna se un’amicizia come questa fosse vantata da Prodi e fingono di ignorare che Prodi e’ stato inquisito per 4 anni da una commissione di 48 forzisti, allestita apposta per poter dimostrare con mezzi falsi che e’ ”un emissario del KGB”, proprio per ordine di chi il KGB se lo mette in casa. La capacita’ di Berlusconi di rigirare le frittate e di proiettare sugli altri quello che fa lui stesso e’ cosmica)

Nel 2008 il secondo mandato di Putin scade e la Costituzione ne vieta un terzo.
La sua ricchezza e’ immensa, sue sono le societa’ petrolifere che ha rubato agli avversari e come plutocrate puo’ fare quel che vuole dove vuole, ma l’attrattiva del potere e’ superiore a quella del denaro. E in Russia troppi gruppi di potere devono tutto a lui e non saranno intenzionati ad abbandonarlo, per cui e’ facile prevedere che lo faranno rimanere in Russia trasformando il suo mandato elettivo in una presidenza a oltranza.

Tutta l’economia e la politica della Russia sono incentrate su di lui e la maggioranza dell’elite che gestisce l’economia o l’informazione fara’ in modo che egli governi in eterno.

L’uccisione della giornalista Anna Politkovskaya, che aveva denunciato gli orrori ceceni, l’avvelenamento ieri di Yushenko e oggi quello di Litvinenko mostrano come il nuovo Dracula di Mosca faccia fuori gli avversari con una crudelta’ spaventosa.
Eppure Berlusconi arrivo’ a difenderlo come fedele democratico davanti al Parlamento europeo. Quanto dovremo tollerare prima che i forz-leghisti si sveglino dal loro sonno di morte?

In Russia, qualunque inchiesta voglia appurare la verita’ e’ morta. La Cecenia e’ il piu’ grande mistero di Putin.

Le maggiori bestemmie del mondo contemporaneo sono il Vaticano che difende Pinochet e Berlusconi che difende Putin, dicendo che i Ceceni se lo sono meritato.

E ora questo inqualificabile Guzzanti messo a capo di una turpe commissione per infangare Prodi con menzogne e false accuse, e’ mescolato con altri inqualificabili personaggi come Scaramella, nel sottobosco piu’ vergognoso dei cialtroni internazionali, mentre a Roma le eleganti signore spargono lacrime davanti a un Cavaliere pieno di droga fino all’orlo che vaneggia di famiglie cristiane .

La Russia non rispetta i parametri di una potenza democratica ma l’atteggiamento europeo nei suoi confronti e’ di una acquiescenza spaventosa. E i dati spiegano bene il perche’:

la Russia produce 60.7 miliardi di metri cubi di gas naturale, contro i 526 degli USA e i 178 del Canada.
E produce petrolio quasi quanto l’Arabia Saudita, 10.589 contro i 7.291 degli USA. In nome di questa ricchezza energetica, utin puo’ fare a meno dell’Europa, salvo servirsene come mercato, e puo’ imporre i suoi ricatti, tutto si gioco sul filo e non esistono reciproche denegazioni.

Putin ha proclamato la Russia grande potenza energetica e ha giocato tutto il suo sviluppo in funzione di gas e petrolio, tutto il resto e’ morto. I russi non hanno scelta: o pensano al petrolio o fanno la guerra. Non ci sono altri investimenti in altri settori economici, ne’ in istruzione o formazione. E’ un paese che non vuole e non puo’ usare altro linguaggio. Malgrado l’immiserimento dei tre quarti della popolazione il tasso di crescita e’ sul 7%, contro l’1,7 dell’UE e lo zero assoluto di Berlusconi. Gli investimenti esteri sono cresciuti del 40% ma solo un quarto della popolazione lavora nel settore energetico, il resto sprofonda nella miseria.

Per di piu’ incombe la mafia russa, molto peggiore di quella italiana, che si lega alla corruzione dello stato a tutti i livelli anche i piu’ bassi, sottraendo il 7% della ricchezza.

Lo stipendio medio e’ di 8500 rubli =323 dollari, una pensione media e’ di 150 rubli.

La corruzione riguarda ogni minimo atto della vita quotidiana come avviene nei paesi del terzo mondo.

L’ex magnate della Yukos Mikhail Khodorkovski e’ ai lavori forzati in Siberia. Avrebbe potuto essere un nuovo leader e aveva una grande visione politica con molto ascendente popolare, ma Putin non tollera oppositori come non tollera la nascita di nuove forze politiche. Come si presenta il futuro di questo paese? Troppe sono le ombre e poche le speranze.

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(Dopo aver ascoltato le Storie di Corrado Augias, Rai3, ore 12,45)

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da http://www.masadaweb.org

Messaggi

  • Dopo aver riletto un paio di volte l’articolo della signora V.Vivarelli, non ho ancora capito se la pensa sul serio su quello che ha scritto , oppure si é trovata per un momento in un stato confusionale.
    Che Yukos Mikhail Khodorkovski sia un vittima della persecusione "Putniana" è come affermare che Berlusconi è un peseguitato politico. Il sopra citato personaggio apparteneva alla stessa clica che dopo il crollo della Unione Sovietica, si sono arrichiti in pochi
    anni (grazie) alla complicità di Jelzin, svaligiando il patrimonio dello stato (cioè quello del popolo),diventando ricchissimi capitalisti.
    Non conosco la opinione della autrice, ma io sono della convinzione che i ladri, presto o tardi finiscono in prigione, almeno nei paesi civili (italia esclusa).Che con questo ladro sia andato perso un potenziale presidente democratico per la Russia, è veramente una tesi sbalordativa.Accordo invece che Putin non è neppure a me simpatico, ma sempre meglio di un Bush eletto democraticamente.
    D’accordo pure sulla situazione catastrofica per la maggiore parte della popolazione russa, ma la affermazione che "il comunismo vi perpetuò la spietatezza degli zar", non ci crede neppure Fini.
    C.Nicolodi

    • Caro Nicolodi
      mi spiace, io non sono una esperta dei fatti russi e non mi permetterei mai, ma gli esperti ci sono e l’articolo non era mio, mi sono limitata a riassumere quanto è stato detto in una recente puntata de Le Storie di Augias sul 3 da due esperti di storia recente della Russia, una è la spendida corrispondente della Stampa da Mosca, Anna Zafesova, di cui è appena uscito un libro molto pessimista su Putin.
      ("E da Mosca è tutto", editore Utet, pp. 192, € 16).
      Ma puoi anche leggere direttamente Anna Politkovskaja, la giornalista che più ha indagato la guerra in Ceceni, nel suo libro di Adelphi (La Russia di Putin).
      Puoi leggerne su
      http://www.lettera22.it/showart.php?id=5947&rubrica=11
      http://www.lastampa.it/_web/_RUBRICHE/Libri/articolo/articolo050530.asp
      http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/gEditoriali.asp?ID_blog=25&ID_articolo=1986&ID_sezione=&sezione=

      Ora io non sono nessuno, ma non credo che queste due persone abbiano scritto in stato confusionale e sicuramente ne sanno di Putin molti di più di me e lei.
      Con l’augurio di una migliore preparazione
      viviana

    • Allora, per informare il signor Nicolodi, mi sono andata a ricercare l’affare Khodorkovski.
      L’amministratore delegato della società Yukos e Platon Lebedev amministratore delegato di Menatep sono stati accusati di frode, truffa e evasione fiscale con un processo rapidissimo che non ha nemmeno dato agli avvocati il tempo di agire e si è concluso con una sentenza sbalorditiva: 9 anni di lavori forzati in Siberia.
      Mikhail Khodorkovski non è solo uno degli oligarchi del petrolio ma si era anche presentato a una elezione legislativa parziale a Mosca con un suo partito oppositore di Putin e si è fatto in modo che la condanna arrivasse come un fulmine per stroncare la sua candidatura. Khodorkovski è stato addirittura messo in isolamento senza poter contattare i suoi avvocati ed è stato infettato da un compagno di cella.
      L’avvocato canadese Robert R. Amsterdam, membro della squadra incaricata dalla difesa di Khodorkovski, ha dichiarato a “Der Spiegel” che la giustizia russa non è che un’amministrazione al servizio del potere russo e che non si può fare affidamento sulla sua integrità. Dice che Khodorkovski era la sola vera opposizione al presidente Putin, in quanto gli altri partiti sono solo di facciata per far numero ma sono al soldo di Putin. Alle elezioni a cui si era presentato, Khodorkovski aveva raccolto già un forte consenso ma l’autoritarismo di Putin non ammette oppositori.
      La principale unità produttiva della Yukos, la Yuganskneftegaz (il 76,79% della società) è stata venduta all’asta al gruppo russo Baikalfinansgroup per 260,753 miliardi di rubli, che corrispondono a 9,34 miliardi di dollari. Vincitrice dell’asta durata 10 minuti per la Yuganskneftegaz è risultato il fino ad oggi sconosciuto gruppo finanziari In genere questi gruppi finanziari sono gestiti da Putin. Chi controllerà la Yugansk sarà padrone di 11,63 miliardi di barili di greggio, il 17% delle riserve russe. La vendita della Yugansk è «illegale dal punto di vista del diritto russo e internazionale. Con queste azioni di forza, attraverso società di facciata, Putin è diventato uno dei maggiori magnati petroliferi del pianeta. Lo zar del Cremlino ha sotto di sé la prima compagnia russa di idrocarburi, che controlla circa un terzo della produzione russa di petrolio e quasi la totalità di quella di gas naturale.
      Gli altri oligarchi del petrolio hanno capito la lezione, hanno piegato la testa e si stanno mettendo proni davanti a Putin.
      Questi i fatti.
      Khodorkovski non è stato punito per evasione fiscale. E’ stato punito per velleità politiche.
      Giustamente Anna Zafesova sottolinea che in Russia l’autoritarismo non è mai morto e si passa solo da uno zar a un altro. Se poi il Nicolodi pensa che Stalin non sia stato un dittatore assoluto ma una brava persona molto democratica, il problema è suo e io non so che farci
      saluti
      viviana