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Una festa critica. Studenti, docenti e famiglie sfilano per la scuola pubblica

Publie le giovedì 30 ottobre 2008 par Open-Publishing

Una festa critica. Studenti, docenti e famiglie sfilano per la scuola pubblica

di Fulvio Lo Cicero

ROMA – Una vera e propria invasione. L’ha vissuta la Capitale, oramai abituata a tutto. Ennio Flaiano la giudicava così cinica che anche un marziano l’avrebbe stupita solo un poco; poi i romani ci avrebbero fatto il callo. Ma oggi non sembra essere andata così.

L’entusiasmo di decine di migliaia di ragazzi non solo romani, ma di tutta Italia, ha coinvolto tutti. Gli impiegati negli uffici di Via Barberini salutano festosi, poi scompaiono per qualche minuto e si riaffacciano con fogli stampati al computer: “Graaandi!”. Un funzionario con tanto di macchina, bloccato in una via laterale, fa un paio di telefonate, poi accosta e si mette beatamente a leggere il suo romanzo. I turisti quasi incantati da una città in fibrillazione, ma soprattutto stupiti di vedere tantissimi ragazzi che alzano striscioni ironici, alcuni davvero comici e farfugliano “Berluscioni…Berluscioni…”. Un giovane scrive “I have two dreams” e sotto l’immagine del premier e della Gelmini dietro le sbarre. Altri presentano la scritta “Il triangolo no!” ed indovinate chi è raffigurato? Berlusconi, la Gelmini e il Brunetta. Lazzi, slogan, canzoni, tutto il repertorio classico delle proteste, ma questa sembra ancora più sincera e vibrata.

Gli studenti sono raggruppati per istituto, insieme ai loro insegnanti. Ai margini incontriamo quelli della Vasca navale, la scuola “Roberto Rossellini” di cinema e televisione, che aspettano i loro docenti per partire, poi lo striscione del “Mamiani”, liceo classico storico della Capitale. Non mancano delegazioni dai ministeri, dall’Istituto centrale di statistica, da alcuni piccoli Comuni e da altri più grandi (Reggio Emilia, Milano, Lecce). Al centro, un insegnante contornato da colleghi e studenti apre un enorme cartone e comincia a distribuire pizza. Poco più in là, un gruppo di giovanissimi si siede accanto al cartellone pubblicitario del film “E tu da che parte stai?”, con Colin Farrell. Loro sembrano conoscere la risposta. Ogni gruppo mostra orgoglioso il suo striscione ai molti fotografi. Sorrisi, allegria.

Non poteva mancare la bara, che è pronta, ha scritto l’uomo che la solleva, per la scuola pubblica, definitivamente affossata da questo governo. Passano velocemente i musicisti, giovani con chitarra, sax, tamburo. Non suonano una musica qualsiasi ma fusion e con molta maestria. Quasi li rincorrono un nugolo di ragazze. Altri, più attempati, si fermano e cominciano a suonare “Bandiera rossa”.
Il clima di contrapposizione di ieri a piazza Navona sembra definitivamente superato. Nessuno ha voglia di agitarsi, è una festa gioiosa e critica, senza alcuna faccia arrabbiata. Qualche funzionario degli uffici del demanio, in giacca e cravatta, si affaccia al primo piano ed osserva perplesso lo sciamare di tutti quei colori e capelli e striscioni. Forse non gli piacciono. Gli studenti lo osservano e gli gridano: “Togliti giacca e cravatta e vieni a manifestare!”. Finalmente si scioglie in un sorriso.