Home > Una giovane comunista di Marsiglia al meeting di Rifondazione a Roma
Una giovane comunista di Marsiglia al meeting di Rifondazione a Roma
Publie le martedì 6 marzo 2007 par Open-PublishingUna giovane comunista di Marsiglia al meeting di Rifondazione a Roma
Di Bénédicte Dageville
Roma, domenica 4 gennaio 2007
« Abbiamo attraversato un periodo di difficoltà collettiva dopo questi giorni di crisi del governo », diceva stamane Franco Giordano, segretario di Rifondazione comunista, in occasione del meeting su « le nuove sfide di Rifondazione comunista » al quale ho assistito al Teatro Eliseo di Roma.
In una sala piena e davanti a parecchi giovani comunisti, la senatrice Lidia Menapace ed il segretario del PRC, Franco Giordano, hanno preso la parola per ridefinire il ruolo e la posizione del partito nell’Unione e trarre collettivamente degl’insegnamenti dal delicato periodo appena concluso.
In effetti, la sinistra italiana esce da una settimana di crisi di governo. Dopo essere stato disapprovato dalla sua maggioranza al Senato, il 21 febbraio, in occasione del voto sulla politica da fare in Afghanistan, il Presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha presentato le sue dimissioni al Presidente della Repubblica, che ha scelto di rifiutarle e di rinviare Prodi davanti alle Camera per la fiducia, che esse hanno confermato.
Il primo punto sollevato nel meeting é stato quello del voto che ha messo in minoranza il governo.
Un senatore del gruppo di Rifondazione Comunista, Franco Turigliatto, non ha rispettato le consegne di voto date dal partito ed ha preferito astenersi piuttosto che votare a favore del testo presentato da Massimo D’Alema, Ministro degli Esteri. La sua scelta é stata decisiva, poiché per far approvare il testo mancavano solo due voti. Ha scelto, d’altronde, di dare le dimissioni da senatore. « Il senatore Turigliatto non ha fatto cadere il governo Prodi, ma ha fatto cadere Rifondazione » ci ha detto Franco Giordano, mettendo in risalto l’importanza della disciplina di partito e rimproverando a Turigliatto di aver utilizzato la tribuna del Senato per esprimere la sua opinione personale e non per riportare la posizione definita collettivamente nel partito. Inoltre, egli ha riaffermato con forza i principi che guidano Rifondazione : la concertazione, il dialogo, la decisione alla base e quindi il suo rispetto da parte di tutti.
Con la crisi di governo, i comunisti italiani e l’insieme della maggioranza di sinistra hanno sentito il pericolo di un ritorno della destra.
Le divergenze dell’Unione a proposito della politica da fare in Afghanistan hanno fatto rinascere l’aggressività dell’opposizione. Forza Italia (destra berlusconiana) e Alleanza Nazionale (postfascisti) hanno reclamato ad alta voce le dimissioni del governo Prodi e lo svolgimento di nuove elezioni per risolvere la situazione.
Franco Giordano ha precisato che « Rifondazione non permetterà il ritorno della destra ». Ci ha anche detto chiaramente che il senso di responsabilità politica gli imponeva, per i compagni, per i cittadini italiani, per il suo paese, per la sinistra, di prendere decisioni chiare, sempre guidate dall’interesse generale, quello del popolo italiano.
La coalizione resta fragile, a causa delle numerose tendenze che unisce e della ristretta maggioranza di cui dispone al Senato, ma deve mostrarsi all’altezza. Il questo senso, il segretario del PRC ci ha precisato che la natura del sostegno del partito al governo Prodi non cambia : non si tratta di un’esigenza democratica per evitare il ritorno della destra ma di una volontà politica dei comunisti italiani nell’Unione.
Il PRC, un partito di lotta dalla sua nascita, sceglie di approfittare dell’esperienza di governo per il cambiamento ed il rinnovamento del paese. Si tratta di concretizzare, portandole al più alto livello, le rivendicazioni delle classi popolari. Bisogna per questo realizzare le riforme soffocate da cinque anni di berlusconismo, che sono oggi più che necessarie.
Rifondazione Comunista, rinnovando in modo chiaro la sua fiducia all’Unione ed al governo Prodi, fa la scelta dell’azione politica concreta : si tratta di dotarsi degli strumenti per lavorare al cambiamento della vita della gente in modo profondo, diretto ed immediato.
E’ facile restare un partito di protesta, é più difficile rimboccarsi le maniche ed applicare i principi che si sono fissati. Rifondazione, il partito di tutte le lotte, « partito di movimento » dicono i nostri compagni, ha fatto questa scelta.
« Rifondazione é su un filo, ci spiegava Franco Giordano, un filo fra il consenso ed il conflitto », un equilibrio fragile, che consiste nel comporre con la realtà per poter agire e migliorare le condizioni di vita delle classi popolari senza per questo tradire i suoi ideali e dimenticare la linea di condotta che si é data.
Ed é in questo senso che, io credo, noi Giovani Comunsiti dobbiamo portare avanti la candidatura di Marie-Georges Buffet. E’ una candidatura responsabile e coraggiosa, la candidatura di un partito e di una donna, pronti a rimboccarsi le maniche e a lavorare per prendere misure concrete, reali, in una parola : necessarie, per cambiare la vita dei cittadini.
Ed é perche la candidatura di Marie-Georges Buffet é una candidatura comunista, che esprime responsabilità e volontà, che votero’ per lei il 22 aprile prossimo.
La politica é la prova della realtà, é trasformare in atti le rivendicazioni popolari.
http://mjcf13.gauchepopulaire.fr/in...
Tradotto dal francese da karl&rosa