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Una grande folla dà l’estremo saluto a Piergiorgio Welby

Publie le domenica 24 dicembre 2006 par Open-Publishing
4 commenti

Davanti alla chiesa di San Giovanni Bosco a Roma
l’ultimo saluto all’uomo che aveva rivendicato il diritto di morire

Applausi e preghiere per Welby

Suonano le campane. La folla: "Vergogna"

In tanti hanno contestato il vicariato che non ha autorizzato la cerimonia religiosa

La moglie Mina: "Mi è passata la tristezza, sento che tu sei libero"

ROMA - Commossa partecipazione a Roma ai funerali di Piergiorgio Welby. Un lungo e sommesso applauso ha accolto l’arrivo del feretro in Piazza San Giovanni Bosco, accompagnato da Marco Pannella e Marco Cappato ed atteso dalla moglie Mina, in una piazza gremita di persone. In tanti hanno voluto esprimere la loro solidarietà per un uomo che "ha sofferto tanto e non ha avuto neanche il permesso di avere un funerale religioso".

Welby ha cessato di vivere, come da tempo chiedeva, nella notte fra mercoledì e giovedì, quando Mario Riccio, medico anestesista dell’associazione Luca Coscioni, ha staccato la macchina che teneva in vita il sessantunenne ammalato di distrofia muscolare. Prendendo la parola nel corso della cerimonia, Mina Welby, ha voluto ringraziare Riccio, definendolo "un uomo coraggioso e forte, che ha scelto di aiutare e venire incontro alle richiesta di Piergiorgio".

I funerali, che hanno avuto inizio alle 10.30 e si sono conclusi intorno a mezzogiorno, sono stati ’laici’, si è trattato cioè di una funzione non religiosa "davanti alle porte chiuse" della parrocchia dove la moglie Mina, cattolica praticante, avrebbe voluto che si celebrasse un rito religioso. "Mi sento ferita e quello che provo in questo momento è soltanto dolore", ha detto infatti Mina Welby nell’intervista a un quotidiano. Ma poi, nell’intervento sul palco, ha affermato, rivolgendosi idealmente al marito: "Mi è passata la tristezza: sento che tu sei libero".

Il vicariato ha negato il permesso per la cerimonia, innescando una discussione anche fra i credenti: la volontà di morire affermata con determinazione da Welby è per la Chiesa motivo per non concedere un funerale religioso, ma tra i fedeli c’è chi sostiene che una decisione del genere è contraria al principio della carità cristiana. E anche tra i sacerdoti: "Lasciamo a Dio e a lui solo il compito di giudicare la scelta di un uomo sofferente", ha detto infatti don Vitaliano della Sala ai microfoni di Radio Radicale.

Polemico anche presidente dei Verdi e Ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio: "E’ stato un errore non far prevalere la pietà cristiana e non consentire i funerali religiosi come i familiari di Piergiorgio Welby avevano chiesto". Di tenore opposto la posizione del segretario dell’Udc Lorenzo Cesa: "La sinistra radicale e anti cattolica si è scatenata strumentalizzando la morte di Welby, così come ne aveva strumentalizzato le ultime ore di vita. I funerali sarebbero stati una ipocrisia. Perché Welby, nella sua piena e totale libertà, ha sempre negato valori e principi che sono a fondamento della dottrina della Chiesa. Il no al funerale, dunque, è una forma di rispetto della volontà del defunto".

In tanti comunque nella piazza, nonostante la ’laicità’ dei funerali, hanno pregato per l’anima di Welby. Tra la folla c’è stato anche chi ha gridato "vergogna" all’indirizzo del vicariato di Roma. Un’anziana parrocchiana della chiesa San Giovanni Bosco, uscendo dalla messa, ha raccontato: "Sono stata alla messa dei fanciulli, questa mattina alle 9:30. E ho detto al sacerdote: ma che state facendo?, come vi state comportando? Oggi ho rifiutato l’eucarestia: quello che hanno fatto a Welby è incredibile".

La cerimonia si è conclusa con gli interventi di Mina, della sorella di Welby Carla, di Emma Bonino, Marco Pannella e Marco Cappato; dopo il feretro di Welby ha lasciato la piazza accompagnato dalle note di Antonio Vivaldi e da un lungo e commosso applauso della tante persone presenti.

Nel suo intervento, Emma Bonino ha citato il Mahatma Gandhi: "Siate voi il cambiamento che volete vedere nel mondo". "Questa è una piazza che ama la vita - ha aggiunto Emma Bonino - voi siete uomini e donne che amano la vita e che esprimete una profonda religiosità non quella bacchettona, non quella bigotta, ma una religiosità altra secondo la quale il corpo di ognuno appartiene a Dio, per chi ci crede, ma non certo allo Stato nè al governo".

Mentre Pannella ha affermato: "Oggi è già Natale, e grazie alla morte opportuna, conquistata e serena di Welby è nata una speranza".

(24 dicembre 2006)

Indirizzo web :www.repubblica.it

Messaggi

  • Oggi "E-Polis", quotidiano gratuito che viene distribuito a Roma negli esercizi commerciali, ha ricordato giustamente che Papa Woytila rifiutò di essere attaccato al respiratore che lo avrebbe probabilmente mantenuto in vita ancora per mesi .....

    Ogni ulteriore commento è superfluo ....

    Keoma

    • Domenica mattina ero a Piazza Don Bosco, c’erano migliaia di persone - non
      certo soltanto i mille di cui hanno parlato i media, tutti di
      destra, che non erano in sciopero -, quella piazza è già di per sè molto
      grande, ma ad un certo punto erano piene di gente anche le vie laterali.......

      Pochissimi i politici presenti - Paolo Cento, Gavino Angius, Mauro Paissan,
      Salvatore Bonadonna, Franco Grillini - oltre ovviamente a tutti i radicali.

      E, pur riconoscendo loro il merito di aver voluto essere presenti in una
      situazione "scomoda", erano veramente a disagio...curiosissima la situazione
      di Angius che cercava di abbassare la testa per non comparire in foto vicino
      ad un cartello, chiaramente fatto in casa, che esprimeva unn messaggio
      semplicissimo ed al tempo stesso durissimo, "Chiesa, vergognati !"

      Ma erano pochissimi anche i compagni "di movimento"; ho riconosciuto, tra
      migliaia di persone, non più di una quindicina di facce abituali delle
      manifestazioni e peraltro quasi tutte riconducibili ad organismi di quella zona di
      Roma, i centri sociali "Spartaco" e "Corto Circuito", il Comitato di
      Quartiere dell’ Alberone, alcuni compagni di Atesia.

      Il resto era, come si suol dire, "gente comune" e significativo è il fatto
      che le suore presenti, chiaramente riconoscibili dalle divise in una
      situazione dai forti tratti oggettivamente anti-vaticani, erano sicuramente
      di più dei "compagni di movimento" ...

      Mi è sembrato un ennesimo segnale del fatto che, come "compagneria",
      siamo da tempo incapaci di cogliere i momenti simbolici, quelli in cui la
      "gente in carne ed ossa" si mobilita anche senza grandi richiami mediatici,
      in questo caso addirittura con tutti i media "di sinistra" e laici muti per lo
      sciopero.

      In questo caso, nemmeno la sensibilità di saper cogliere un Natale
      "diverso", lontano mille miglia sia dalle prediche clericali - anzi
      apertamente contro di esse - sia dal delirio iperconsumistico che ormai
      caratterizza, più di ogni altra cosa e nonostante la crisi delle "saccocce",
      questo periodo dell’ anno.

      Una incapacità che mi mette francamente paura, non solo paura strettamente politica ......

      Comunque auguri, Dario.

    • Gardini sì, Welby no

      "In merito alla richiesta di esequie ecclesiastiche per il defunto Dott. Piergiorgio Welby, il Vicariato di Roma precisa di non aver potuto concedere tali esequie perché, a differenza dai casi di suicidio nei quali si presume la mancanza delle condizioni di piena avvertenza e deliberato consenso, era nota, in quanto ripetutamente e pubblicamente affermata, la volontà del Dott. Welby di porre fine alla propria vita, ciò che contrasta con la dottrina cattolica (vedi il Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 2276-2283; 2324-2325). Non vengono meno però la preghiera della Chiesa per l’eterna salvezza del defunto e la partecipazione al dolore dei congiunti" (Vicariato di Roma, Ufficio stampa e comunicazioni sociali, 22 dicembre 2006).

      "D. Wojtyla chiese che lo si lasciasse morire perché sapeva che oramai non c’era più nulla da fare? R. Non so rispondere con esattezza e non voglio nemmeno farlo, ma sono certo che lui fosse del tutto affidato nelle mani del Padre. Lui aveva fede in Dio e per questo motivo credo avesse capito che fosse giunta la sua ora" (cardinale Ersilio Tonini, arcivescovo emerito di Ravenna-Cervia, Il Tempo, 22 dicembre 2006).

      "’Non si deve disperare della salvezza eterna delle persone che si danno la morte’. Questo passaggio del Nuovo Catechismo dedicato al suicidio è stato ricordato oggi dalla Radio Vaticana in un servizio dedicato ai funerali di Raul Gardini. ’Dio - ha detto ancora l’emittente pontificia - attraverso le vie che Egli solo conosce, può loro preparare l’occasione di un salutare pentimento. La Chiesa prega per le persone che hanno attentato alla loro vita’. La Radio Vaticana ha anche ricordato quanto, nel maggio scorso, in occasione del suicidio del primo ministro francese, Pierre Beregovoy, disse il portavoce dell’episcopato francese, di fronte agli interrogativi posti per la concessione dei funerali religiosi: ’Non dimentichiamo che il rispetto di cui la Chiesa circonda il corpo di ogni battezzato è la testimonianza della fede della Chiesa nella Resurrezione e non un privilegio da accordare a chi l’abbia meritato. In questi casi, la Chiesa si rimette fiduciosa al giudizio misericordioso di Dio, il qual solo conosce i cuori, il quale solo è giudice’" (Ansa, 26 luglio 1993).

      "La vedova di Raul Gardini è entrata per la prima volta nella cappella della chiesa di San Francesco in cui è allestita la camera ardente. Il piccolo corteo ha raggiunto la cappella tra due ali di persone che affollavano la chiesa per rendere omaggio al feretro. La gente che si trovava nella cappella ha continuato a pregare. Idina si è alzata in piedi e si è rivolta a padre Giovanni Gambari, il parroco della chiesa, che le ha parlato a lungo e le ha tenuto le mani. Poi ci sono stati scambi di abbracci e condoglianze con gli amici presenti e anche con sconosciuti che hanno voluto salutare la vedova e i figli. Poco prima delle 18,30, orario della messa, Ivan è uscito mentre la madre e le due figlie sono passate in chiesa dove hanno assistito alla celebrazione. Ai funerali di domani la messa sarà celebrata dall’arcivescovo di Ravenna, Luigi Amaducci, con l’arcivescovo emerito, Ersilio Tonini, e i sacerdoti delle tre parrocchie frequentate dalla famiglia, don Zani del Duomo, don Salvatori di San Rocco e don Gambari di San Francesco" (Ansa, 25 luglio 1993).