Home > Una legge penale allo sfascio
In occasione della prossima inaugurazione dell’Anno Giudiziario, 70 Magistrati di Milano scrivono ai vertici dello Stato una lettera-denuncia scioccante, accusando un sistema di leggi iniquo, voluto e mantenuto in modo bypartisan, che ha imbavagliato il processo penale, cosi’ da fare dei Magistrati degli operatori socialmente inutili, nella totale distruzione di un sistema penale, cosi’ come vuole Berlusconi, cosi’ come conserva Prodi, tanto da ridicolizzare la giustizia nel nostro paese.
E a che servono allora le rampogne di Prodi o gli ultras pagati da AN per sabotare l’arrivo dei rifiuti campani in Sardegna? Ipocrisie e doppiezze si sprecano.
“Noi giudici del dibattimento siamo diventati lavoratori socialmente inutili. Ci sentiamo come i lavoratori americani degli anni Trenta, quando la logica economica del New Deal creava occupazione solo per consentire di percepire lo stipendio da spendere per far ripartire l’economia depressa: oggi pm, avvocati e giudici percepiscono lo stipendio (tutti dallo Stato) per fornire una giustizia penale del tutto inutile..
“Ciascuno di noi, nonostante le limitazioni alla trattazione delle udienze e le condizioni "preistoriche" in cui lavoriamo, abbiamo deciso 200 processi monocratici, quasi 14.000 processi”:
Ma un susseguirsi di riforme inique hanno annichilito il processo penale italiano. E se un Governo le ha fatte, il successivo le ha mantenute, mentre imputati eccellenti risultavano comunque impuniti e il sistema penale si distorceva in accuse a extracomunitari impunibili.
Accade cosi’ che: “per un buon 30% di processi si tratta di assolvere o condannare delle impronte digitali: stranieri mai identificati, che anni fa fornirono alla polizia un nome, ma che sono rimasti "fantasmi".. un altro 30% riguarda imputati identificati ma irreperibili, perche’ privi di fissa dimora a cui non possono nemmeno essere recapitati gli avvisi del processo, e che oltre tutto la Corte Europea ritiene soggetti colpiti da atti contrari al «giusto processo.. il rimanente 40% dei processi riguarda imputati identificati e avvisati ma che saranno sciolti da ogni impegno grazie all’indulto e alla prescrizione”.
A questo punto il sistema penale italiano e’ morto.
E diventa sommamente idiota minacciare i lavavetri..
Reati gravissimi “impegnano ogni giudice per 8/10 udienze al mese, per 100 giorni l’anno, dalle 9 alle 17, per definire in un anno circa 750 processi, 30 per ogni collegio ». Ma quando arriva la condanna anche rilevante, l’imputato e’ tranquillo perche’ sa che in carcere non andra’ mai.
A parte da questi impuniti “la bolgia dantesca» delle direttissime, spesso per reati ridicoli, come il possesso in casa di una piantina di marijuana (ora non piu’ reato), commessi di solito da extracomunitari con condanne tra i 3 e i 12 mesi,m che ingorgano le carceri “tutte rigorosamente espiate».
Dicono i giudici: “Noi non vogliamo carcere per tutti, ne’ siamo stati tutti contrari alle ragioni dell’indulto». Ma «un sistema repressivo che non reprime e’ una fabbrica che non produce, e’ un ufficio che non rende un servizio che gira a vuoto! . “Lo Stato che paga magistrati, amministrativi, strutture, interpreti, difensori d’ufficio, notifiche: tutto per sentenze il cui senso ci sfugge”. “Molti di noi non sono mai andati sui giornali e non ci tengono, non si tratta di desiderio di notorieta’. Vorremmo invece che nel dibattito sulle sorti della giustizia si considerassero non solo i processi importanti, ma il funzionamento della macchina nel suo complesso, e le cause delle disfunzioni”.
Quanto vogliamo scommettere che questo appello rimarra’ inascoltato?
Tendevano a questo le riforme di Castelli e le controriforme di Mastella?
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Nuovo Masada n. 612