Home > Una lettera ai vescovi per parlare Papa: «La Chiesa dica a no alla guerra»
Una lettera ai vescovi per parlare Papa: «La Chiesa dica a no alla guerra»
Publie le sabato 23 aprile 2005 par Open-Publishing4 commenti
Una lettera ai vescovi per parlare Papa: «La Chiesa dica a no alla guerra»
di Toni Fontana
Le adesioni stanno arrivando a centinaia, aderiscono gruppi di base, associazioni giovanili, e soprattutto sacerdoti che operano in special modo nelle regioni del nord-est, ma anche al sud e al centro. Il documento porta la data «Pasqua 2005», ma non a caso circola proprio in questi giorni e la maggior parte delle adesioni sono arrivate di recente. La «lettera aperta» potrebbe essere titolata «il forte disagio» che molti religiosi e laici provano di fronte al fatto che la Chiesa e, nello specifico la Conferenza episcopale italiana, non prendono posizione su «pace e guerra, opzione preferenziale per i poveri, legalità e illegalità». Un manifesto insomma che i firmatari propongono alla discussione tra i cattolici e soprattutto pongono all’attenzione dei vescovi italiani e che ricalca un analoga presa di posizione dello scorso dicembre sottoscritta dai religiosi Alex Zanotelli, Albino Bizzotto, Luigi Ciotti, Andrea Gallo, dal giornalista Renzo Giacomelli, dal teologo Carlo Molari in occasione dell’attacco militare americano contro la città irachena di Falluja.
Quello della guerra è infatti il primo tema tra quelli elencati nella «lettera aperta». «Gli avvenimenti tumultuosi, la povertà e la fame combinate con tutte le forme di violenza, il malessere del pianeta - si legge nel documento pubblicato sul sito beati.org - non mettono in evidenza solo l’inadeguatezza delle nostre risposte, ma costituiscono le grande domande di Dio sul nostro annuncio della salvezza, sul modo in cui, per la nostra fede in Gesù, rispondiamo alla storia». Nel capitolo dedicato alla guerra si legge tra l’altro: «Perché non abbiamo il coraggio, in nome di Cristo, di dire no alla guerra sempre, dovunque e comunque perché la guerra è sempre violenza?... Le armi sono sempre state, anche oggi, lo strumento della pace imperiale, quella dei crocifissori e non della pace cristiana..».
Riferendosi all’Iraq la lettera prosegue affermando che «si avalla come missione di pace un’occupazione militare seguita alla guerra preventiva che lo stesso papa Giovanni Paolo II ha definito immorale, al di fuori di ogni diritto nazionale e internazionale». Nella parte dedicata alla legge Bossi-Fini il documento afferma che «gli immigrati sono la denuncia fatta carne dell’ingiustizia mondiale che arriva a casa nostra». Gli altri punti sono la denuncia della «demolizione dello stato sociale» e dell’«illegalità» (modifiche della Costituzione, emanazione di legge a difesa di privilegi...). I promotori dell’iniziativa intendono promuovere una discussione su questi temi e pensano ad un «evento comunitario e gioioso» che potrebbe aver luogo all’Arena di Verona.
http://www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=HP&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=42252





Messaggi
1. > Una lettera ai vescovi per parlare Papa: «La Chiesa dica a no alla guerra», 24 aprile 2005, 00:12
Cara Patrizia,
ti ringrazio di questa lettera. Conosco le persone che nomini e sono dalla loro parte. Ho firmato anche io l’appello di cui parli. Ho lavorato con loro per otto mesi per la campagna delle bandiere di pace distribuendo 10.000 bandiere e attaccando 5.000 volantini e poi ho continuato a seguire le loro parole e azioni. Girando per sedi di partito e parrocchie ho toccato con mano le diverse posizioni nei riguardi della pace; ho trovato una risposta positiva e immediata di grande coinvolgimento e aiuto nelle sedi sindacali, specialmente nella CGIL, nella gente comune, tra i lavoratori, ma sono rimasta spiacevolmente sorpresa dalla reticenza se non addirittura dalla opposizione delle parrocchie. Ho avvicinato anche personaggi alti della chiesa e la loro risposta e’ stata addirittura ostile. Ho visto cosi’ nella pratica che le parole di pace del papa restavano inascoltate proprio da parte di coloro che piu’ avrebbero dovuto seguirle e applicarle e che il suo messaggio contro la guerra era come un manifesto vuoto, buono per creare verso il mondo una piacevole immagine, senza poi che seguissero direttive interne alla chiesa per tradurle in azioni e in un coinvolgimento piu’ stretto dei cristiani. Cosi’ si e’ formata in molti la convinzione che il papa dovesse, per il suo ruolo, dire certe parole, ma che, se queste non si attivavano in comportamenti concreti specie dei preti o dei politici , non faceva poi molta differenza, anzi questo coinvolgimento non era nemmeno richiesto, tutto restava alla superficie come un bello spettacolo, una immagine vaga senza contenuto che non creava consapevolezza e coscienza. Ho conosciuto molti sacerdoti in gamba, primo fra tutti Alex Zanotelli, e ho la sua foto con mia figlia qui davanti al mio pc. Ho letto gli scritti di don Tonino Bello, ho seguito Don Ciotti.. ho lavorato con i Beati Costruttori di pace, ma mi sono resa conto che queste persone spesso erano sopportate a fatica nel seno della chiesa e considerate con diffidenza se non criticate e cacciate. Non ho mai perdonato a papa Voitila di aver considerto giusto portare armi nel Kossovo e contaminarlo con uranio impoverito. Il suo odio contro il mondo comunista e’ stato tale da accecarlo in quella che comunque era una guerra che portava morte e distruzione. Non ho mai perdonato al vescovo della mia citta’, Biffi, il suo odio verso gli islamici, contro cui avrebbe volentieri scagliato una nuova crociata. Resto poi profondamente disturbata ogni volta che vedo ripetersi la sceneggiata di persone che si credono cristiane e accusano gli altri di non avere fede e riescono poi con grande tranquillita’ a votare gente indegna come Berlusconi o Fini o la Lega, senza nemmeno sentire la loro incoerenza politica e magari convincendosi davvero che la permanenza delle nostre truppe in Irak sia una operazione di pace, malgrado tutte le prove contrarie, come se fossero preda di un grave pregiudizio che li rende ciechi e incapaci di capire il male che viene fatto. La stessa legge Bossi-Fini e’ un atto di guerra, un insulto all’uomo, un motivo di sofferenza ulteriore, un atto di disprezzo verso i deboli che non impedisce che presunti cristiani votino tranquillamente per i loro autori. Le stesse presunte defiscalizzazioni che rendono piu’ ricchi i ricchi indebolendo le classe piu’ povere e indebolendo lo stato sociale sono atti di guerra che tuttavia vengono ignorati in un atotale assenza di pieta’ cristiana.
Riguardo alla chiesa e alle belle parole di papa Voitila ho visto che esse non facevano nascere in gran parte della sua chiesa alcuna evoluzione, e ho pensato spesso a come le direttive interne fossero molto piu’ precise, dirette e seguite, a proposito della condanna dell’omosessualita’, della pillola, del contraccettivo...quelle si’ raggiungevano i parrocci e, attraverso essi, i fedeli, come se si trattase di cose a cui la chiesa teneva molto, molto di piu’ che a educare alla pace e a discostarsi sia dalla guerra che da coloro che la difendevano con abiette giustificazioni che risultavano poi alla luce dei fatti false, costruite ad arte e odiose. Eppure quella stessa difesa della vita che era sventolata con tanto fanatismo per la contraccezione, la regolazione delle nascite, la penalizzazione del corpo femminile, l’autodeterminazione femminile, era tutto quello che riusciva e emrgere in certa chiesa, mentre la stessa difesa della vita diventava ben poca cosa di fronte alle vittime della guerra, alle torture, alle abiezioni, alla miseria, all’AIDS, alla prostituzione ....come se in fondo si trattasse piu’ di esercitare un potere sull’uomo regolamentando la sua sessualita’ che di di un reale dovere verso la vita in assoluto, che e’ cosa ben piu’ nobile della difesa a oltranza di un embrione o di uno spermatozoo, e che dovrebbe essere comunque salvata o resa dignitosa in ogni sua parte, nell’uomo come nella donna, nel bambino come nell’adulto, nel cristiano come nell’islamico... combattendo la guerra che si porta con le armi e quella che si porta con la miseria, la malattia, l’ignoranza, il pregiudizio, l’emarginazione.....ma tutto questo nella maggior parte della chiesa, sia italiana che americana, l’ho trovato assente ingiustificato
viviana
1. > Una lettera ai vescovi per parlare Papa: «La Chiesa dica a no alla guerra», 24 aprile 2005, 22:55
""Eppure quella stessa difesa della vita che era sventolata con tanto fanatismo per la contraccezione, la regolazione delle nascite, la penalizzazione del corpo femminile, l’autodeterminazione femminile, era tutto quello che riusciva e emrgere in certa chiesa, mentre la stessa difesa della vita diventava ben poca cosa di fronte alle vittime della guerra, alle torture, alle abiezioni, alla miseria, all’AIDS, alla prostituzione ....come se in fondo si trattasse piu’ di esercitare un potere sull’uomo regolamentando la sua sessualita’ che di di un reale dovere verso la vita in assoluto, che e’ cosa ben piu’ nobile della difesa a oltranza di un embrione o di uno spermatozoo, e che dovrebbe essere comunque salvata o resa dignitosa in ogni sua parte, nell’uomo come nella donna, nel bambino come nell’adulto, nel cristiano come nell’islamico... combattendo la guerra che si porta con le armi e quella che si porta con la miseria, la malattia, l’ignoranza, il pregiudizio, l’emarginazione.....ma tutto questo nella maggior parte della chiesa, sia italiana che americana, l’ho trovato assente ingiustificato""
E tutto questo la Chiesa ufficiale non riesce a capirlo.E non l’ha mai capito nel corso della sua storia.
Perchè è diventata un potere,o meglio non rinuncia al suo potere di sempre e mi spiace dirlo, è sempre stata a sostegno del più forte.
Papa Woitila almeno ha parlato contro la guerra in Irak,si è battuto fino all’ultimo per cercare di scongiurarla.
Questo Papa sarà capace di fare altrettanto o tacerà?
L’arrivo di Bush a Roma in occasione dei funerali di Giovanni Paolo II,la sua ostentata sicurezza, non possono essere interpretati come un riconoscimento ufficiale per la sua missione di morte?
Patrizia
2. > Una lettera ai vescovi per parlare Papa: «La Chiesa dica a no alla guerra», 25 aprile 2005, 08:36
Non so, proprio, cara Patrizia, a cosa il mondo ci portera’. Io sono vicina a sacerdoti come Alex Zanotelli, don Ciotti, Padre Cavagna, padre Mora e ricevo lettere di sacerdoti da ogni parte d’Europa o so di dichiarazioni di teologhi o di grandi figure religiose delle due Americhe, e sono molto preoccupata. Diciamo che le mie critiche alla chiesa gerarchica sono ancora poca cosa rispetto a quello che leggo e sento dalla chiesa ufficiale. Ci sono molte chiese e non sono tutte come Raztinger, come ci sono molte sinistre e non sono tutte come D’Alema. Non mi interessano gran che le obiezioni dei cattolici ipocriti che si dichiarano cattolici e poi vanno a votare per questo governo dissoluto indifferenti, alla guerra e alla miseria portata da un mercato perverso, tocco ogni giorno con mano l’ignoranza di presunti cattolici pronti a chiamare atei o comunisti tutti coloro che dicono cose diverse dalle loro opinioni, ma che non conoscono nemmeno i fondamenti della loro fede o sanno solo cio’ che viene detto dalla tv o non applicano il Vangelo, come tocco con mano l’ignoranza di presunte persone della sinistra che si sprecano in attacchi verbali e poi non sono disposte a fare nulla personalmente per aiutare gli altri.
Sono entrata in Manitese dopo aver conosciuto, con mia figlia, ad una conferenza, la Sabina Siniscalchi che io stimo come una delle migliori persone del mondo e lavorare nel mondo dei volontari mi ha dato una enorme fiducia nelle persone, nei giovani. E poi in tutta la mia attivita’ di insegnante e attraverso la campagna delle bandiere di pace ho contattato una grande umanita’ bellissima, a cui non ho chiesto se andasse in chiesa o no, o per cosa votasse, o cosa credesse, mi e’ bastato vedere quello che faceva in pratica, mi e’ bastato toccare il loro cuore buono. Nel movimento no global ho conosciuto persone grandi, non ragazzetti sprovveduti e ingenuotti come dice qualcuno con disprezzo, ma anime nobili, ho visto Vandana Shiva, Oliver Sacks, il grande Zanotelli, Francesco Gesualdi....ho conosciuto sindacalisti, preti, operai, combattenti, esuli, gente di ogni colore, religione, partito e bandiera, gente semplice e premi nobel..gente che aveva sofferto, era stata in carcere, aveva offerto la propria vita per la liberazione degli altri, per la conoscenza, l’istruzione, la dignita’, la salvezza, il lavoro, la liberta’, i diritti... Ho imparato a distinguere l’ipocrita, l’incoerente, l’aggressivo, il politicante, il verboso, il maligno, il perditempo, il supponente.. da chi invece si impegna sul campo con onore e purezza di intenti e "lavora" veramente per gli altri.
Francamente sono arrivata ad un punto in cui non mi interessano piu’ le etichette, non mi interessa se uno si dichiara bigotto o ateo, ho conosciuti bigotti avari e malvagi, e atei che dedicavano la loro vita agli altri, preti cattivi e magiapreti buonissimi, Bush si dichiara un cristiano fervente e 45 milioni di americani non hanno nemmeno l’assistenza sanitaria e sta portando morte e distruzione al mondo, non mi interessa se uno si dichiara liberale o comunista o anarchico, questo governo che ci porta alla rovina indifferente all’impoverimento del paese dichiara di difendere la democrazia e la liberta’, ma nel mio viaggio attraverso la Russia 26 anni fa ho visto con molto dolore che tipo di benessere e liberta’ era stato portato da un governo comunista, in quanto agli anarchici ci sono tra loro le persone piu’ nobili e disinteressate che ho conosciuto.. e dunque a che portano le etichette? sono come sopravvesti che uno si mette per darsi un tono e crearsi una identita’ ma quel che conta poi e’ la persona, la sua intelligenza, la sua capacita’ di impegnarsi in cose giuste, le sue opere. Non abbiamo bisogno di un mondo binario dove la gente e’ divisa tra ’quelli che stanno con me’ e ’quelli che stanno contro di me’, gli ’amici’ e i ’nemici’. Sono stanca di queste contrapposizioni sterili e pressappochiste. I problemi sono tanti e possiamo risolverli solo mettendosi tutti assieme e volgendoci a precise soluzioni, un problema alla volta, come si fa col volontariato, si dice: il problema e’ questo, cosa si fa? e si ascoltano le proposte di lavoro per la loro validita’ e non valutando le etichette. E’ solo cosi’ che gli uomini imparano a stare insieme, a lavorare insieme, altrimenti avremo sempre campi di battaglia. Non ci sono etichette che danno patenti di superiorita’, ci sono solo impegni personali per migliorare il mondo.
Amo il Vangelo perche’ dice nel modo piu’ semplice che cosa si deve fare, ma amo anche l’etica di Kant che assegna alla responsabilita’ di ognuno il proprio dover essere, guidato solo dalla propria coscienza e credo nel monito di Jung per cui la vita deve essere una continua evoluzione dall’Io al noi per il bene di tutti.
ti abbraccio perche’ sei buona
viviana
3. > Una lettera ai vescovi per parlare Papa: «La Chiesa dica a no alla guerra», 25 aprile 2005, 16:10
Da parte mia , grazie per i bellissimi articoli che scrivi su Bellaciao
Patrizia