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Una lettera da leggere quando hai tempo...

Publie le mercoledì 19 ottobre 2005 par Open-Publishing

MARIA G. DI RIENZO: UNA LETTERA DA LEGGERE QUANDO HAI TEMPO

Caro ...,
lascia che ti racconti una storia, perche’ sono stata incaricata di portarti
dei saluti.
Il 13 ottobre e’ nata la seconda bambina di una mia cara amica. I suoi
genitori volevano un nome che contenesse un augurio di pace, e cosi’ questa
piccina si chiama Iris. La mia preghiera per lei e’ stata che la terra
l’aiutasse a mettere radici in tutto cio’ che e’ buono, che l’aria la
tenesse in sicurezza fra le sue braccia di nuvola, che il fuoco facesse
risplendere la sua fiamma interiore e che l’acqua la sostenesse e la
nutrisse con l’esempio della sua pazienza e della sua forza. Ma mentre
facevo questo, sono incappata in quello che Kurt Vonnegut avrebbe chiamato
un "cronosisma". Ho visto la neonata spalancare gli occhi, trasformarsi in
una donna adulta dal volto severo e addolorato. Pure, ha piantato il suo
sguardo nel mio con una dolcezza attenta, come quando si pianta un seme.
*
"Come avete potuto essere cosi’ ciechi, nella tua epoca?", mi ha chiesto a
bruciapelo. "Io vivo nel 2050, dopo le grandi guerre per l’acqua, ma quando
tu vivevi esse potevano essere evitate. Sapevate che piu’ del 25% della
popolazione globale sarebbe vissuta in paesi dove l’acqua sarebbe stata
sempre piu’ scarsa, e sapevate che il surriscaldamento del pianeta stava
peggiorando la situazione. Nel 2005, l’anno in cui io nacqui, l’ex
segretario dell’Onu Boutros Boutros-Ghali disse per l’ennesima volta che la
prossima guerra in Medio Oriente sarebbe stata combattuta per l’acqua, non
per il petrolio. Perche’ non avete fatto nulla?
E ascolta: ricordi le Maldive, e Tuvalu che fu per breve tempo completamente
sommersa nel 2004? Queste isole sono annegate, scomparse. Il
surriscaldamento globale ha sciolto i ghiacciai ed ha innalzato il livello
del mare, e questo innalzamento sta continuando tuttora e andra’ avanti
ancora per secoli, perche’ nell’anno in cui io nacqui era iniziato lo
scioglimento anche delle calotte polari.
L’Amazzonia ed il Borneo sono diventate per la maggior parte aride e molte
loro foreste sono bruciate. L’Europa del nord e’ invece molto piu’ fredda,
perche’ lo scioglimento delle calotte polari impedisce il crearsi della
Corrente del Golfo inviando acqua fredda nell’Atlantico del nord.
Gli oceani sono acidi e tutto cio’ da cui dipendeva la vita in essi e’
morto: plancton, molluschi, banchi di coralli. E questi oceani morti
ribollono di calore, e gonfiano tifoni ed uragani che colpiscono ovunque.
E lascia che ti parli dell’Africa, gia’ martoriata dalle guerre. Man mano
che le fattorie si trasformavano in deserti a causa dei periodi di siccita’
sempre piu’ frequenti, milioni di persone cercavano di lasciare i loro
paesi, in cerca di cibo, e venivano umiliati e respinti ovunque andassero.
Voi lo sapevate. Era gia’ cominciato.
E dimmi dell’Italia, paese che ci avete consegnato umiliato, impoverito,
involgarito in ogni aspetto della vita civile e democratica, pieno di un
rancore tanto piu’ feroce perche’ basato sulla superficialita’ e
l’ignoranza. Dimmi di questo paese che era crudele con i deboli e servile
con i potenti".
*
Cara nipote, ho detto, a tutta prima mi verrebbe da risponderti che sono
felice di non esistere piu’ in un mondo siffatto, per poi ritirarmi in
fretta, piena di vergogna, nella regione spettrale dalla quale mi hai
evocato.
Ma tu hai ragione.
Anche se sono morta ti devo una risposta migliore di questa.
Ti parlero’ allora del perche’ non abbiamo fatto nulla, o abbiamo fatto
poco, nel posto che conosco meglio, e in cui tu come me sei nata.
Molti italiani del 2005, cara Iris, erano molto piu’ interessati alla
propria sopravvivenza e al proprio svago, che all’ambiente o alle istanze
relative ai diritti umani, civili o democratici. Drogati da televisione e
telefonini, volevano solo che gli si permettesse di vivere tranquilli.
C’e’ da dire pero’ che la loro partecipazione democratica veniva percepita
come una noia, una seccatura o un imbroglio non solo da loro stessi. La
societa’ civile veniva invocata dai politici a loro comodo, e rigettata non
appena si mostrava.
Il quadro della distruzione dei movimenti era desolatamente ripetitivo:
cooptazione (ne facevamo assessori un paio), formazione di liste elettorali
autonome (in cui ci si scannava sulla "testa di lista" e sulla perduta
"purezza"), attribuzione a loro ed altri dei fallimenti elettorali (era
colpa dei "girotondi", dei documentari, della satira).
Per indurre le persone ad accettare i ruoli imposti, gli si davano vari tipi
di "bromuro culturale" che li mantenevano docili, fra cui un’informazione
drogata e mete ed eroi triviali o assurdi; battendo sul tasto della paura e
dell’avidita’, gli si insegnava il "patriottismo" necessario per armarsi e
uccidere in nome degli interessi, della sicurezza, della sopravvivenza del
proprio paese.
Perche’ chi era al potere ci rimanesse, e le corporazioni economiche
potessero mantenere i loro vantaggi, a questa gente si dava un nemico, di
modo che ogni forma non democratica di governo e di legislazione fosse
percepita non solo come piu’ efficiente, ma come inevitabile e giusta.
*
E anche chi metteva in questione tale stato di cose sembrava vivere nel
mondo delle fiabe, e ripeteva gli stessi cliche’ e gli stessi slogan
persino quando questi venivano smentiti dall’esperienza diretta: costoro si
aggrappavano ossessivamente ai loro miti, senza riconoscerli per tali.
Dicevano: "La gente vuole stabilita’. Non possiamo cancellare tutte le leggi
della destra, bastera’ emendare qui e la’". Intanto i legislatori, ben piu’
preoccupati dei propri affari e della propria rielezione che del futuro del
pianeta, si dimostravano incapaci, completamente privi del senso del loro
servizio alla comunita’, asserviti ad interessi dei gruppi di potere
economico e spalmati a tappeto sulla politica guerrafondaia statunitense.
Dicevano: "Dobbiamo batterli sul loro stesso terreno e riformare". E cosi’
assistemmo alla distruzione della Costituzione e dei diritti democratici,
quasi non sapessimo piu’ che farcene.
Dicevano: "La politica la fanno i politici. Loro sanno quello che fanno,
sono li’ apposta". Una menzogna che la maggior parte della gente accettava
con gratitudine, giacche’ permetteva loro di restare politicamente inattivi
e non li costringeva a pensare e ad agire. Eravamo governati/e da un mucchio
di sciocchi e furfanti benestanti, socialmente prominenti e laureati: ma
restavano degli sciocchi e dei furfanti, e prendevano decisioni per il resto
di noi.
Dicevano: "Ma abbiamo il diritto di parola". Si’, con la maggioranza dei
giornali, delle reti televisive e radiofoniche di proprieta’ di gruppi
economici o sotto il controllo del governo (che guarda caso assai spesso
facevano capo alla stessa persona); il resto dipendeva dalla pubblicita’ per
sopravvivere e accordava le vele al vento, oppure si trattava di
pubblicazioni alternative che lottavano con ancora maggiori difficolta’
finanziarie e che in ogni caso raggiungevano segmenti assai ristretti di
pubblico.
*
Dicevano: "Dobbiamo combattere il terrorismo". In effetti, non ne avevamo
mai avuto tanto bisogno. Del terrorismo, intendo. Senza questo nemico
indistinto non ci sarebbero state scuse per l’invio di soldati italiani in
guerra alla faccia della Costituzione, per il bilancio del Ministero della
Difesa, per i profitti delle industrie correlate (belliche, affittuari di
"contractors", ecc.). Inoltre, era molto bello poter biasimare il
nemico/terrorismo per ogni cosa che andasse storta o quando un altarino si
scopriva, inchiodando il politico di turno alle proprie responsabilita’: si
poteva sempre urlare che c’era la guerra santa e stornare l’attenzione.
Di converso, ogni idiota aspirante alla gloria e al potere poteva indicare
il proprio nemico come l’altrettanto indistinto "imperialismo americano" e
formare il proprio gruppo di combattenti.
La cosa interessante di quest’arrangiamento e’ che non solo permetteva ai
due contendenti (governi e gruppi terroristici) di forzare la sottomissione
nei propri popoli per le soverchianti necessita’ della guerra, ma consentiva
anche di accusare chiunque non fosse d’accordo dei peccati mortali di
"scarso patriottismo" o di "infedelta’ religiosa" o di "tradimento del
movimento", grazie ai quali saremmo stati/e consegnati/e alla barbarie del
nemico.
*
Dicevano: "La Costituzione puo’, deve essere adattata ai tempi, al
federalismo, alle riforme, eccetera". A dimostrazione che quando si
raggiungono le leve decisionali, non abusare del proprio potere e’
impossibile? Mi chiederai tu.
Ed io in verita’ non so dirti a che titolo pensassero di poter alterare il
patto fra cittadini e cittadine senza consultare i diretti interessati e le
dirette interessate.
Chi scrisse la Costituzione vergo’ un documento bilanciato e intelligente,
teso anche a far si’ che nessuno potesse occupare il centro della scena
politica da solo, senza mediazioni o negoziazioni. A poco a poco, questo
documento venne eroso da destra e da sinistra, sino a risultare di volta in
volta sospeso, invalidato, annacquato al punto da risultare privo di senso.
Distruggere la Costituzione e’ lo scopo non dichiarato di chiunque desideri
il potere assoluto, il dominio. Per lavare i cervelli dell’opinione
pubblica, affinche’ non si accorgesse di questo, si invocavano la moralita’,
la religione, la sicurezza nazionale, ossia quelle "vacche sacre" che i
rappresentanti dell’opposizione avevano troppo paura di mettere in
discussione.
*
Per cui, che facevamo, nipote mia?
Ci lamentavamo. Ci lamentavamo della corruzione, dell’ineguaglianza, delle
illegalita’ condonate o promosse per legge, dei disastri ambientali (oh,
cosi’ confortevolmente distanti!), ma sotto sotto speravamo che qualcosa
dello scandaloso banchetto, una briciola, un beneficio, cadesse su di noi,
per ingozzare la nostra avidita’ e sopire la nostra paura.
Non devi credere pero’ che fra noi non ci fosse anche gente che questo lo
aveva capito, che lottava in ogni direzione per sanare i guasti e per
fermare le sofferenze.
Per lo piu’ era invisibile alla massa. Faceva il suo lavoro di opposizione
al dominio quietamente, con devozione, con amore, con compassione, con
tenacia.
Io ne ho conosciute parecchie, di queste persone. Di altre sentivo parlare,
o leggevo le loro storie. Erano semplicemente umane, e percio’ mi hanno dato
speranza nell’umanita’, Iris, e l’energia necessaria a continuare a vivere.
*
Ora parla tu, che nel 2005 fosti per me la bimba dell’arcobaleno, dimmi tu
cosa posso fare di meglio, e di piu’, e di diverso, per far si’ che il tuo
futuro e il futuro degli altri bimbi di questo mondo non sia un incubo.
"Di’ alle persone di cui parli che continuino a fare cio’ che fanno e che il
loro esempio ne convincera’ altre, mi ha risposto Iris sorridendo, Di’ loro
che insieme possono riuscire. Quello che ti ho narrato e’ solo uno scenario
possibile, ma non e’ inevitabile. Tu continua a scrivere, zia. E salutami
...".
Cosi’ ho fatto, amico mio.