Home > Una pena né giusta né certa
Il problema della giustizia in Italia è che non è né certa né equa né uguale per tutti.
La legge recita che al di sotto di una pena detentiva di 3 anni non si manda il reo in carcere ma il giudice sospende l’emissione dell’ordine di esecuzione e trasmette gli atti al tribunale di sorveglianza perchè decida se applicare una delle misure alternative alla detenzione (affidamento in prova al servizio sociale; affidamento in prova nei confronti di tossicodipendenti o di alcooldipendenti; detenzione domiciliare; ammissione alla semilibertà) in base alla legge Gozzini. Il carcere poi non è applicato in attesa di giudizio nemmeno in flagranza.
Questo mantiene l’imputato o il condannato in condizione di libertà o semilibertà , anon sempre, solo se è colto, preparato, ricco, potente o con una caterva di eccellenti avvocati (vedi dell’Utri).
Accade però che se l’imputato è una parte debole della società, le misure alternative non siano applicate, ostano cattive condizioni sociali, culturali ed economiche, per cui non tutti godono di efficace assistenza difensiva, così l’imputato se è povero può essere carcerato anche in attesa di giudizio o può stare in attesa di una pena alternativa che sopravviene quando la pena è già stata scontata anche se innocente o addirittura può venir dimenticato in cella, anche se ha più di 60 anni o è gravemente malato, cosa che accade molto spesso, per un Previti che dopo 3 giornio torna a casa ci sono migliaia di casi di carcerazione ingiusta. Così avviene che almeno 20.000 reclusi si avvincendano nelle carceri per reati minori senza contribuire né alla giustizia né all’ordine, né alla ribailitazione con gravi casi di iniquità, mentre imputati eccellenti con reati ben più gravi in carcere non ci finiscono mai.
Il caso contrario è quello dei senza fissa dimora, per cui non si può procedere con l’iter lunghisismo del processo attuale, che vengano fermati per reati minori come il furto e che sono immediatamente rilasciati, cosa che avviene ogni giorno con esasperante frequenza, specie nei riguardi di zingari che rubano o minori, i quali spariscono senza più presentarsi ai richiami e ai controlli e impediscono qualsiasi processo.
E’ vero che la sospensiva dei 3 anni non si applica ai reati più gravi come quelli mafiosi ma si applica tranquillamente ai reati finanziari anche se di devastante entità.
La non carcerazione sotto i 3 anni e la legge Gozzini fa comodo a tutta una serie di criminali eccellenti, con l’aiuto di tutti i dispositivi voluti dal governo Berlusconi, per cui per vaste categorie di crimini il carcere non esiste proprio, la pena pecuniaria risulta irrizoria, il maltolto non viene restituito, non si ripristina la situazione di partenza e i bravi avvocati, come sappiamo, possono protrarre il processo fino alla prescrizione con danno nullo o quasi zero o pososno addirittura modificare la legge per liberare il reo. Siamo arrivati all’emendamento Fuda voluto da Mastella per liberare i ladri si stato e abbiamo visto in quali termini iniqui è stato congegnato l’indulto con la collusione dell’intero Parlamento, eccetto Idv, Lega e AN. Oppure interviene il patteggiamento che abbatte di un terzo la pena risultando premiale, e tale da eliminare il carcere, vedo l’evasione fiscale. Come se non bastasse non ci sono o non vengono applicate pene accessorie come l’immediata decadenza da pubblici uffici, e lo vediamo continuamente nella PA o in Parlamento.
Fu proprio durante tangentopoli che la partitocrazia mazzettara e corrotta si salvaguardò dal cercere preventivo e successivo manipolando le leggi penali e le procedure processuali a proprio comodo, eliminando gli arresti preliminari e la detenzione in attesa di giudizio, e poi nel tempo alleggerendo certi tipi di crimine, accorciando la durata del processo, concedendo poteri enormi alla difesa, permettendo spostamenti di processi favorevoli al reo, inventando sinecure e marchingegni, fino ad arrivare alla depenalizzazione del falso in bilancio, e all’attuale riproposizione di un aumento di pena fino a 3 anni per il falso in bilancio, cosa risibile visto che in USA per lo stesso reato si prendono 25 anni.
Insomma in Italia un potentato corrotto si è fatto le pene su misura o meglio ha violentato il sistema penale eliminando gradualmente le pene e arrivando poi, ultima beffa, all’indulto. Oppure, caso di una gravitò inaudita, all’avocazione di una indagine al PM.
La sicurezza oggi è per questa gente un falso problema, un diversivo per i citrulli, che crea capri espiatori tra i deboli per rafforzare l’impunità dei forti e manipolare la furia popolare distraendola dal suo vero bersaglui: una partitocrazia impunita che intende restare sopra la legge e delinque in pace.
Come ha detto Achille Serra, non è possibile che destra e sinistra si dividano sulla sicurezza quando si sono unite nell’indulto.
Questa depenalizzazione progressiva del reato ha diviso i delinquenti italiani in due categorie: coloro che si permettono di fare qualsiasi cosa e in carcere non ci finiscono mai, e coloro che sono troppo indifesi e deboli e in carcere ci finiscono anche solo per mancanza di permesso di soggiorno o piccolo spaccio di droga. La legge Bossi Fini e la legge Fini-Giovanardi a questo tendevano, un potente diversivo.
Tuttavia, a parte costoro, per i piccoli reati il risultato è stato pessimo tanto che oggi, a forza di depenalizzare questo e quello e mantenere libero chi è stato condannato a meno di 3 anni, i furti in appartamento, per es., non sono più puniti.
Inutile gridare all’espulsione di innocenti. In carcere ci si dovrebbe andare anche per un giorno, anche per ubriachezza molesta o guida senza patente. Ci dovrebbero andare tutti e maggiormente ci dovrebbero stare quando le pene sono molte e si assommano. I 3 anni si dovrebbero contare sulla sommatoria, ma nemmeno questo avviene, e Previti ne è uno spregevole es. Pena certa vuol dire anche che se delinqui anche con una pena di un giorno di carcere, te lo fai, anche se ti chiami Berlusconi.
Ma ci sono in parlamento troppi brutti figuri che di sommatorie di pene ne hanno fatto la collezione e costoro si guardano bene dal volere leggi che mandano realmente in carcere tutti, il parlamentare come il rumeno, così attaccare rom e rumeni è diventato lo sport nazionale, in una ipocrisia che grida vendetta.
Messaggi
1. Una pena né giusta né certa, 7 novembre 2007, 08:28
Ora questa discriminazione delle norme penali e processuali per cui i processi ai potenti non si fanno o le pene non si danno è un punto essenziale nel settore giustizia e purtroppo qui (con davanti il caso gravissimo dell’indulto, dell’emendamento Fuda, della levità delle pene per i reati finanziari, dell’avocazione dell’inchiesta a De Magistris e le leggi contro le intercettazioni ai politici e il bavaglio posto alla stampa e il tentativo di imbavagliare anche il web) non vedo purtroppo alcuna differenza tra la destra e la sinistra e aver portato a 3 anni la pena per il falso in bilancio, sapendo che basterà un giorno di meno per lasciare tutti liberi, mi sembra francamente ridicolo e offensivo per il rispetto che si deve ai cittadini.
viviana
1. Una pena né giusta né certa, 7 novembre 2007, 15:03
verrebbe quasi da dire che si tratta di "giustizia di classe"... non fosse che poi si puzza di retrò e di essere legati alle "ideologie"... ;-) birba
2. Una pena né giusta né certa, 7 novembre 2007, 22:30
In realtà è tutto il processo penale ad essere sbagliato. Per favorire i "criminali di stato"(i colletti bianchi) si è complicato il processo penale in maniera veramente assurda con la scusa del garantismo. Così c’è il Gip, il gup, il pm ed il giudice vero e proprio e tutti diversi, c’è il tribunale della libertà(due gradi), i ricorsi d’urgenza alla Cassazione, il conflitto di competenza (territoriale o giurisdizionale) e decine e decine di testimonianze sostanzialmente inutili ma che faranno perdere tempo a non finire.Naturalmente tutte queste udienze portano via tempo e c’è sempre la possibilità di mandare un bel certificato medico il giorno prima dell’udienza e, dato che il cliente ha proprio bisogno di te e non di un altro si rinvia di qualche mesetto.Poi c’è l’appello e la Cassazione ed anche là si può perdere tempo in mille maniere come per esempio chiedere un supplemento d’indagine(sai che non te la daranno mai ma mentre decino hanno perso 3 o 4 mesi)oppure una nuova perizia(stesso discorso di prima) Ovviamente un qualsiasi avvocato mediamente preparato ti può fare questo (non c’è bisogno di essere Taormina o Pecorella)ma un avvocato vuole essere pagato per ogni rinvio altrimenti si appella alla clemenza della Corte e Dio t’aiuti. Io quando ho fatto il difensore d’ufficio non ho mai fatto così e mi sono impegnato mediamente ma quasi tutti lo fanno per cui non si può parlare di "giustizia di classe" perchè il codice è uno ma, all’atto pratico, è come se lo fosse. Un ricco può pagarsi molte udienze il povero no. Alla fine esiste una giustizia per ricchi con processi che vanno in prescrizione, una di persone che non hanno niente da perdere fatta di processi che non si celebrano mai o che finiscono in condanne in contumacia che non verranno mai scontate ed una giustizia per cittadini che vengono triturati (e ne ho visti) da una giustizia lenta, dura, inesorabile anche per reati minori. Mi capitò uno che era iscritto al poligono di tiro e raccolse un bossolo vuoto e lo portò a casa, fu imputato di "possesso di arma da guerra o parte di essa". Ci vollero 5 anni di causa per uscirne ma la famiglia ne uscì distrutta.E di esempi ce ne sono centinaia. Intanto grandi bancarottieri se la ridono e se la cantano in Costa Smeralda!