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Una polemica volgare

Publie le mercoledì 29 ottobre 2008 par Open-Publishing

Una polemica volgare

di Bruno Steri

Caro Simone, ti invio la lettera che avevo mandato a Liberazione e che purtroppo non è stata pubblicata:

Caro Sansonetti,

tu ci chiedi cosa stia succedendo in Toscana nel Prc. Verrebbe piuttosto da chiedersi cosa stia succedendo a Liberazione e al suo direttore, se la lettera di Stefano Cristiano – che tu puoi ovviamente non condividere – viene da te compendiata (e volgarizzata) con un’asserzione che non sta da nessuna parte: a tuo dire, Cristiano starebbe dando del fascista a Fausto Bertinotti. L’argomentazione del segretario toscano (che peraltro hai correttamente pubblicato) mi pare invece seria e del tutto diversa. L’orgia revisionistica in atto nel nostro Paese sta dando da tempo i suoi frutti avvelenati: nella sottocultura (testi come quelli di Pansa), nel cinema (ad esempio la versione cinematografica di uno di quei medesimi testi), nelle scuole, negli stadi e nei bar (dove tra i giovani tornano a proliferare svastiche e fasci littori). Persino nella toponomastica di piazze e strade, che – come Gramsci osservava – è uno dei più efficaci dispositivi egemonici.

D’altra parte, com’è noto, l’equiparazione di nazismo e comunismo all’insegna della discutibile categoria di «totalitarismo» costituisce il cavallo di battaglia del revisionismo storico. E alla necessità di opporre a tutto questo un solido argine non giovano affatto la presunta indicibilità e tanto meno l’oltrepassamento del comunismo. Puoi non esser d’accordo, ma questo è il senso della lettera di Cristiano, non altro.

Credo che tale sollecitazione sia in sintonia col sentire di molti lettori di Liberazione: tant’è che penso che più di un compagno sia saltato sulla sedia nel leggere del recente convegno sulla Primavera di Praga, organizzato dalla Fondazione che Bertinotti presiede in qualità di ex-presidente della Camera e introdotto dall’attuale presidente Gianfranco Fini. Immagino si tratti di obblighi di protocollo: ma certo la presenza attiva di Fini (oltre che di Bettiza, Veneziani e via bipartisaneggiando) non può non far ritenere a molti di noi che qui si stia andando davvero troppo “oltre”.

Bruno Steri

Poiché leggo che il direttore diabolicamente persevera nel suo travisamento, aggiungo altresì quanto segue: ribadisco che, in tutta evidenza, Stefano Cristiano non ha mai scritto quello che Sansonetti gli attribuisce. Al tempo stesso, nessuna persona dotata minimamente di senno potrebbe pensare che egli abbia “inteso” dare del fascista a Bertinotti o anche solo accostare Bertinotti ai fascisti. Se comunque ce ne fosse bisogno, a confermarlo è proprio la lettera del testo di Cristiano. Faccio presente al direttore che il Dizionario dei sinonimi De Agostini, alla voce “contestuale”, non recita “assimilato” bensì “simultaneo”, “contemporaneo”. Che è precisamente ciò che Cristiano intende: in un ”contesto” come quello odierno, l’indebolirsi del riferimento comunista non aiuta affatto, anzi peggiora la situazione.

Allo stesso modo, nella mia lettera, l’accostamento di Bertinotti e Fini - per chiunque intenda disporsi ad un ascolto non strumentale - non significa che “l’uno si identifica o è assimilabile all’altro”, ma che il fatto che questo accostamento si sia effettivamente prodotto in un convegno è il frutto di una posizione politica gravemente errata. Si può non esser d’accordo, ma non si può travisare.

Non so quanto sia produttivo protrarre ulteriormente la discussione: leggendo le lettere pubblicate (in particolare, quella di Gennaro Migliore), mi coglie il dubbio che tutto sia riconducibile a intenti che poco hanno a che vedere con la verità della carta scritta.