Home > Una rivolta manovrata dalle ’ndrine
Rosarno. Provincia di Reggio Calabria, estremo lembo dello stato, dove i Romani avrebbero scritto ‘hic sunt leones’, là dove in 30 anni non è arrivata nemmeno la fatiscente autostrada Salerno-Reggio Calabria, 16.000 abitanti, in un’area densamente popolata di 190.000 persone, dominata da due famiglia della ‘ndrangheta, i Pesce i Piromalli. Comune sciolto per infiltrazione mafiosa, dove malgrado la densità criminale lo Stato ha pensato bene di non mettere nemmeno un commissariato di polizia.
Berlusconi, intanto che ripianava per la seconda volta le voragini del debito di Messina e sognava il ponte sullo stretto, si rifaceva il lifting dopo la duomata, e mandava 30 alpini a Genova e 20 a Parma, parlando di sicurezza da aumentare aumentando privilegi e immunità, quel leader fatiscente anche lui e in restauro permanente come la Salerno-Reggio Calabria, si deve essere dimenticato totalmente della Calabria e la Lega era troppo affaccendata a urlare di fantomatiche ronde e grandiosi successi di Maroni e di Natale bianco senza neri da ricordarsi che l’Italia è lunga e dimenticata mentre la finta sx dei Loiero e dei Bassolino spartiva e dominava senza un’ombra di autocritica o di questione morale.
Lo Stato? Lo Stato è Arcore o La Certosa. A Rosarno lo Stato non c’è mai stato.
A Rosarno la ricchezza della ‘ndrangheta si basa sullo sfruttamento schiavista di 50.000 braccianti pagati 20 euro al giorno (ma 7 glieli prende il caporale). 50.000 che sono cresciuti negli anni nell’indifferenza dello Stato, mentre i caporioni dei partiti si dividono i denari e le candidature e si litigano a morte per le elezioni e le spartizioni del territorio. 50.000 reietti e dimenticato nella morte civile dello Stato, governi e opposizioni, identici nell’ignavia, nella dimenticanza, nella amoralità di una casta politica ormai fine a stessa.
Dopo anni di dimenticanza, di abbrutimento, di sfruttamento, di abiezione, la rabbia degli esclusi esplode. E Maroni, a quei disgraziati che dormono nel fango, in mezzo ai topi, e sono trattati come bestie da una criminalità indisturbata, a quegli schiavi moderni di una criminalità antica, a queste vittime, il grande Maroni viene a dire: “Con loro troppa tolleranza!”!!!!
Le belve leghiste hanno creato il reato di clandestinità aborrito dalla Comunità Europea, quella Comunità a cui ci si appiglia per vendere l’acqua o privatizzare i servizi sociali o per abolire lo statuto del lavoro ma che non esiste più quando si parla di razzismo, di democrazia infranta, evasione liberalizzata, diritti umani violati, spionaggio di Stato, o quando si introducono golpe massonici o rivendicazioni neonaziste con le camicie verdi al posto di quelle brune.
Le belve leghiste, quelle stesse che patteggiano con mafia e camorra e votano per i loro gli amici, marchiano come criminali i poveri disgraziati e respingono verso paesi disumani anche chi ha diritto di asilo, chi fugge dalla crudeltà e dalla guerra di paesi messi al bando dalle Nazioni Unite. Ma con i dittatori di quei paesi B si compiace di mostrarsi condiscendente e servile.
Le belve leghiste hanno sproloquiato sulle ronde inesistenti finalizzate solo all’odio xenofobo ma non hanno alzato parola contro lo sfruttamento disumano di altri esseri umani, non hanno mandato le loro ronde, le inutili polizie di Maroni, le strane Guardie di Finanza ammanicate col potere quando non comprate di peso dal potere, i loro militari mercenari, sul territorio, nei punti di dolore del territorio, là dove l’uomo è sfruttato come schiavo, nei capannoni del sud-est evasore e trasgressore, nei cantieri trasgressivi e abusivi, nelle piantagioni mafiose del sud, Non hanno colpito col maglio della giustizia chi sfruttava, torturava e ammazzava. Anzi il potere ha favorito in ogni modo chi veniva colpito casualmente da indagine nullificando i processi, favorendo l’evasione e la trasgressione, coprendo il furto e l’abuso, indultando le pene, depenalizzando i reati, e infine rimpatriando con premio fiscale i patrimoni illegittimi o criminali che con quegli abusi e quelle angherie erano stati prodotti. Come ultima beffa, si sono resi nuovamente disponibili alla mafia quegli stessi patrimoni che alla mafia erano stati confiscati. E si sono messi nelle cariche alte dello Stato personaggi che con la criminalità organizzata avevano fatto società o affari o che la difendevano in tribunale.
Le belve leghiste e i loro compari non hanno punito nemmeno chi dava fuoco ai barboni o pestava i neri o aggrediva i manovali che non voleva pagare o nascondeva i corpi di quelli che morivano cadendo da una impalcatura.
Ogni atto di questi animali è dettato da mancanza di cuore, avidità, disumanità, attaccamento alla ‘roba’, mancanza di pietà, inciviltà suprema.
Qui in terra di Calabria, nell’abbandono dello Stato e col razzismo della Lega che autorizza implicitamente, picchiare un nero è un divertimento a effetto sicuro e garantito e penalità zero.
Rovelli racconta nel suo libro la routine macabra: “Il lunedì mattina, sugli autobus che portano a scuola i ragazzi, si fa il reportage dei rispettivi pestaggi, come motivo di vanto e onore. Si spiegano le tecniche per linciare un nero. Si deve essere in gruppo, ci si apposta nei luoghi strategici, dove i meri sono obbligati a passare…. Tecniche di agguato”.
A nord quando i ragazzi gonfiano l’extracomunitario o danno fuoco al barbone, i giudici gli danno una tiratina di orecchie e poi via a casa senza nemmeno un giorno di carcere! So’ ragazzi! Un pestaggio lo fanno ogni tanto anche le forze dell’ordine, perfino i Le vittime intanto aumentano.
Ma Maroni dice “Basta tolleranza!” E si riferisce infatti alle vittime.
Qui non c’è nulla che somigli al partito dell’amore e non c’è nulla che ci faccia credere che i principi fondamenti della democrazia e dell’umanità possano salvarsi da violazioni anche peggiori
La corda sta per rompersi
B e la Lega con i loro truci killer mediatici e i loro adepti privi di cervello e sospinti dall’odio non possono credere di perpetrare altri attacchi ai diritti umani
La reazione non si farà attendere
Oggi c’è uno psicolabile e i fatti di Rosarno
Domani la reazione potrebbe essere più diffusa e terribile
Non gioverà loro aver protetto associazioni di criminali assassini, sfuttatori e narcotrafficanti, aver chiuso gli occhi dinanzi a vergogne umane degne dei tempi dello schiavismo, arrecato dolore e morte a migliaia di esseri umani e tentato la distruzione della Costituzione per gli intollerabili privilegi del più forte
La protezione dei peggiori è ormai la norma in ogni atto di Berlusconi e Bossi
Hanno debilitato le forze di polizia e tentano di nullificare i processi per lasciare liberi e sicuri i violenti e punire i deboli e gli indifesi, hanno portato ad alte cariche personaggi discussi per i loro rapporti con la mafia o addirittura giù condannati in 1° grado per reati che in qualunque paese civile avrebbero estromesso subito dalla politica, violato le più elementari norme di diritto umano sostenendo xenofobia e razzismo, abbassato il livello morale del paese, dando piena autorizzazione ad atti di barbarie respinti come reati dall’intera Europa, messo al potere soggetti pericolosi per l’aggregato sociale per idee antidemocratiche o antiumane, elogiato o premiato i peggiori dello Stato, tentano adesso di riabilitare persino ladri pubblici del passato, condannati e morti in latitanza, hanno votato uno scudo fiscale per evasori e assassini, permettono il segreto di stato su uno spionaggio politico ordito dall’alto contro ogni diritto costituzionale..
L’elenco dei loro crimini è infame e diventa ogni giorno più intollerabile
La reazione non aspetterà
Masada 1066. Cristo si è fermato a Rosarno
E su questo abominio hanno avuto persino la faccia di vantare i diritti di un crocefisso simile alla croce del Ku Klux Klan o alla svastica, hanno agitato inesistenti radici cristiane, là dove le uniche radici che riconoscevano erano quelle di un egoismo barbaro e disordinato.
E per questo egoismo, che è la loro unica bandiera, hanno persino protetto la mafia e si sono alleati con essa, hanno patteggiato con barbari assassini, hanno aiutato la criminalità mafiosa e finanziaria a ripulire i suoi capitali criminosi, hanno sanzionato la morte della Costituzione e la fine dei diritti civili, hanno distrutto i contrappesi e le tutele dello Stato democratico e ora attentato alla morte di una Costituzione che nel loro animo vile non possono che disprezzare.
Guai a coloro che uccidono così uno Stato!
I loro stessi crimini li travolgeranno.
E che un insieme di tali infamità si chiami ‘partito dell’amore’, è una bestemmia vivente!
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