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Una storia finisce una storia inizia. L’addio di Sinistra ciritica

Publie le martedì 18 dicembre 2007 par Open-Publishing
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L’intervento letto al Cpn da Nando Simeone

Pubblichiamo stralci dell’intervento letto durante il Cpn da parte di Nando Simeone con cui Sinistra critica ha annunciato il suo addio a Rifondazione comunista

Carissime/i, E’ con rammarico che vi scriviamo questa lettera e compiamo questo passo. Il rammarico di chi ha costruito fin dagli inizi questo partito investendo le proprie energie e la propria passione militante in un progetto allora affascinante e ambizioso: la rifondazione comunista. Questo progetto non esiste più, il patto originario che ci aveva tenuto insieme è stato spezzato e il Prc non solo ha alle spalle un’esperienza di governo fallimentare, che ne ha snaturato il senso e il ruolo, ma si appresta a una capriola politica in direzione di una nuova soggettività, l’Arcobaleno (***) che chiude un ciclo politico e manda a casa migliaia di militanti.

Come se non bastasse, tutto questo viene realizzato con il sequestro del congresso agli iscritti e alle iscritte in modo tale che quando verrà restituita loro la parola le scelte principali saranno state già fatte. Noi non ci stiamo e pensiamo che sia venuto il momento di fare altro e di disporsi a una nuova progettualità. Gli avvenimenti dell’ultimo anno del resto hanno confermato i peggiori timori che molti di noi avevano colto nelle decisioni del Congresso di Venezia. Si doveva “cambiare l’Italia” e questo obiettivo non è più nemmeno lontanamente ipotizzato; si doveva costruire un’alleanza con la “borghesia buona” dei Marchionne, Draghi e Padoa-Schioppa e da questi è venuta una linea di liberismo tenace a cui il Prc si è semplicemente subordinato; la ”permeabilità” del governo alle istanze sociali per mezzo delle nostre pressioni si è rivelata infine impossibile. La ”relazione con i movimenti” si è rovesciata nel loro abbandono (si pensi al voto su guerra e Dal Molin dopo soli quattro giorni dalla grande manifestazione del 17 febbraio); non si è minimamente riusciti a incrinare la subordinazione di questo governo al Vaticano su temi come i diritti civili, la scuola e così via. (***)

Di fronte al bilancio fallimentare dell’azione di governo il presidente della Camera ha preferito distogliere l’attenzione chiamando in causa il “fallimento di Prodi”. In realtà siamo di fronte al fallimento di Rifondazione che coincide con il suo snaturamento. Quel partito anticapitalista, di lotta, fuori dai poli, distante dal centrodestra e dal centrosinistra, oggi non esiste più. La logica governativa, ancora una volta, ha travolto convinzioni forti e rigidi paletti; la logica della mediazione ha preso la mano alla nitidezza del conflitto. In questo contesto l’esigenza di unire la sinistra ha reso impalpabile la chiarezza programmatica e la forza dei contenuti. Non è un caso, dunque, che per non parlare del fallimento in atto si sposti l’attenzione su un nuovo progetto, “la Sinistra, l’Arcobaleno”. (***)

La nuova cosa Arcobaleno, dunque, si appresta a nascere dentro un orizzonte timidamente riformista, di stampo governativo e con un azzeramento di quel patrimonio non negoziabile rappresentato dal conflitto sociale e dalla costruzione dei movimenti che ha caratterizzato il Prc. Si appresta a nascere, cioè, affossando la rifondazione comunista. E fatto ancora più grave, questa scelta non viene sottoposta ad una verifica seria da parte dei e delle militanti, dentro il dibattito congressuale. (***)

La situazione che si è venuta a determinare, quindi, ci fa dire che la nostra esperienza nel Prc è conclusa e che intendiamo avviare la costruzione di un nuovo progetto politico. Una separazione che nasce dalla presa d’atto che due progetti diversi prendono strade diverse: da un lato Rifondazione chiude di fatto la propria storia, sottraendo il congresso ai suoi militanti, per dare vita a un nuovo soggetto politico, con un nuova identità, timidamente riformista e a vocazione governativa; dall’altro, Sinistra Critica, con forze certamente più modeste ma senza per questo rinunciare “all’utopia concreta” e allo slancio politico delle sue compagne e dei suoi compagni, propone di continuare a costruire una sinistra di classe, anticapitalista, di opposizione, centrata sui movimenti e in grado di riappropriarsi dello spazio teorico e pratico di una moderna sinistra rivoluzionaria. Una sinistra all’opposizione, oggi, del governo Prodi. Una sinistra a sinistra dell’Arcobaleno. (***)

E non vogliamo dimenticare la rottura che si è operata con l’espulsione del nostro compagno Franco Turigliatto, colpevole di essersi rifiutato di votare ciò che per anni il partito aveva contrastato. (***)

Vi comunichiamo dunque la fine della nostra presenza nel Prc. Lo facciamo serenamente e senza settarismi, nella nettezza della polemica politica, che non concede sconti, ma anche nella consapevolezza che non mancheranno momenti di collaborazione e di confronto. (***).

Matteo Bartolini, Sergio Bellavita, Salvatore Cannavò, Luigino Ciotti, Lidia Cirillo, Danilo Corradi, Christian Dal Grande, Flavia D’Angeli, Gianluigi Deiana, Nadia De Mond, Roberto Firenze, Aurelio Macciò, Elena Majorana, Gigi Malabarba, Felice Mometti, Cinzia Nachira, Chiara Siani, Nando Simeone, Franco Turigliatto

Liberazione 18 dicembre 2007

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