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Università Tor Vergata. Ascanio Celestini travolge la platea
Publie le giovedì 13 novembre 2008 par Open-PublishingUniversità Tor Vergata. Ascanio Celestini travolge la platea
di Alessandro Ambrosin
ROMA - Ascanio Celestini dimostra come al solito la forza delle parole vince su tutto e tutti. Ieri la scenografia della sua performance teatrale è stato l’auditorium della Facoltà Occupata di Lettere e Filosofia a Tor Vergata. Organizzata dagli studenti dell’assemblea permanente che da tre settimane vivono all’interno dell’ateneo, studiano, s’incontrano si autorganizzano e discutono su quale sarà il loro futuro nel mondo universitario e occupazionale. Sono un migliaio, forse anche di più quelli che hanno raggiunto l’auditorium per ascoltare Celestini, tanto che gli organizzatori sono stati costretti a mandare in diretta l’evento anche in un’altra aula adiacente.
Le parole di Ascanio rappresentano quel punto di vista comune che appartiene a tutti noi, nel quale diventa sempre più difficile catturare la vera essenza. Un impeto di voci, di vite vissute, che fa riflettere, che stupisce proprio per l’espressività racchiusa all’interno delle gestualità di Celestini.
Con uno sfondo quasi impercettibile che ricorda tanto il sentire preconizzato da Pasolini, Ascanio tocca il tema dell’omologazione, della politica, dell’istruzione, della cultura, dei rapporti sociali, tutte situazione che hanno subito negli ultimi anni una trasformazione radicale. Celestini lo racconta con la sua inconfondibile tecnica, osservando semplici e banali storie tra le persone, magari consumate all’interno delle quattro mura domestiche, dove le paradossali e incomprensibili abitudini del nostro quotidiano, hanno cancellato definitivamente il vero senso della nostra esistenza, tanto da passare inosservate. Come la storia del padre che chiede alla moglie "Cosa c’è alla televisione oggi?" "Niente" risponde lei. E così continuano a guardarla. Oppure quella dell’automobilista, indeciso se dare un euro al lavavetri oppure prenderlo a calci. "Perchè il mondo si divide in due. Tra chi sta dentro l’auto e chi fuori e ogni tanto bisogna ribadire la differenza delle classi sociali".
E’ un fiume inarrestabile di parole che smuovono le coscienze, che toccano anche l’animo più disattento, interrotto solo dagli scroscianti applausi degli studenti. Storie dalla quale emerge la triste e reale attualità che circonda spesso inconsapevolmente le nostre vite. Ma è anche un messaggio di speranza e di rivoluzione, quella che Ascanio lancia dal palco dell’auditorium, non certo quella fatta con le armi e i bastoni, ma quella che si plasma all’interno delle menti, quella che proprio in questo momento serve d’incitamento ad una lotta di classe, molto vicina a quella che mantiene unito il fronte degli studenti che non intendono arrendersi di fronte alle triste sorte del loro destino.