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Uomini catodici

Publie le venerdì 9 giugno 2006 par Open-Publishing

La tv puo’ essere una patologia sociale.

“Fin dalla sua comparsa, la televisione e’ apparsa come un veicolo comunicativo di grande accelerazione e semplificazione, molto piu’ di quanto non lo fossero state la radio e la carta stampata. In breve e’ diventata una presenza capace di modificare l’interazione sociale umana in tutti gli ambiti significativi della vita: da quelli piu’ intimi e privati a quelli piu’ generali e pubblici, ma allo stesso tempo anche la societa’ si insinua nell’ambiente mediatizzato influenzandone il linguaggio, le scelte, la realta’.” (Tesi di laurea di Giuseppe Iacobini per Scienza della comunicazione)
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Osservazioni

Non dimentichiamo che Berlusconi e’ laureato in legge con una tesi sulla pubblicita’ ed e’ considerato un eccellente ipnotizzatore televisivo.

La televisione inibisce la creativita’, induce comportamenti passivi basati sull’induzione e l’imitazione, manipola il pensiero rendendolo coatto, riduce le facolta’ critiche e instilla messaggi subliminali, che stanno cioe’ al di sotto del livello di coscienza ed entrano nel campo delle suggestioni ipnotiche.
La tv fa passare dall’immaginazione all’immagine, dall’attivita’ alla passivita’, dalla scelta all’induzione, dalla liberta’ al condizionamento, dall’essere democratici al diventare sudditi.

Gli insegnanti accusano la televisione di produrre un pensiero scarso e povero di vocaboli (umiliazione del linguaggio, impoverimento della parola, lessico omologato di basso livello, caduta delle strutture logiche) e inoltre: una attenzione fiacca o discontinua, un comportamento inerte o caratteriale, una scarsa applicazione allo studio e alla ricerca o all’attivita’ concentrata in genere, una caduta della curiosita’ e del senso critico, una incapacita’ a capire il senso delle situazioni o a riassumere in breve un discorso lungo o anche solo di seguirlo o a capire i punti salienti di una situazione, una asocialita’ e antisocialita’ unite a conformismo e consumismo.

La tv e’ il piu’ forte strumento di standardizzazione antiumana che sia mai stato inventato.
Certificando una realta’ di propaganda come unica realta’, impedisce valutazioni della realta’ basate su fatti o confronti.
La tv e’, di fatti, l’assassino della realta’.

La passivita’ televisiva (fascinazione), impedendo alle energie del soggetto di esplicarsi e mettendolo continuamente a confronto con una realta’ irraggiungibile, finisce per col produrre frustrazioni, disagio, fuoruscite incontrollabili di ansia, rabbia, frustrazione e aggressivita’...

La tv produce la scomparsa dell’infanzia.
Ma alla lunga la scomparsa dell’uomo.

M.Winn e R.Berger parlano di vera e propria "trance catodica" .
Il “bambino dormiente” (ma anche l’anziano o la mente debole) entra in una esperienza quasi-onirica. Del resto il movimento oscillante della luce nelle righe catodiche induce la trance allo stesso modo del pendaglio luminoso che gli ipnotisti fanno oscillare davanti agli occhi del soggetto da ipnotizzare, mettendo in tilt il cervello .

Una cattiva tv coarta le capacita’ valutative e relazionali e, agendo principalmente con immagini ripetute o emozioni indotte, impoverisce sia la sfera affettiva che quella logica, riduce il senso del reale introducendo in un mondo virtuale, spesso lontanissimo da quello vero, pertanto ristruttura i processi cognitivi in senso negativo e impoverisce il soggetto, debilitandolo delle sue facolta’ cognitive, critiche e creative, riducendo le sue percezioni e elaborazioni e inibendo o distorcendo la sua possibilita’ di vivere reali rapporti sociali e vere emozioni affettive.

Inoltre la massificazione indotta crea un appiattimento dell’originalita’ e individualita’, frenando lo stesso progresso e riportando l’uomo allo stato di cellula del gruppo simbiotico primitivo, com’era nelle comunita’ tribali, una massificazione senza gruppo, una identificazione senza individuo, una omologazione senza socialita’, una standardizzazione senza appartenenza.

Il risultato di un bombardamento televisivo deteriore e’ una personalita’ debole, facilmente suggestionabile, poco critica, poco autonoma, poco libera, molto disinformata, fanatizzabile a comando e che, purtroppo, conserva, a un sottolivello inconscio, i suoi condizionamenti mentali che difende oltre ogni senso di realta’ e di logica come fa l’ipnotizzato che razionalizza a posteriori le suggestioni di cui non ha coscienza.

Il soggetto rifiuta le proprie responsabilita’ individuali e sociali e, creandosi dei miti virtuali, sostituisce la loro esistenza alla sua (effetto moquette).
La casa, con la scatola televisiva, diventa un surrogato del mondo, proiettandolo in un mondo inesistente, dove l’unica realta’ temporale e’ quella sul video adesso, il passato scompare o non si e’ piu’ in grado di valutarlo in un continuum o riferirlo a sé, il futuro scompare anch’esso, in una riduzione di scopi e progetti personali.

L’esito di una pessima tv e’ la totale irresponsabilita’ dell’individuo, la sua oggettivazione di fronte a uno stato padrone che esercita una dittatura videocratica manipolando i cittadini.

Sconcerta il disinteresse che il centrosinistra ha sempre manifestato verso la tv, in una ignoranza inquietante e irresponsabile delle sue potenzialità e dei suoi pericoli. Dovrebbero svegliarsi dal loro errore, dal momento che la tv e’ parte integrante dell’attuale sistema sociale, della formazione e dell’informazione, e che Berlusconi, invece, ha puntato moltissimo su questo medium per creare una societa’ vana e irresponsabile, da manovrare facilmente, una societa’ senza spessore, che interpreta se stessa non partendo dalla propria realta’, dalla propria storia e dai propri bisogni, ma da un travisamento televisivo abilmente indotto per motivi economici e di potere.

Il teleutente succube e’ un essere senza interiorita’ e senza corpo, che vive in una societa’ che sembra trasparente e verosimile e, in quella realta’ virtuale, assolutamente artificiale e costruita, l’uomo reale scompare.

Federico Fellini disse: “L’unico risultato della tv e’ creare una sterminata platea di analfabeti pronti a ridere, a esaltarsi, ad applaudire tutto quello che e’ veloce, privo di senso e ripetitivo “.

da
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