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Usciamo dal silenzio

Publie le giovedì 1 dicembre 2005 par Open-Publishing

Dazibao Donne Movimenti Mariangela Casalucci

di Mariangela

Donne di ogni età, ciascuna col proprio background culturale, le proprie esperienze e professionalità. C’erano le nonne, le mamme, le figlie, le single, le lesbiche, le ginecologhe, giuriste, sindacaliste, consigliere comunali, ecc.., tutte unite dal desiderio di dire ADESSO BASTA!

E’ nato in poche ore un sito che verrà mano a mano arricchito e che vi consiglio caldamente di visitare periodicamente:
http://www.usciamodalsilenzio.org
info@usciamodalsilenzio.org

E’ già nato un movimento nelle settimane scorse che non si limita alla sola difesa della 194, dal nome "FACCIAMO BRECCIA (Fb)"
se volete iscrivervi alla m-list locale di fb:
fb_milano-subscribe@domeus.it
e a quella nazionale:
adesioni@facciamobreccia.org

Questi i prossimi appuntamenti stabiliti ieri sera che vi chiedo di non disertare:

 7/12/05 Milano, dalle 11 presidio sotto palazzo marino contro la premiazione dell’islamofobia della Fallaci (FACCIAMO BRECCIA)

 10/12/05 Milano, dalle 10 banchetto-presidio cre/attivo e informativo in piazzale cadorna, per ribadire il diritto all’autodeterminazione in occasione della giornata mondiale dei diritti umani e in concomitanza con le iniziative di tutti i comitati locali di facciamo breccia a BO, VR, TO, FI, RM. Saranno disponibili i moduli per lo sbattezzo e il testamento biologico (FACCIAMO BRECCIA)

 18/12/05 Milano, Camera del Lavoro di Milano per la seconda assemblea generale (USCIAMO DAL SILENZIO)

 15/01/06 Milano, MANIFESTAZIONE NAZIONALE A MILANO (USCIAMO DAL SILENZIO)

 11/01/06 Roma, manifestazione nazionale in occasione dell’anniversario dei patti lateranensi (FACCIAMO BRECCIA)

Migliaia di donne in difesa della 194

«La legge sull’aborto va tutelata»
Antonella Cremonese

dal Corriere - 30 novembre 2005

MILANO - Forse mille, probabilmente anche millecinquecento donne, con un po’ di uomini. Ieri alla Camera del Lavoro è stato necessario, dopo che il Salone Di Vittorio si era colmato e che le donne sedevano per terra, aprire anche il Salone De Carlini, collegato in audio. Donne arrabbiate e decisissime a difendere quella che è stata definita «autodeterminazione»: contro l’idea di mettere i militanti del movimento per la vita nei consultori medici (a Milano sono 19, ma in crisi finanziaria, come per lasciarli morire), contro le continue uscite delle gerarchie ecclesiastiche sulla legge 194 dell’interruzione volontaria di gravidanza, contro la legge 40 che ha tagliato la speranza di tante coppie senza figli.

L’affollatissima assemblea, che ha di botto ricreato un clima da anni ’70 («Bentornate!» ha esclamato una componente del collettivo donne giuriste) è nata quasi per autoconvocazione, perché l’idea di farla (come ha spiegato Susanna Camusso della segreteria della Cgil) è nata dopo che un ciclone di messaggi email, segno dei tempi, ha seguito un primo messaggio inviato in rete dalla giornalista Assunta Sarlo, indignata e stufa di questo attacco alla libertà delle donne, al loro corpo, al loro diritto di decidere.

Ed ecco l’assemblea di ieri sera, in cui è stata approvata con roventi applausi l’idea di una manifestazione nazionale di donne. Forse a Roma, più probabilmente a Milano. Donne mature, quelle che hanno sostenuto la battaglia del 1978 per la legge 194, ma anche molte giovani. È stata Ottavia Piccolo a fare da speaker per introdurre decine d’interventi non programmati. Tra di essi, quelli di Emilia Di Biase coordinatrice regionale delle donne Ds, di Manuela Massa di magistratura Democratica, di Fulvia Colombini della segreteria della Camera del Lavoro. All’insegna di uno slogan che è diventato anche un sito: www.usciamodalsilenzio.org


Aborto, successo dell’iniziativa alla Camera del Lavoro

Madri, mariti e figlie nella sera della 194

CINZIA SASSO

da Repubblica - 30 novembre 2005

Il palco è pieno, perché la platea è stracolma. Ma ci sono donne, anche uomini, seduti per terra. Persone di tutte le età. È l’assemblea autoconvocata sulla 194 organizzata via Sms e Internet ieri sera alla Camera del Lavoro. C’è Lea Melandri, femminista storica, che dice «per me stasera è stato come venire a una festa». E ci sono Serena Campese e Sofia Bruno, 14 anni, studentesse del primo anno dell’Agnesi, venute qui a cercare qualcuno che vada a scuola a parlare con loro.
Anche tanti uomini alla manifestazione della Camera del lavoro

Le madri assieme alle figlie nella festa per la 194
"Non resteremo mai più in silenzio"

La proposta di una manifestazione nazionale: facciamola qui il 6 gennaio

CINZIA SASSO

Prima erano timide, ma subito sorridono, parlano con le donne magistrato, con quelle del sindacato, con l’attrice Ottavia Piccolo e con tante facce che spesso hanno visto sui giornali.
L’organizzazione è semplice, anzi non c’è alcuna organizzazione. Su un tavolino è appoggiato un libro, «Leggere Lolita a Teheran», e un microfono che gira per la sala. Comincia Susanna Camusso, segretaria regionale della Cgil; e dalle sue parole si capisce che non finirà qui: «C’è un gran bisogno di libertà femminile. E invece viene messa in discussione. È che la libertà femminile non è mai diventata una categoria della politica». Ed ecco la proposta: «Bisogna fare una grande manifestazione nazionale. C’è molta voglia di tornare in piazza». Voci gridano dalla platea: «A Milano, a Milano!». «Il 6 gennaio? Perché no».

Adesso tocca ad Assunta Sarlo, la redattrice di "Diario" che si presenta nel modo più semplice: «Sono io quella delle mail». Accanto a lei c’è Costanza, sua figlia. E le figlie sono tante, le mamme anche. Forse - osserva qualcuno - manca la generazione di mezzo, quella delle trentenni che in questi anni hanno pensato alla carriera. Ma ieri, i vescovi hanno dato un’altra mano alle donne e alla loro voglia di contare. Per la Cei «l’aborto resta un problema grave, e lo sono anche i matrimoni interreligiosi». Il documento non lascia spazio a dubbi sin dal titolo: «Rispettare la vita». Dice Letizia Parolai: «Sono una ginecologa e sono felice anche se stanotte ho avuto un incubo: ho pensato che dovevo dire grazie al Vaticano e ai suoi attacchi, perché ci ha riportato qua, tutte insieme».

Camilla ha 17 anni, capelli neri e labbra bellissime: «Sono qui da sola: la mamma era occupata. È strano, non avevo mai visto né sentito parlare tante donne tutte insieme». È un salto indietro agli anni Settanta, la lista degli interventi che si allunga sempre più. E nascono le nuove parole d’ordine: «L’8 marzo quest’anno sarà un momento di lotta, non torneremo zitte e buone nei nostri uffici e nelle nostre case». Si parla degli embrioni «che valgono sì ma non devono valere più delle donne». E Nicoletta, che ha 40 anni e chiama tutte compagne e che di quegli anni «ha vissuto solo la coda», dice che li vuole rivivere adesso: «Siamo tante e poche: dobbiamo ricominciare a fare quella breccia a Porta Pia».