Home > VAL DI SUSA : MA QUI L’URANIO HA GIA’ UCCISO
VAL DI SUSA : MA QUI L’URANIO HA GIA’ UCCISO
Publie le giovedì 8 dicembre 2005 par Open-Publishing2 commenti
Non era la silicosi a decimare i giovani minatori di
Oulx: "Trent’anni dopo tornarono a scavare uranio nucleare"
di Giuliano Dolfini
"LA montagna è come il corpo umano: le sue sorgenti e le falde
acquifere sono come le vene e le arterie. Quando si blocca una di
queste, gli arti ed il corpo ne patiscono e possono anche morire".
Parola di saggio, ma - come si sa - sovente i saggi sono ignorati.
Specialmente di fronte ai grandi interessi. E’ Edoardo Rey, 87 anni,
via Roma 10, Salbertrand, una vita trascorsa a scarpinare sui monti e
nelle miniere del Piemonte e della valle d’Aosta, a lanciare questo
monito appena sente parlare di scavi, di gallerie, di tunnel per
l’alta velocità ferroviaria. Oppure di rocce di uranio, come in
questi giorni. Seduto su di una sedia a rotelle per un ictus, Rey ha
davanti a sé libri, riviste e giornali, che legge ogni giorno. La sua
memoria è di una lucidità eccezionale, precisa nei fatti e dei
dettagli tecnici. Parla con pause, lasciando al cronista il tempo per
gli appunti. Racconta, Rey. Ed è bello stare ad ascoltarlo.
"Erano gli anni del fascismo e delle sanzioni della Società delle
Nazioni per le conquiste africane d’Etiopia. C’era quindi l’autarchia
ed anche l’Italia voleva avere le sue miniere di ferro. La Fiat ebbe
una concessione di ricerca di solfuri di ferro ad Oulx sul monte
Seguret a 2000 metri, in località Rio Secco, dove vi era un antico
affioramento di ferro olegisto e sesquiossido di ferro. Una miniera
scavata a braccia, dalla fatica dei montanari valsusini e
bergamaschi. Una teleferica portava il materiale fino alla strada del
Pramand e poi con dei camion giù a valle. Il materiale veniva
trasportato a Torino alle Ferriere Piemontesi di corso Mortara".
Continua Rey: "Mio fratello Mario aveva l’ufficio qui a Salbertrand e
teneva i contatti con la squadra lavori. Ma successe un fatto. Quasi
tutti gli operai che lavorarono in quella miniera morirono. Si disse
allora che era la silicosi. Li vedevamo giovani e forti, ma sempre
più traballanti e inebetiti per le strade del paese. Mio fratello era
allarmato da quanto succedeva. Non credeva alla silicosi e diceva
sempre: "Non è possibile: in quelle rocce c’è qualcosa che ammazza la
gente". Caposquadra agli ordini di suo fratello Mario, fra
l’altro "inventore" del parco regionale del Gran Bosco di
Salbertrand, "era il bergamasco Giovanni Zuliani, sotto cui hanno
lavorato Guido Zeron, Severino Jayme, Carlo Jannon, poi Paris, Langhi
e tanti altri. Tutti morti giovani".
Mentre racconta, le mani del saggio delle montagne sembrano disegnare
mappe di cantieri, di tramogge, nastri, frantoi, descrivere le
antiche fatiche dei "mineur".
"Cessati i contributi dello Stato, la Fiat sospese le ricerche e poi
chiuse il cantiere. Negli anni ’60 - nel periodo del boom
dell’energia atomica - arrivarono degli specialisti e interpellarono
mio fratello. Erano del Centro ricerche termonucleari, avevano
contatori Geiger, macchinari moderni, perforatori. E cominciarono i
sondaggi. A cento metri dalla ex miniera di ferro della Fiat
individuarono un filone di pechlenda, la roccia d’uranio. Furono
installati dei dormitori ed aprirono due gallerie. Poi
improvvisamente se ne andarono, con la scusa che un dirigente del
gruppo aveva commesso delle irregolarità. In verità fu che il boom
atomico era in mano alle grandi potenze e noi fummo messi da parte".
Edoardo Rey ha una pausa, riflette. E precisa: "Ecco perchè quei
minatori della miniera di ferro non erano morti di silicosi: furono
le radiazioni dell’uranio a minarli lentamente. E senza scampo".
Prosegue: "Forse fecero anche degli scavi, ma segreti, in quel di S.
Romano, che è proprio sotto la direttrice verticale della vena
uranifera del Seguret, che è posta ai piedi delle rocce scistose e su
quelle poggiano le pareti dolomitiche. E in questo tratto ci sono
diverse sorgenti. Altre ricerche di rocce uranifere - continua Rey -
furono fatte da un certo Nurisso di Gravere alla frazione Beaume di
Oulx, poi in un vallone sotto la via Rossa che porta alla strada dei
Duemila, dove ho lavorato per estrarre pirite, solfuri e calcio-
pirite. Allora di uranio non se ne parlava proprio". Le zone
geologiche con l’uranio? "Eccole. E’ una linea unica da sud verso
nord. Dalle rocce del Peyron ai piedi del Galambra, fino alle Grange
della Valle, al colle Clopaca, al Vaccarone e al Col Clapier, in
direzione del piccolo Moncenisio. Ricordo di ricerche, che io guidavo
come capocantiere, per conto di un geologo di Torino, che recuperava
campioni di rocce e minerali per un ignoto committente".
Rey ha una pausa. Poi dice: "Le faccio vedere una cosa". Apre una
bacheca, ricchissima di minerali, tale da far invidia ad un
museo. "Sì, ho studiato, ma è stata quella la mia università".
Assieme ai chilometri percorsi sulle montagne seguendo le tracce
delle rocce che affiorano. E per lui la val Susa geologica e
mineraria non ha segreti. Poi racconta di quando era capocantiere
alle miniere di Traversella, già note ai tempi dell’imperatore romano
Tito Livio, della sua vita con i geologi, i tecnici, gli operai che
scavavano ogni giorno. E ricorda ogni dettaglio.
Il vecchio delle montagne (anche la Sitaf lo ha consultato per le sue
gallerie) si addentra in una riflessione: "Qui si scava dappertutto e
sovente senza criterio. Un esempio: a Cels scomparve l’acqua poichè
bucando i tunnel furono tagliate le sorgenti. E’così che la montagna
muore. Adesso si realizzeranno altre gallerie dalla val Clarea a Pont
Ventoux: c’è il rischio di tagliare altre sorgenti e falde d’acqua.
Due gallerie per l’alta velocità sotto l’Ambin, ma sono sicuri di
quello che fanno? In alta montagna scompaiono i laghetti, poichè li
si dissangua dal basso, ora si svuotano anche le riserve sotterranee.
Nulla sarà più come prima".
Sospira. "Vuole saperne una? Qui, nella zona di Salbertrand la
piccola selvaggina è scomparsa. Perchè? E’ l’autostrada che ha
tagliato in due la valle ed ora impedisce agli animali di muoversi da
un versante all’altro". Parola di saggio. Ma c’è qualcuno disposto ad
ascoltarlo?
Messaggi
1. > VAL DI SUSA : MA QUI L’URANIO HA GIA’ UCCISO, 16 dicembre 2005, 10:19
In Val di Susa si sta vedendo di tutto... perfino cartelloni imbecilli e striscioni con slogan che in realtà non c’entrano nulla ma rivelano l’inconscia deviazione mentale che certe minoranze hanno conseguito in questo paese, tipo: "Fuori i nazisti dalla Val di Susa... No TAV genocidio".
Ma che razza di protesta è?
Che c’entra l’onnipresente genocidio ebraico??
Non meravigliamoci se poi capitano conseguenze come a Genova: cioè Italiani contro Italiani...
Questo è un vicolo cieco di nuovo millennio: il buon senso e la logica restano immolati, come sul rogo di Campo de’ Fiori.
Si parla, si straparla, ci si tira i capelli, si scrivono panzane e denigrazioni... mai nessuno che vada dritto al dunque e sotto casa dei responsabili!!
Mai visto un manager delle FFSS picchettato dagli scioperanti a domicilio: si sono visti sempre e solo migliaia di cittadini straincazzati perchè coinvolti a tradimento da treni fermati e stazioni chiuse.
Mai nessuno che pensi un pò più in là del proprio orticello, per risolvere una questione in nome di tutti o della collettività...
Certo è più facile prendersela usando luoghi comuni instillati da idee estranee, è meglio far casino facendolo pagare al resto della popolazione, è così facile aizzare con la scusa che lo Stato è un "qualcosa"... e comodo pure dire "Sono Valsusino"...
Ma poi soluzioni vere che valgano per tutti?
Chi le tira fuori fra i Valsusini?
– Perchè nessuno, ad esempio, non difende l’argomento dell’inutilità del TAV per carenza di convogli ferroviari o domanda passeggeri?
– Perchè nessuno non dimostra con le cifre quanto sia inutile un TAV misto (merci e passeggeri) se poi dopo Torino inizia per forza a rallentare (i merci danno sempre la precedenza ai passeggeri)?
– Perchè nessuno dice che se si vuole migliorare la qualità della vita (o rispettare Kyoto) valsusina, visto che le merci viaggiano maggiormente su autoveicoli, non servono treni ma "MOTORI E CARBURANTI PULITI".
– Perchè nessuno non dice che invece di buttare miliardi di euro in infrastrutture statiche o veicoli ipertecnologici è più logico massimizzare le prestazioni di quello che già esiste?
– Perchè nessuno denuncia la Finanziaria di questo governo che ha ridotto all’osso i finanziamenti per il PROBIO (biodiesel, bioetanolo e biomasse) ma si proclama "all’avanguardia" e per la "ricerca"?...
– Perchè nessuno denuncia il fatto che siamo in Iraq per il vil petrolio quando già esistono brevetti e prototipi funzionanti di auto e trattori "AD ARIA COMPRESSA" fatte da società europee (ispano-anglo-francese) a cui mancano sbocchi e leggi?
– Perchè nessuno denuncia il fatto che un "corridoio Lisbona-Kiev" all’Italia non serve perchè tanto non esiste ancora nemmeno uno straccio di Camera di Commercio Italo-Ucraina (visto che fra governanti mafiosi si preferisce commerciare con i corrispondenti Russi)?
E via dicendo...
2. > VAL DI SUSA : MA QUI L’URANIO HA GIA’ UCCISO, 16 dicembre 2005, 12:47
Sei mai andato in quella valle?
no perchè l’autostrada è da SUSA in poi tutta sopraelevata o in galleria.
La tav passerebbe 1.2 kilometri sotto i luoghi indicati dal signore.
L’u ranio nel rio secco (a 2000 metri di altezza) mentre la galleria scorrerebbe a 500)
I questi giorni proprio vicino al rio secco stanno facendo 3 gallerie per togliere il traffico dal paese (Claviere)
No perchè dovete sapere è vero anche quel che dice il signore dell’articolo, ma dico io, non si può usare idee giuste per confutatare altre idee giuste.
Purtroppo devo dire stiao sbagliando la via della protesta, che ha più di un motivo per esistere.