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VAL SUSA: una proposta al movimento del FCA

Publie le mercoledì 14 dicembre 2005 par Open-Publishing

di Gianni Fabbris

Care tutte e cari tutti,
in Val di Susa si sta sviluppando una lotta che ci riguarda.
Ci riguarda per molti motivi che sono facilmente comprensibili a tutti e
che non elenco nel dettaglio ma che riguardano la tutela del territotio,
il ciclo corto, la democrazia, ecc..

Nella lotta dei cittadini della Val di Susa, sono coinvolti,anche, i
contadini che rivendicano il diritto a produrre. Credo che dovremmo
esprimere la nostra solidarietà ed essere con loro.

Non sono stato in Val di Susa ma, credo di conoscere la natura di quella
rivoltà popolare. Sono di Scanzano Jonico (abito a quattro chilometri da
dove avrebbero voluto fare il deposito nazionale delle scorie nucleari)e,
dunque, so cosa vuol dire una ribellione di popolo contro delle decisioni
non condivise. Mobilitazioni trasversali (in tutti i sensi: politici,
sociali, interessi diversi fra di loro contrapposti e non tutti
difendibili, ecc.) che si saldano quando il problema ti tocca
direttamente.

Anche a Scanzano per decenni c’erano state mobilitazioni
contro il nucleare che avevano visto poco coinvolte le popolazioni locali
(haimè quante volte ho promosso insieme ad altri iniziative che venivano
percepite con fastidio o disinteresse, mentre l’agricoltura del mio
territorio diventava sempre più simile al reparto all’aperto della
produzione industriale che è diventato).

Quante volte avevamo denunciato:
"Gardate che le cave di sale a Terzo Cavone sono solo il pretesto per
metterci un grande deposito di scorie"... la politica ci dipingeva come
provocatori e i cittadini ci guardavano con sospetto. Poi è andata come è
andata .... i cittadini (soprattutto gli agricoltori) hanno capito che
dicevamo la verità, che il rischio non era un rischio ma un incubo reale e
si sono mobilitati.

In quella mobilitazione c’era di tutto e, anche, molti interessi
indifendibili dal punto di vista di chi si batte per l’alternativa di
modello produttivo e sociale. In quella mobilitazione, però, noi che ci
siamo stati, siamo stati percepiti come alleati; le nostre proposte, il
nostro ragionamento non è stato guardato più con sospetto ma come
"portatore di ragioni".

Abbiamo seminato e abbiamo creato le condizioni
per fare la Marciasud e la straordinaria mobilitazione di Metaponto di
Ottobre in cui abbiamo portato con noi trecento trattori per una settimana
di iniziativa sulla nostre parole d’ordine che chiedono la "Sovranità
Alimentare".

Ho voluto proporvi questa riflessione perchè credo sia giusto essere, come
movimento contadino italiano antiliberista, a fianco dei cittadini e dei
contadini della Val di Susa, pur immaginando che in quella mobilitazione
si esprimano molte contraddizioni, che non tutti gli interessi di chi è
mobilitato siano condivisibili.

Quello che so è che nessuna decisione su opere impattanti di quella
grandezza possono essere prese senza il consenso dei cittadini e che il
modello di società non può essere scelto se non con un processo
democratico e popolare dal basso. Siamo o non siamo per la Sovranità
Alimentare. Se la Sovranità Alimentare è il diritto dei popoli a decidere
del proprio modello di produzione, distribuzione e consumo degli alimenti
allora il modo come gestisci il territorio è decisivo.

Noi dobbiamo partecipare alla discussione offrendo il nmostro punto di
vista, contribuendo a mettere al centro di un passaggio così delicato le
ragioni di un altro modo di produrre e fruire del cibo e del territorio.
Potremo farlo se sapremo essere solidali e condividere la lotta.

Per questro credo che dovremmo essere li in Val di Susa, con una nostra
delegazione ed aderire e partecipare alla manifestazione indetta a Torino
per sabato prossimo.

Il nostro silenzio, è, francamente assordante.

Chiedo alla rete del FCA e specialmente a quella del Nord Italia, possiamo
assumere l’iniziativa, fare una delegazione che incontra i contadini della
Val Susa, dare l’adesione e partecipare alla mobilitazione alla
manifestazione di Torino di sabato prossimo?