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VENERDI’ 18 MARZO 2005 SCIOPERO NAZIONALE

Publie le giovedì 10 marzo 2005 par Open-Publishing
3 commenti

APPELLO NAZIONALE ALLE LAVORATRICI E
LAVORATORI DEL TERZO SETTORE: COOPERATIVE
SOCIALI, ASSOCIAZIONI ED ENTI NO PROFIT

La “ricchezza” del terzo settore è la miseria e la precarietà dei
propri lavoratori 630.000
assistenti di base, educatori, operatori sociali, soccorritori
con un salario medio da 800/850
euro al mese in una condizione di precarietà elevata e diritti
ridotti

La vera risorsa del no-profit, del terzo settore, della
cooperazione sociale: lavoratori e lavoratrici
mal pagati, supersfruttati, superflessibili, con contributi
ridicoli, sotto il ricatto degli appalti,
intimiditi e licenziati quando denunciano le carenze e lo
smantellamento dei servizi sociosanitari,
gli abusi e soprusi sugli utenti.
Mentre politici, amministratori, dirigenti del settore continuano
ad esaltare le virtù inesistenti del
no profit, cresce la nostra miseria e il nostro sfruttamento, e
peggiorano i servizi e la qualità del
lavoro.

CGIL-CISL -UIL oltre ad essere complici, con la loro politica
concertativa, del generale
processo di immiserimento e precarizzazione, hanno da sempre
avuto un trattamento di favore
nei confronti dei “padroni del no profit”, in nome di una
presunta diversità delle imprese sociali.
Gli ultimi rinnovi contrattuali hanno confermato la tendenza alla
diminuzione dei salari reali e
all’aumento della precarietà, tutto a scapito della qualità dei
servizi e dei diritti dell’utenza; i tagli
della finanziaria 2005 e le norme della Legge 30 completato il
quadro.

CONTRO LA PRECARIETÀ
DEI LAVORATORI E OPERATORI DEL NO PROFIT
PER I DIRITTI, LA DIGNITA’ E IL REDDITO

VENERDI’ 18 MARZO 2005

SCIOPERO NAZIONALE
DELL’INTERA GIORNATA

per i lavoratori/trici cooperative sociali, cooperative,
associazioni ed enti del terzo settore socio-sanitario,
assistenziale-educativo e di inserimento lavorativo

Manifestazione Nazionale al Ministero del Welfare

COORDINAMENTO NAZIONALE DI LOTTA
DEI LAVORATORI E LAVORATRICI
COOP SOCIALI E TERZO SETTORE


QUANDO LORO VOGLIONO DIVIDERCI NOI CI UNIAMO!
18 MARZO 2005 SCIOPERO GENERALE DI TUTTI/E LAVORATORI E DEI
PRECARI
DELLE COOP SOCIALI, NO PROFIT, ASSOCIAZIONISMO, TERZO SETTORE
(ANASTE, UNEBA, AGIDAE, ANFASS, ECC..)

E’ arrivato il momento che aspettavamo da tempo: quello di vedere
uniti tutti/e i lavoratori che
oramai rappresentano una grossa parte di quelli impegnati nei
servizi socio-sanitari, nelle
residenze per anziani, disabili, nei centri diurni, nei servizi
domiciliari e scolastici, sul territorio,
nei progetti delle associazioni e delle ong.
Quei lavoratori quasi sempre precari, “cavie” per la
sperimentazione delle nuove forme di lavoro
a progetto e cococo, a chiamata, part-time flessibile, in
appalto, a tempo determinato. Pagati
molto meno dei loro corrispondenti del pubblico (Comunali,
Azienda Sanitaria, Università,
Scuola, ecc..), con un futuro che li vorrebbe per tutta la vita
“inchinati” alla logica del risparmio,
dei tagli dei servizi, dei tagli di personale, della sempre
maggiore flessibilità e disponibilità, della
cooperazione come profitto.

E se sei immigrato/a la situazione
peggiora ulteriormente,
sottomesso al ricatto del permesso di soggiorno.
Ogni giorno vediamo peggiorare i nostri contratti nazionali,
assistiamo al mancato pagamento
degli arretrati che ci spettano, o addirittura alla mancata
applicazione dei contratti stessi. Se sei
precario non hai diritto alla malattia e alle ferie pagate, Tfr e
pensione, se sei precaria neamche
alla maternità retribuita. E poi ti accorgi un giorno che non hai
diritto alla disoccupazione o che
la tua pensione, come l’indennità di malattia e maternità, ti
verrà pagata sulla base di un salario
convenzionale, e quindi meno di quanto pensavi.
Vediamo peggiorare i servizi in cui lavoriamo, il livello di
sostegno che vorremmo dare a chi
accudiamo, la possibilità di mantenere le competenze degli
anziani e dei disabili, di intervenire
sul territorio senza dover collaborare ad una società carceraria,
psichiatrizzata.

Vediamo
scomparire progetti di intervento positivi per essere sostituiti
da quei “Progetti Immagine” che,
lungi dall’avere un risultato positivo, servono ai soliti noti
per i propri interessi di poltrona e
redistribuire ai fidi amici risorse pubbliche.
Se cerchi una casa ti renderai conto che sei “fuori mercato”, che
gli asili nido sono
irraggiungibili per i tuoi figli, che i tagli ti ricadono anche
quando la tua salute si incrina, e in un
attimo capirai che tutto non finisce nel tuo luogo di lavoro
I sindacati confederali, i Governi, i Comuni e la Regione
sembrano interessarsi ai problemi che
poniamo. Ma questo avviene solo sulla carta o quando c’è da fare
le tessere i primi e in
prossimità delle scadenze elettorali gli altri, per poi vederci
venduti o nella migliore delle ipotesi
rimanere tutto come sempre. I Dirigenti Pubblici (Asl, Comune,
ecc..), da parte loro, sulla nostra
precarietà e i bassi salari mettono in pratica la logica dei
tagli e dei risparmi, quei famosi
obiettivi di bilancio che gli daranno diritto ad incentivi
economici e di sicuro la fiducia dei politici
nostrani.

Ma allora perché non intervenire tutti uniti? Gli oltre 600.000
lavoratori interessati non sono una
forza per cambiare le cose?
E’ chiaro che all’interno del Coordinamento Nazionale di Lotta
dei Lavoratori delle Coop Sociali
e del Terzo Settore la risposta è affermativa e abbiamo deciso di
partire da questo sciopero per
dare visibilità alle rivendicazioni dei lavoratori del settore e
per un rilancio del servizio pubblico,
contro i tagli e la precarietà. Questo non senza avere chiara una
piattaforma di rivendicazioni e
le attuali responsabilità del Governo Berlusconi del
peggioramento delle nostre condizioni, dei
servizi e dei progetti dove lavoriamo, della precarietà della
Legge Biagi.

TUTTI A ROMA IL 18 MARZO 2005 SOTTO IL MINISTERO DEL WELFARE CON
IL COORDINAMENTO NAZIONALE DI LOTTA DEI LAVORATORI E LAVORATRICI
COOP SOCIALI E TERZO SETTORE


ANCHE SUL PIANO TERRITORIALE ESISTONO ALCUNE RIVENDICAZIONI CHE
DOVRANNO ESSERE LA BASE DELLE NOSTRA LOTTA E UNITÀ NEI MESI
FUTURI.
PRECARIETÀ:

La Regione Toscana ha di recente approvato quanto di sua
competenza per la attuazione della
Legge Biagi, ed in particolare per quanto riguarda le agenzie di
interposizione (le vecchie
agenzie di lavoro interinali). Nella stessa seduta è stata
bocciata una mozione che richiedeva la
stabilizzazione dei/delle lavoratrici precarie (cococo, cocopro,
tempi determinato, ecc..).
Pensiamo che sia necessario non perdere quel patrimonio che è
rappresentato da tutti coloro
che ritenevano di non essere stati solamente usati negli scioperi
contro le riforme del governo
Berlusconi, utilizzando quelle tensioni positive per lanciare una
campagna contro l’applicazione
della Legge Biagi nella nostra Regione e per l’immediata
stabilizzazione dei contratti precari nel
privato come nel pubblico, senza i falsi “diritti (pochi) nella
precarietà” tanto cari a CGIL. CISL e
UIL, esigendo tutti i diritti nell’attuale fase transitoria.

SERVIZI SOCIALI E SANITARI

Nelle ultime settimane sta oramai terminando l’iter per rendere
effettivamente operative le
Società della Salute. Un iter che ha confermato quanto da tempo
sospettavamo. Montedomini
si è prestato a svolgere il ruolo di ariete nella sperimentazione
di quello che sarà il ruolo del
privato sociale nella Società della Salute ed in particolare il
ruolo delle Cooperative Sociali che
hanno in appalto numerosi servizi: il suo Commissario
Straordinario né è presto diventato così
Direttore. Le Associazioni del Terzo Settore, le Cooperative
Sociali, i gestori delle Rsa Private
sono entrati a far parte della Società della Salute, per ora con
una sorta di partecipazione nella
organizzazione e non nel “capitale”, ma la strada è iniziata.
Quella strada che era stata indicata
già con quella riforma dello stato sociale che individuava la
sussidiarietà come elemento chiave
della erogazione dei servizi. Sussidiarietà che si traduce nel
lento ed inesorabile passaggio ai
privati, alle associazioni del terzo settore, alle cooperative
sociali o attraverso soggetti
accreditati l’erogazione dei servizi. Il pubblico deve solo
garantire che i servizi vengano erogati
ai più bisognosi, il resto a pago in parte o del tutto.
Abbiamo solo una strada da percorrere ed è quella dell’assunzione
dei lavoratori attualmente in
appalto dalla Società della Salute stessa, che significa tutti
quei lavoratori delle Rsa e Ra, dei
centri Diurni, della Psichiatria, dell’Assistenza Domiciliare e
Scolastica, degli interventi sulle
“marginalità” e minori, ed impedire l’entrata organica del
privato.

SALARI E CONTRATTI

Da troppo tempo raccogliamo le briciole di quanto rimasto dai
contratti del pubblico impiego,
dagli stanziamenti per i servizi socio sanitari, che si traduce
in un continuo rimando dei rinnovi
contrattuali con una perdita complessiva dei nostri salari. Gli
arretrati contrattuali scompaiono
nei rinnovi e la tiritela è sempre la solita: gli Enti, la
Regione, la Asl, e via così non pagano
quanto dovuto e nei termini previsti.

I nostri contratti ( Coop Sociali, Anaste, Uneba, ecc..) sono ai
limiti della sussistenza ed è
necessaria la rivendicazione di un Contratto non inferiore a
quello dei lavoratori dei settori dove
lavoriamo, ovvero Comune, Scuola, sanità ecc.., in attesa di una
internalizzaizone pubblica dei
servizi e dei lavoratori.
Nello stesso tempo Regione, Comuni, ecc.., devono obbligare le
Cooperative, le Associazioni,
ad istituire un Fondo all’interno del quale versare una quota non
inferiore all’inflazione, in modo
da garantire il pagamento degli arretrati e dei rinnovi
contrattuali.

Molti lavoratori vedono non rispettati i propri diritti
contrattuali senza che nessuno, nonostante
le denunce formali, intervenga secondo il proprio ruolo di
garanti dei diritti negli appalti. Gli enti
appaltanti, i titolari dei progetti sul territorio e di ricerca,
devono garantire tale diritto e dovremo
fare forti pressioni perché questo avvenga. Lo stesso dovrà
avvenire per garantire il diritto ai
permessi retribuiti per la formazione senza più obbligare i
lavoratori a sacrificare ferie e
retribuzione

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