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VIA DA TUTTI I TEATRI DI GUERRA

Publie le domenica 7 maggio 2006 par Open-Publishing

Il 18 marzo a Roma nel corteo LA PACE AL PRIMO POSTO si urlava eccome. Ricordo lo slogan: Baghdad, Kabul, Nassirya- le nostre truppe le porteremo via.

Sapevamo e sappiamo che le vittime di guerra sono tutte uguali e sapevamo e sappiamo, come dice Gino Strada, che l’unica verità della guerra sono le sue vittime.

Ora, che cosa distingue i morti afghani dai morti iracheni e l’atto di guerra che ha ucciso gli alpini italiani dall’atto di guerra che ha ucciso i carabinieri italiani ?
Nulla, solo artifizi retorici e vuote parole fabbricate dai leaders politici che ancora professano la "guerra giusta" e la "lotta al terrorismo". Ma Attenzione, questi leaders politici sono anche quelli che si preparano a governare e a presiedere la repubblica in nostro nome. IN NOSTRO NOME giustificano e rifinanzieranno la missione militare in Afghanistan, perchè si ritengono i rappresentanti della nostra volontà, ovvero della volontà del popolo di sinistra e del popolo che vuole la pace. Mai come oggi è urgente che il movimento urli nuovo. NO A TUTTE LE GUERRE-RITIRO DELLE TRUPPE SUBITO DA TUTTI I TEATRI DI GUERRA.
Ricordo un altro storico corteo del nostro movimento: quello del 10 novembre 2001, a Roma, contro la guerra in Afghanistan appena scoppiata, quando in Parlamento il centrosinistra votò a favore dell’invio di truppe italiane perchè la guerra era "autorizzata dall’ONU" e richiesta dalla NATO. Ma nella piazza gridavamo NOT IN MY NAME e il 7% dei nostri parlamentari ( Rifondazione, Verdi e PDCI) votò contro. Ricordo l’enorme partecipazione al corteo, organizzato spontaneamente dal nostro movimento nato a Genova, ricordo la scritta con le fiaccole sul Circo Massimo NOWAR. Fu quello il vero atto costitutivo del movimento contro la guerra senza se e senza ma, prima ancora del Social forum europeo di Firenze, prima di tutte le altre oceaniche manifestazioni contro la guerra. Nello striscione di apertura c’era scritto NO ALLA GUERRA MILITARE ECONOMICA E SOCIALE. Era la grande intuizione di Marcos e nello stesso tempo la nostra sintesi dei temi altermondialisti con il nuovo pacifismo della stagione della guerra globale permanente.Quella domanda radicale di pace e di giustizia è ancora tutta qui nei nostri cuori e nelle nostre mani. Forse i leaders politici della sinistra alternativa che allora votarono NO oggi potrebbero deluderci. Ma sappiano che non potranno cancellare la nostra memoria, nè la voglia irriducibile che abbiamo di continuare a ribellarci alle guerre, di continuare a chiedere una svolta in politica estera, la definitiva sostituzione dell’intervento in aree di conflitto, da missione militare a missione civile, da gente con le armi a gente con badile estintore penna e quaderno. Da esercito a diplomazia, da invasione a cooperazione, da "Luca annichiliscilo", a "Luca accarezzalo, curalo". Non esiste missione di pace con le armi in pugno: è un concetto semplice. Ci vorrà una vita per farlo capire ai signori di sinistra ? E quante vite verranno falciate nel frattempo ?
Hasta la paz Nella Ginatempo