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VICINI A MICHELE FABIANI E AI SUOI COMPAGNI!

Publie le sabato 16 febbraio 2008 par Open-Publishing
2 commenti

Per la seconda volta a Michele Fabiani è stata respinta l’istanza di scarcerazione.

Ricordiamo che i giovani compagni spoletini furono arrestati per l’operazione Brushwood. Fare un memento è d’obbligo visto che le inchieste repressive dai nomi fantasiosi si susseguono a ritmo incessante e le inchieste contro i compagni che esprimo la loro intolleranza al Sistema Capitale non hanno tregua.
Non ci stupiamo di cio’ è la logica della scontro di classe.

In effetti dato il clima attuale e i secoli richiesti per i processi di Genova e Cosenza la sentenza d’appello per il processo del San Paolo, tanto per citare solo alcuni episodi di ordinaria amministrazione giudiziaria, dopo le cariche a Roma contro le donne scese in piazza per difendere la loro autodeterminazione, dopo le cariche a Napoli contro chi protestava perché sommerso dai rifiuti, non ci facevamo illusioni.
Non è che si "imposta" una operazione spettacolare con notevole dispiegamento di forze dell’ordine senza che qualcuno , poi, rivesta il ruolo di capro espiatorio, non fosse che per giustificare le spese di tale operazione di fronte a chi vede sprecare il denaro per una presunta sicurezza, mentre le cose vitali sono lasciate nella più totale insicurezza: dal morire sul lavoro, allo stato di abbandono negligente degli ospedali e delle scuole pubbliche, al diritto alla casa.
Sappiamo anche che non è solo questo il motivo.

Sappiamo che il potere di fronte al progredire di una crisi che non trova soluzioni fattibili e praticabili: basta pensare alle sconcezze a cui siamo costretti ad assistere in questa campagna elettorale, un vero e proprio mercato delle vacche,
ha la necessità di creare diversivi spettacolari per distogliere l’attenzione dai problemi reali che il proletariato vive sulla sua pelle quotidianamente.

Un gioco che ormai mostra la corda di fronte all’insopportabilità dell’esitente, ma questa è l’unica
risposta che padroni e servi dei padroni sanno e possono dare.

A noi non resta che la riposta di sempre:
anche per noi la strada è obbligata e in direzione opposta e contraria:

RIBADIRE LA NOSTRA SOLIDARIETA’ MILITANTE
SIAMO RIVOLUZIONARI
CONTRO I PADRONI E I LORO STATI.

L’Avamposto degli Incompatibili
www.controappunto.org

Messaggi

  • GLI ARTISTI SI INCONTRANO PER MICHELE E ANDREA

    Ieri era il compleanno di Michele Fabiani. 21 anni. Un ragazzo.

    In Inghilterra, come ricorda Mike Jacob presente all’incontro, si diventa maggiorenni a quell’età.

    Nella sala dei Duchi messa a disposizione dal Comune, si sono incontrati artisti, amici, gente normale, parenti e giornalisti, per cercare tutti insieme di decifrare questa incomprensibile storia.

    Da dove nasce l’accanimento verso questi ragazzi ed in particolare contro uno di loro, Michele appunto.

    Il padre Aurelio, consigliere comunale e onesto politico da più di 30 anni, dice che la famiglia non sa nemmeno dove è stato portato suo figlio dopo l’udienza che ha determinato la non scarcerazione.

    “L’hanno infilato in un cellulare e riaccompagnato in carcere”. Nessuno ha comunicato in quale. Forse ancora Sulmona, forse no.

    C’erano anche i genitori degli altri ragazzi coinvolti in questa drammatica vicenda, tutti con gli occhi stralunati alla ricerca di un segnale che aiuti a capire.

    Comunque l’incontro è servito a far capire alle famiglie che non sono sole e che la gente ha a cuore il destino di questi figli di Spoleto sbattuti in un vortice pessimo e indecifrabile.

    Molte le opere esposte per commemorare la giornata. Anche fuori del Comune, a significare che questa vicenda interessa tutta la città, sulla statua della piazza, qualcuno ha appeso un quadro raffigurante le sbarre. Quelle che segnano la vita di un piccolo gruppo di ventenni spoletini.

    • a dispetto di tutto, BUON COMPLEANNO!!

      Che lo sia dentro di te, nel tuo cuore, perché da tutta questa maledetta vicenda, sii forte dell’amore che tante persone manifestano nei tuoi confronti. Sii felice di questo perché non è cosa facile né scontata avere intorno a sé tanto calore.

      Scrivo in ritardo, oggi è il 17, il tuo compleanno era ieri, ma il dolore, sul momento, mi ha come congelata.

      Nella mia testa c’erano le immagini di quando ti ho visto in tribunale. La scena è stata dolorosamente allucinante forse più che vederti ai colloqui in carcere. Tu …… solo …….. ammanettato in mezzo a cinque o sei agenti con giubbotto antiproiettile e mitra che circondandoti ti trasportavano da una stanza all’altra. Noi (c’eravamo tutti) lì.. lontani attenti, con la speranza che tu ci potessi scorgere anche solo per qualche istante ……… e per fortuna ci siamo sorrisi e hai visto che c’eravamo.

      Vorrei scrivere tante cose che penso, ma i miei anni riescono a trattenermi perché forse quello che scriverei, anche fosse solo uno sfogo, potrebbe nuocerti. Spero quindi sia lecito parlare del proprio dolore e della voglia di sperare e credere che giustizia presto sarà fatta.

      P.S. Qualcuno potrà domandarsi perché scrivo qui ….. perché a tutt’oggi non sappiamo dov’è Michele e se ha saputo che l’appello per i domiciliari è stato respinto. Perché la gente deve, ha il diritto di sapere, che cosa succede nella nostra Regione Umbria, in questo nostro Stato italiano.

      Perché se non posso fare altro per cercare di aiutare Michele che mettere in piazza i miei sentimenti, non ho nessun problema a farlo, certa che tante persone sapranno capire e aiutare

      LUCIANA