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A circa due anni dall’attuazione della riforma Biagi, credo sia giunto il momento di fare il punto sulla situazione agonizzante e talvolta parossistica nella quale versa il mondo del lavoro nel nostro paese.
La legge 30, pur non essendo essa sola responsabile di tutte le storture che caratterizzano l’odierno sistema lavoro italiano, venne presentata come un farmaco miracoloso in grado di coniugare una ritrovata competitività dell’imprenditoria nostrana, con il benessere dei lavoratori più flessibili e felici, il tutto attraverso un’iniezione di modernità assoluta che ci poneva ai vertici nel mondo per quanto concerne la materia.
Oggi possiamo affermare con sicurezza che la rivoluzione del mercato lavoro da molti ritenuta indispensabile, nell’ambito della quale la riforma Biagi ha dato un corposo contributo, è andata ben al di là di quanto potessero supporre gli stessi sostenitori della flessibilità esasperata.
In realtà più che di un mercato nell’accezione propria del termine (dove s’incontrano chi compra e chi vende) si tratta di una sorta di bazar, variopinto e colorato, all’interno del quale tutti tentano di vendere qualcosa, ma ben pochi sembrano disporre dei soldi necessari all’acquisto, nonostante i prezzi siano da saldo di fine stagione.
Sono nate come funghi le agenzie interinali, con un tasso di proliferazione sconosciuto nel regno animale.
Le agenzie interinali, una specie di mutazione genetica delle antiche strutture di selezione del personale, che attecchiscono come zecche sulle spalle ammorbidite dai maglioncini di cachemire degli imprenditori e su quelle ricoperte da indumenti molto meno chic della massa sempre più imponente di coloro che sono alla disperata ricerca di un’occupazione.
Le agenzie interinali, piccole (nello spirito) grandi (nei numeri) sanguisughe alle quali è stato permesso di monopolizzare ogni centimetro quadrato delle pubblicazioni, cartacee e non, dedicate alla ricerca lavoro.
Le agenzie interinali, di proprietà dei grandi gruppi bancari, assicurativi ed industriali, i quali hanno fiutato al volo la prospettiva di facili guadagni ai quali aggiungere un controllo sempre più diretto sulle prospettive di quelle persone che oggi si ama definire "risorse umane" quasi si trattasse di semplici oggetti di consumo da usare e poi cestinare allorquando non risulta più remunerativo il loro sfruttamento.
Le agenzie interinali possiedono uffici eleganti, quasi sempre nel centro delle città, hanno nomi accattivanti, spesso parlano inglese, talvolta promettono molto, alcune cercano d’ispirare fiducia, altre sprizzano ottimismo da tutti i pori.
Si passa dalla macabra aggressività di " Heads Hunters" alla quasi monastica e rassicurante " Opera Labori" dalla bonaria e comprensiva " Umana " all’avveniristica " Space Work ".
Per chi ama l’iperattività e la persegue come traguardo di vita la rosa risulta ampia ed assai variegata. Si può scegliere fra l’anglosassone " Work & Work " e l’italianissima " Lavoropiù " la stakanovista " Obiettivo Lavoro " e la " Start " che se rappresenta una partenza viene voglia di mettersi le mani nei capelli immaginando quale possa essere il punto di arrivo.
Si attraversa l’aperto maschilismo di " Men at Work " e " Manpower " il pacato comunitarismo di " Team Work " e la sublimazione della filosofia Unieuro di " GEVI ( generazione vincente) " che non si trattasse di quella del 68 lo si era in fondo capito subito.
Alcune levano subito dal capo dell’aspirante risorsa ogni cattiva illusione che possa per errore albergarvi. " Ad Interim " e se con il latino avete qualche difficoltà di traduzione perchè a scuola stavate sempre a filosofeggiare con la vicina di banco " A Tempo " che più chiaro di così non si potrebbe dirlo. Se poi amate espandere i vostri confini c’è " Eurointerim " per sottolineare il fatto che le disgrazie non sono esclusivo appannaggio di casa nostra.
Nel caso qualcuno avesse ancora degli irragionevoli dubbi può contattare " Quandoccorre Interinale " che chiarisce in maniera oltremodo esaustiva il concetto che lavorerai finchè ci servi e non un giorno di più.
Per tornare alle reminescenze intelletualoidi da liceo classico c’è " Flessolabor " nel qual caso è severamente vietato togliere la prima l.
" Sinterim " " Tempor " e " Temporary " rendono perfettamente l’idea della precarietà di qualcosa che sta già per finire pur non essendo ancora neppure iniziato.
Ma c’è anche il messaggio rassicurante di " Easy Job " che ti dice che non è poi così difficile ed in fondo in fondo a sopravvivere qualche mese ce la puoi fare, quello complice che ti strizza l’occhio di " Lavoro Mio " una porta spalancata verso il futuro puoi trovarla da " Openjob " ed i fans di Eta Beta possono deliziarsi con la lampadina di " Idea Lavoro ".
Quanto mai italiana e quasi simile ad uno slogan del ventennio " Italia Lavora " a singhiozzo e con stipendi da fame aggiungerei, nonchè con l’ausilio dell’ Istat che è riuscita a leggere perfino una diminuzione della disoccupazione nel periodo economicamente più nero da almeno 40 anni a questa parte; ma i numeri si sa danno adito a qualsiasi funambolica rappresentazione degli stessi.
Proviamo ora ad addentrarci nelle bacheche delle agenzie interinali, quelle fisicamente appese alle vetrine delle stesse, quelle stampate sulle pubblicazioni cartacee e quelle virtuali che compaiono sui loro siti internet.
Proviamo ad esplorare quella fucina di opportunità che sta facendo crollare in Italia la disoccupazione, mentre il resto d’Europa (Germania in testa) arranca verso tassi sempre più alti.
Scopriamo che c’è una grossa richiesta di " Dialogatori " ma ci sfugge quale possa essere l’esatta mansione degli stessi e poi viene richiesta un’età massima di 25 anni e comprovata esperienza nel campo, che trattandosi di dialogo credo appartenga ad ogni essere umano che non abbia avuto la sventura di nascere muto.
Si richiede un " Collaboratore polivalente " max 30 anni con esperienza (nella collaborazione o nella polivalenza?) per mesi 1.
Si ricercano 40, avete letto bene, 40 in onore all’abbondanza, " Operatori di call center outbound " che tradotto in linguaggio volgare significa esecutori di proposte telefoniche di offerte commerciali, ma scopriamo approfondendo l’argomento che la paga di 300 euro mensili copre a malapena i costi di viaggio e più che di un salario si tratta di un rimborso spese.
E’ richiesto un " magazziniere " ma l’entusiasmo per avere finalmente trovato un lavoro normale viene subito stemperato dal fatto che il magazziniere con contratto di 1 mese deve possedere conoscenza dell’inglese, diploma, esperienza ed avere max 25 anni.
Ci soffermiamo sulla richiesta di un " Alesatore con esperienza movimentazioni bordo macchina " qui il contratto è di 3 mesi ma risulta veramente difficile capire di quale lavoro si tratti.
Ugualmente incomprensibile nella nostra ignoranza è la domanda di 3 " Animisti fonderia di II fusione, uso mescolatori a pala radente spara anime, smontaggio e montaggio di casse anima, esperienza pratiche fusione e formatura anime " per contratto di mesi 1.
Dopo aver attraversato la richiesta di 5 " Hostess di cassa " bella presenza max 25 anni, contratto di mesi due, un " Operatore cuoco per servizi educativi " due " Mulettisti con esperienza su muletto elettrico " uno " Sbavatore " e 5 " Carropontisti " ci soffermiamo sulla richiesta di uno " Specialist risk management " con contratto di mesi 3, è richiesta la laurea, ottima conoscenza inglese e tedesco, esperienza quinquennale nel ruolo, max 30 anni e ci domandiamo per quale arcana ragione un siffatto ragazzo prodigio dovrebbe inseguire un’occupazione precaria trimestrale.
Troviamo anche richiesta di un " Life sales manager bankinsurance " e 3 " Business solution aggregator " ma la domanda di " 1+1 a.d.e.s.f/o.s.s. " c’induce a desistere da ogni ulteriore contatto con il mondo dell’interinale.
In realtà cercare un lavoro tramite le bacheche (virtuali o non) delle agenzie interinali, così come una volta lo si cercava sul giornale è impresa impossibile al limite dell’autolesionismo.
Per avere una minima speranza, sempre che si abbia meno di 35 anni, occorre iscriversi presso le agenzie stesse, presentare loro il proprio curriculum, sperando sia il più possibile specialistico e comprenda dei mestieri ancora in voga, magari avere qualche piccola raccomandazione di amici o parenti presso il personale dell’agenzia stessa o meglio ancora presso qualche sindacato che farà da intermediario.
Poi occorre aspettare, accettare di perdere il proprio tempo seguendo gli inutili corsi di formazione ai quali l’agenzia ci consiglierà caldamente di partecipare anche se non hanno nulla a che fare con il nostro percorso lavorativo e che generalmente si svolgono nelle sue sedi, indi accettare il primo lavoro che l’agenzia propone, anche se la sede dello stesso risulta molto lontana da casa nostra e le spese di viaggio si porteranno via buona parte del misero salario, anche se si tratta di un lavoro per il quale non siamo portati. In caso contrario l’agenzia ci depennerà e non riceveremo più telefonate.
Concludendo questa riflessione il mondo del lavoro che troviamo intorno a noi risulta estremamente precarizzato e ricco di contraddizioni.
La maggior parte della richiesta si concentra o su mansioni estremamente specialistiche per le quali occorre specifica esperienza o sui lavori di call center il più delle volte sottopagati e con richieste di disponibilità orarie al limite della decenza.
L’età massima per aspirare a lavorare si sta livellando sempre più verso il basso e la prospettiva di occupazione è mediamente intorno ai 3 mesi.
La richiesta di requisiti per il candidato continua ad aumentare in maniera esponenziale fino alla pretesa del diploma e della conoscenza della lingua inglese nel caso di un operaio generico, di comprovate esperienze triennali per giovani massimo venticinquenni. La laurea, l’età inferiore ai 30 anni ed un’esperienza pluriennale nel ruolo sono diventate ormai prerogative di qualunque posizione appena superiore a quella impiegatizia.
La quasi totalità dei giovani e di coloro che hanno perso un lavoro a tempo indeterminato o si sono visti costretti dal mercato a cessare la propria attività imprenditoriale sono oggi costretti a rivolgersi alla fiera dell’interinale, ma con quali prospettive?
Innanzitutto quella di non potere mantenere nè se stessi nè tantomeno un’eventuale famiglia, poichè purtroppo ogni persona necessita di mangiare tutti i giorni e non ad interim, nè può pagare l’affitto o il mutuo 3 mesi si e 3 no ed allo stesso modo le bollette e quant’altro.
In secondo luogo chi lavora temporaneamente non può neppure fruire del credito al consumo per il quale banche e finanziarie richiedono la busta paga di un lavoro a tempo indeterminato.
Per non parlare del percorso pensionistico che procedendo ad intermittenza costringe il lavoratore a pagare dei contributi, senza avere la minima speranza che essi un giorno si tradurranno in pensione.
Era davvero necessario tutto cio? Quali benefici potrà mai portare al paese immolare ogni giorno che passa un numero maggiore d’italiani, sull’altare di una flessibilità esasperata che non ha alcuna ragione d’essere, condannandoli ad un presente da inferno?
L’impressione palpabile è che la riforma Biagi abbia dato il colpo di grazia ad un sistema lavoro che versava già in una grave crisi ed occorra porre rimedio ad una situazione che sta degenerando, creando nuova povertà e togliendo ogni potere d’acquisto e talvolta di sopravvivenza ad una larga fascia della popolazione.
La sensazione è che di un problema così grande e complesso nessuno purtroppo abbia politicamente intenzione di farsi carico.
Il centro sinistra ed il mondo sindacale dal quale sarebbe stato logico attendersi battaglie inerenti a queste tematiche, continuano a sottacere l’argomento e propongono di scendere in piazza contro la riforma della legge elettorale, nonchè di partecipare alle primarie per rafforzare Romano Prodi nel suo ruolo di leader, senza rendersi conto di quanto la gente, i lavoratori, i giovani, siano lontani anni luce da certe amenità, persi come sono nel ben più grave problema che attanaglia il loro quotidiano, un problema che giorno dopo giorno li sta trasformando in persone ad interim le quali rischiano di perdere anche la propria dignità.
Messaggi
1. > VITE AD INTERIM, 9 ottobre 2005, 22:02
da "redditolavoro" di ecn.org
Da un po’ di tempo si sta diffondendo la moda dei Career Days, in pratica per un giorno, o anche qualche giornata di seguito, in una fiera o altro luogo del genere disoccupati e rappresentanti di alcune aziende si possono incontrare di persona, i primi consegnando pacchi di curriculum, i secondi forse per cercare personale.
In generale sono contrarie a queste iniziative, perche’ molto inefficienti e costose: a differenza del collocamento pubblico che e’ presente dappertutto e del collocamento online che consente di mettersi in lista per lavori in tutto il mondo senza muoversi da casa, i carreer days hanno luogo in determinate localita’, e i disoccupati che non ci abitino devono o rinunciare o andarci pagandosi il viaggio a proprie spese, poi spesso si pretende che siano i disoccupati a distribuire i loro CV gia’ stampati a proprie spese e/o fornire proprie fotografie anche queste fatte a proprie spese, poi magari fanno compilare di nuovo delle sche de-CV in genere fatte maluccio, e le aziende presenti a un Carreer Day sono sempre pochissime, un infinitesimo rispetto ai sei milioni di imprese italiane (per non parlare dell’estero), per cui le probabilita’ che domanda e offerta di lavoro si incontrino sono minime, e non giustificano il dispendio di tempo e denaro.
Probabilmente il tutto rientra in una strategia globale che tende a tenere i disoccupati impegnati nel cercare "attivamente" lavoro, invece di realizzare un sistema efficiente, che potrebbe far trovare o meno lavoro, ma almeno eviterebbe sprechi di ogni genere.
Ce ne erano state a Bologna, a Roma, di recente a Vicenza e a Fidenza vicino a Parma.
Pochi giorni orsono sono stato all’Hotel ex Baglioni di Parma al Job Fair dell’outlet Fidenza Village: pretendevano una foto e un CV che non avevo, non conoscevano il proprio indirizzo di EMail per poter spedire il CV, e il colloquio e’ stato cosi’ sommario da risparmiare eccessivi sprechi di tempo. Almeno quello.
Mercoledi 12 Ottobre 2005 ci sara’ un Carreer Day dell’Universita’ di Parma, insieme ad altri: risalendo una lunga trafila di links si parte dall’ADSU dell’universita’, dietro c’e’ incontrilavoro, dietro meeting.job, e alla fine si scoprono cesop e la agenzia interinale Vedior che nella sua pagina elenca numerose offerte di lavoro senza specificare presso quali aziende (e anche per esperienza personale posso affermare che dietro simili annunci spesso si celano offerte di lavoro ... inesistenti). Ci sara’ di nuovo anche Accenture, di cui letto peste e corna nei forum di Punto Informatico. Sono piuttosto scettico su una simile iniziativa. Chi vivra’ vedra’.
Paolo
1. > VITE AD INTERIM, 11 ottobre 2005, 18:33
Cerco lavoro e invece ...
Sono senza lavoro da 2 mesi abbondanti, come è ovvio spedisco curriculum a destra e a sinistra, rispondo agli annunci sul giornale...insomma la solita trafila.
Un giorno mi sono detto:
"Perchè non spedisco i curriculum anche alle varie aziende di ricerca del personale???",
sapete quelle che guai a chiamarle agenzie interinali ma che dicono di trovare solo lavori da supermanager...
Qualche giorno fa sono contattato da una di queste:
la CPL&Taylor di Mantova.
E’ di una profesoressa universitaria di Pavia, tale Roberta de Petri che arrotonda il suo stipendio con questa simpatica attività.
Ebbene dopo il solito colloquio del cazzo (cosa sai fare, esperienze, aspirazioni...) mi dice che mi inseriranno nel loro database ma che volendo ci sarebbe un database specialissimo...nel quale è più facile trovare lavoro, la differenza???
Solo 60 €
Morale della favola?? Voleva dei soldi per trovarmi lavoro.
MA VA A CAGARE BRUTTA LAIDA !
Giorgio