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VOLTREMONT E IL CALICE DELL’ECONOMIA

Publie le venerdì 5 febbraio 2010 par Open-Publishing
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05.02.2010

Si intitola "Tremonti: istruzioni per il disuso" il libro scritto da cinque economisti. Passa in rassegna in modo impietoso le affermazioni contenute negli scritti del nostro ministro dell’Economia. E dimostra che le sue tesi e le sue previsioni sono molto spesso lontane dalla realtà di dati, numeri e statistiche. Eppure si tratta proprio di quelle stesse affermazioni che hanno contribuito a rendere il ministro l’intellettuale più influente della attuale maggioranza. Perché allora in pochi finora hanno messo in luce le sue incongruenze?

(Edizioni Ancora del Mediterraneo, 187 pagine, euro 14,50)

“Tremonti ha francamente scocciato”. Questo è l’incipit del libro “Tremonti: istruzioni per il disuso”. Gli autori sono cinque economisti (Alberto Bisin, Michele Boldrin, Sandro Brusco, Andrea Moro e Giulio Zanella) che si sono firmati come “Collettivo noiseFromAmerika”.

E il libro cerca di spiegare perché siano stanchi di Giulio Tremonti. Non tanto, o non solo, per le politiche che ha adottato nella sua ormai lunghissima esperienza come ministro dell’Economia, criticate in questo anni sul sito www.noisefromamerika.org animato dagli autori del libro insieme ad altri economisti italiani che lavorano in università americane, ma per il suo ruolo di ideologo e pensatore.

Giulio Tremonti è uno dei pochi intellettuali che hanno grande ascolto nell’attuale maggioranza e senz’altro quello con maggiore influenza. Un’autorevolezza alimentata da alcuni libri scritti in questi ultimi anni in cui il ministro sostiene di aver previsto la crisi finanziaria e molto altro ancora. Anche a causa di questi auto-attribuiti poteri di chiaroveggente, nel loro libro i cinque economisti chiamano Tremonti Voltremont, l’Oscuro Signore, come il Voldemort della saga di Harry Potter. Dove l’aggettivo “oscuro” viene usato dagli autori nel senso di “non chiaro”, confuso, impreciso.

L’ANALISI DELLE TESI DEL MINISTRO

Il volume passa dunque in rassegna in modo impietoso gran parte delle affermazioni contenute nei libri di Tremonti. Sottolineando come esse non siano quasi mai basate su fatti, numeri, statistiche (e d’altra parte sappiamo dell’avversione nutrita dal ministro verso l’Istat e le sue cifre. Evidenziando come gli apocalittici proclami del ministro sulle conseguenze per l’Italia e per l’Europa dell’apertura commerciale verso la Cina siano in contrasto con le più semplici nozioni di commercio internazionale. Mostrando come le previsioni del ministro siano spesso più erronee di quelle degli economisti da lui tanto disprezzati. E d’altra parte la lungimiranza di chi ha istituito la Robin Hood Tax per tassare i profitti eccessivi di banche e compagnie petrolifere pochi giorni prima che scoppiasse la crisi finanziaria e crollasse il prezzo del petrolio risulta assai dubbia anche a un osservatore poco attento.

E tuttavia il vero punto centrale del libro è un altro. Se gli autori sanno quello che dicono, e non è facile argomentare il contrario, la domanda ovvia diventa: perché in pochissimi hanno messo in luce le imprecisioni e le incongruenze di Tremonti? Perché, al contrario, la lista dei suoi ammiratori – il libro usa per la verità la parola adulatori – è lunghissima? Il ministro Tremonti sembra aver ragione di temere i giornalisti economici italiani principalmente perché lo costringono a ritirare premi su premi. È questo il ruolo della stampa in un paese normale? E hanno ragione gli autori a dire che l’animosità di Tremonti verso gli economisti è solo la manifestazione del fastidio che si prova davanti a chi chiede spiegazioni in un paese in cui ciò sembra essere considerato poco opportuno?

Ma val la pena di chiudere su una nota positiva. Il successo di siti come noiseFromAmerika.org, come lavoce.info, la sorprendente partecipazione di pubblico al Festival dell’Economia di Trento mostrano quanto sia diffuso il desiderio di imparare e saperne di più su una materia considerata ostica come l’economia. Sta allora agli economisti fare uno sforzo di divulgazione. Questo libro fornisce certamente un contributo in questa direzione

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