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Veltroni sbarca a Napoli con Morando. Iervolino va, Pd sempre più critico
Publie le giovedì 8 gennaio 2009 par Open-PublishingVeltroni sbarca a Napoli con Morando. Iervolino va, Pd sempre più critico
di Frida Nacinovich
Quanto ci piace chiacchierare... Sabrina Ferilli non c’entra, e non centrano neppure le compagnie telefoniche. Benvenuti in casa Pd. Nel gran partito del centrosinistra funziona così, in quello del centrodestra parla solo uno, gli altri sono usi ad obbedir tacendo o quasi. Motivi per discutere ce ne sono. Il caso Napoli-Campania soprattutto. Le ultime notizie raccontano che la prima cittadina partenopea Rosa Russo Iervolino ha ripreso a lavorare nel palazzo comunale, che l’ex segretario cittadino del Pd, Luigi Niccolais, continua a pensare e parlare male della sindaca, che il commissario straordinario Enrico Morando dovrà lavorare parecchio per riattaccare i cocci. Non l’aiuterà la presa di posizione della ministra ombra Linda Lanzillotta, che chiede al Pd di «sfiduciare Iervolino e Bassolino». Niente meno.
A stretto giro arriva la replica, fulminante, di Iervolino: «Lanzillotta si facesse i fatti suoi...». Forse non s’erano mai amati. Forse.
Il gran partito democratico riunisce il suo stato maggiore. Discutono, discutono, discutono e poi Veltroni accompagna Morando a Napoli. Sotto il Vesuvio arrivano il commissario e il segretario nazionale. «Veltroni va a Napoli con Morando per dare il segno dell’interesse e della forza con cui il Pd segue la vicenda», annuncia Anna Finocchiaro. Nel loft democratico c’è anche Linda Lanzillotta. La ministra ombra della funzione pubblica la vede così: «Rosetta Iervolino ha una storia importante, però sta facendo qualcosa che non so come qualificare». A seguire un altro affondo: «Da tempo il Pd dovrebbe assumersi la responsabilità politica nel comune di Napoli e nel consiglio regionale della Campania di dire se gli sta bene o no quel governo e se non gli sta bene di togliere la fiducia e assumersi anche la responsabilità di quello che ciò implica».
Anche il commissario straordinario del Pd in Abruzzo, Massimo Brutti, è assai critico. «A Napoli e in Campania ci vuole un avvicendamento». Di più: «La situazione è cambiata rispetto ai tempi di tangentopoli, gli imprenditori giocano al gatto con il topo e c’è una debolezza della politica». «C’è un’esigenza - conclude Brutti - di rigore per evitare questo e ci vogliono partiti forti che impongano le regole». Il Pd cerca la rotta ma non trova la bussola. O forse è una bussola che ancora non è stata tarata a sufficienza.
Torniamo a Napoli. Rosa Russo Iervolino fa sapere di voler restare alla guida del Comune fino al 2011, data di scadenza naturale del suo mandato. Per Iervolino il rimpasto realizzato, tra le polemiche con il Pd, ha raggiunto l’obiettivo della discontinuità perseguito «cacciando i disonesti, non penalizzando gli onesti». La sindaca si sofferma anche sulla polemica relativa alla registrazione dei suoi incontri con i vertici locali del Pd, Nicolais e Iannuzzi. «Dopo una prima riunione, venerdì, in cui tutto sembrava risolto tant’è che in mia presenza Gino (Nicolais, ndr) aveva telefonato a Boccia (il deputato del Pd, ndr) per dirgli che tutto era a posto, mi sono trovata il giorno dopo con una clamorosa smentita». «Allora - aggiunge - alla successiva riunione, che mi è stata chiesta attraverso la senatrice Armato, ho fatto sapere che avrei usato un registratore ed avrei preteso, alla fine, la firma di un verbale con le decisioni prese». Conclusioni: volano gli stracci.
A Napoli si discute anche dentro Rifondazione, se i vertici locali del partito apprezzano Iervolino e appoggiano la nuova giunta, non mancano nel Prc partenopeo alcune voci critiche. Tra queste, quella del consigliere comunale Alessandro Fucito, che avrebbe preferito una maggiore discontinuità nel rimpasto. Al tempo stesso, per Fucito, sarebbe stata una scelta più saggia seguire l’esempio della Sinistra democratica di Claudio Fava di un appoggio esterno. «Il Pdci di Diliberto - spiega - ha chiesto di restare fuori dalla giunta. Un’altra soluzione.
E comunque da qui alla conferma di una posizione organica alla maggioranza e alla giunta Iervolino ce ne corre». Dal consigliere comunale di Rifondazione comunista, diventato celebre in questi ultimi tempi per essere considerato un rompiscatole con la "R" maiuscola dai vari comitati d’affari cittadini, arriva anche la testimonianza diretta di un altro modo di essere assessori ai tempi di applatopoli. Fucito racconta il perché della sua contrarietà all’accentramento in un unico soggetto della manutenzione scolastica e della fornitura di cibo alle scuole. «Quel progetto - chiarì subito il consigliere - destava le mie perplessità: si assumeva la prevalenza dei servizi rispetto alle forniture, nonostante che l’importo da destinare alla manutenzione fosse di gran lunga inferiore rispetto alla fornitura dei pasti. Ed inoltre trovavo anomalo che a decidere non fossero i consigli municipali, a mio parere gli unici organi competenti». Napoli 2008-2009, c’è parecchio da lavorare. Non solo per il Pd.