Home > Vendola è sempre più vicino al Pd
Sabato 11 ottobre la sinistra radicale si è ritrovata per la prima volta dopo la disfatta elettorale di aprile unita in piazza. A Roma, contro il governo e per raccogliere le firme a favore del referendum anti-’Lodo Alfano’. Ma l’apparenza non deve trarre in inganno, soprattutto in Rifondazione Comunista le divisioni restano molto nette, tanto che c’è chi parla di una scissione già nei prossimi mesi. Tutto parte dalla proposta dei Comunisti Italiani di fare una lista unica Prc-Pdci alle elezioni europee del 2009. Ipotesi stroncata dai vendoliani per bocca di Gennaro Migliore. Ma la maggioranza del partito è in mano a Paolo Ferrero, il quale starebbe seriamente pensando a una sorta di riedizione del Partito Comunista Italiano. Soprattutto in vista delll’approvazione della nuova legge per l’Europarlamento voluta dalla maggioranza di Centrodestra che fissa al 5% la soglia di sbarramento.
Il Governatore della Puglia, però, ha altri progetti. E - secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it - l’eventuale via libera dell’ex ministro della Solidarietà Sociale all’accordo con Diliberto scatenerebbe l’immediata uscita da Rifondazione di Nichi Vendola e dei suoi, in testa Franco Giordano (ex segretario) e Migliore (ex capogruppo alla Camera nella passata legislatura). Con quale obiettivo? Formare una lista di sinistra ma non comunista con i Verdi e Sinistra Democratica e presentarsi così all’appuntamento con le Europee. Il progetto, però, va ben oltre la prossima tornata elettorale. E riguarda i rapporti con il Partito Democratico.
Ferrero non ha alcuna intenzione di tentare di riallacciare il dialogo con Veltroni e si candida a restare una forza di opposizione estrema. Il blocco dei vendoliani, i Verdi e Sd intendono invece ricostruire il rapporto con i Democratici, senza bruciare le tappe ma in modo da arrivare alle prossime elezioni politiche con una nuova alleanza di Centrosinistra. Qualche contatto tra la minoranza del Prc e una parte del Pd, i dalemiani in testa, c’è già stato. Il percorso è lungo ma è quello che porterebbe a ridefinire completamente lo scenario del Centrosinistra. Ferrero e Diliberto da soli come opposizione comunista dura e pura. Vendola, Sd e Verdi insieme pronti a stringere un’intesa programmatica con il Partito Democratico.
Un accordo di governo per presentarsi insieme alle Politiche che veda anche la presenza dei Socialisti di Nencini, ovviamente come forza autonoma. Il fronte del Governatore pugliese esclude qualsiasi dialogo o rapporto con l’Udc di Casini, mentre è pronto a includere in questa alleanza anche l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, nonostante i pessimi rapporti tra Veltroni e l’ex Pm. Insomma, a breve potremmo assistere a un vero e proprio terremoto nell’opposizione, destinato a ridisegnare i confini e contorni della sinistra italiana.
Messaggi
1. Vendola è sempre più vicino al Pd, 15 ottobre 2008, 15:12, di alec
diliberto opposizione dura e pura? ma dove vivete?
liberarsi della banda vendola è stata una cosa positiva, ma rimettersi in casa personaggi come diliberto sarebbe un gravissimo errore! diliberto e rizzo (quello che più di tutti sta tentando di ricostruirsi una verginità) hanno le stesse modalità di fare politica che hanno vendola e migliore (partito di tessere, verticismo, appiattimento sul centrosinistra a livello regionale/provinciale/locale). la differenza è che lo fanno dicendosi ancora comunisti. ma dove è stato il loro comunismo in tutti questi anni? completamente appiatiti su prodi e sulla cgil, mai un autocritica neppure sul kosovo. questi, se ritornassero al governo, rifarebbero le stesse identiche cose!
NO GRAZIE, ABBIAMO GIA’ DATO! PRIMA CI VUOLE UNA SERIA ANALISI - CHE DA LORO NON HO MAI SENTITO, POI UN MODO DI GESTIRE IL POTERE ED IL PARTITO TRASPARENTE (COSA CHE NON HANNO MAI FATTO DAL 91 AD OGGI).
1. Vendola è sempre più vicino al Pd, 15 ottobre 2008, 16:17, di Giancarlo
Siamo estremamente preoccupati per la piega che sta prendendo il dibattito post-congressuale estivo. La purezza ideologica di una parte di rifondazione, che da un lato, rifuta i comunisti italiani per le loro compromissioni con il governo prodi (come se ferrero, in quel tempo, era in viaggio verso Marte), e, dall’altro, tartta i vendoliani come meri segugi a caccia di poltrone, denota la condizione di afasicità nella quale è piombata la sinistra, attanagliata da un cupio-dissolvi, che non ha precedenti. Finis sinistrae, quindi?
Temiamo che i manifesti che la Lega ha fatto ad Aprile contro gli immigrati, raffigurandoli dentro una riserva indiana, la prossima volta potrebbero essere destinati alla sinistra comunista.....No, compagni, non ci siamo. O seguiamo la strada della creazione di una nuova sinistra del XXI secolo, che sappia parlare ai bisogni del mondo del lavoro, come a quelli della natura funestata da uno sviluppo che ne mette in forse l’esistenza, senza guardare a simboli e ai canoni del passato, oppure siamo destinati all’emarginazione sociale e all’insignificanza politica. E’ una fase dove ci vuole coraggio e fantasia, apertura verso il nuovo. Offire un nuovo contenitore alla sinistra adeguato ai tempi non è tradirla, ma innovarla nella scia di valori per noi tutti irrinunciabili, è volergli bene, tentare di salvarla da una corrosione che pare inarrestabile.
La costituente comunista a noi sembra, invece, una morte dolce, una sorta di eutanasia politica ante-littteram.....Noi vogliamo al contrario l’accanimento terapeutico, convinti che essa uscirà dal coma e ritornerà a vivere nella società.....