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Vendola: scissione si ...no ...forse ... ma "dopodomani sicuramente!"

Publie le lunedì 26 gennaio 2009 par Open-Publishing

Niente Partito... ma un meno compromettente "Movimento per la Sinistra". Niente scissione, almeno per ora. La decisione alla "base" del neonato movimento che dovra’ decidere il "che fare".
Si e’ conclusa cosi’ l’assemblea di Chianciano che doveva stabilire la definitiva rottura con Rifondazione: il documento che la sostenava, presentato da Gennaro Migliore, non e’ neppure stato messo ai voti per l’opinione contraria dei "Bertinottiani" non proprio propensi alla scissione, ma e’ stato ritirato al fine di essere nel prossimo futuro presentato e discusso nei circoli. Qualche addio ufficiale a Rifondazione ampiamento scontato (Titti De Simone, Elettra Deiana, Daniele Farina, Nicola Fratoianni, Alfonso Gianni, Beatrice Giavazzi, Gennaro Migliore, Elisabetta Piccolotti, Celeste Costantino, Alì Rashid). Ma la grande maggioranza ha preferito evitare di esprimersi in tal senso.
I "bertinottiani" (ma Bertinotti non si e’ visto!) fortemente contrari alla scissione hanno proposto di modificare il documento di Migliore per consentire di aderire a Mps pur rimanendo dentro a Rifondazione, ma niente da fare. Niente "doppia tessera". Piuttosto che modificarlo il documento e’ stato ritirato.
E ora? Ora inizierà la "guerra dei circoli" (e allo storico Circolo della Garbatella a Roma e’ gia’ iniziata con la sotituzione delle serrature da parte dei vendoliani). Quali rimaranno col partito e quali e, soprattutto, a che titolo, verranno "espropriati" dai Vendoliani? Invocando il diritto al 43% del patrimonio i vendoliani partono all’attacco, sorvolando sul fatto di aver perso per strada una parte cospicua delle forse iniziali. E saranno "guerre dei numeri"... sempre che non si decida per una piu’ democratica ma alquanto rischiosa "conta". Dove si installera’ il quartier generale del nuovo movimento? All’interno della sede nazionale di Rifondazione? Pare molto improbabile. E’ la "cassa"? I "quasi" scissionisti" rivendicano il 43% anche di quella: ma Ferrero e Boccadutri la tengono ben stretta. E nessuna speranza neppure per i rimborsi elettorali passati, presenti e futuri: quelli sono esclusiva pertinenza di Rifondazione... e non si discute. Ma d’altra parte, senza "scissione", poco hanno da rivendicare. E su questo Ciccio Ferrara (gia’ responsabile dell’organizzazione sotto la gestione Bertinotti e Giordano) e’ stato sufficientemente chiaro dicendo che di questo con Ferrero non si e’ discusso ne’ si discutera’ visto che lo "stalinista" segraterario da quell’orecchio proprio non ci sente.
E’ quindi l’ora di cercare eventuali aiuti esterni, ma SD e Verdi, pur dichiarandosi "interessati" al nuovo movimento non sembrano particolarmente intenzionati a muoversi in prima persona. Allora magari si puo’ guardare a quel D’Alema auspicato da Rina Gagliardi come punto di riferimento: "E’ evidente che io spero in una deflagrazione del PD. Certo che sarei contenta se dalle eventuali ceneri del Partito Democratico nascessero due nuove forze politiche, una di sinistra e una di centro. E’ evidente che noi dovremmo essere molto interessati alla prima, che magari verrebbe guidata da D’Alema" ipotesi immediatamente sottoscritta da Alfonso Gianni: "Su un’ipotesi del genere io non ci metteri una ma otto firme. Un bel partito socialdemocratico con noi dentro? Magari".

Sul fronte opposto, con malcelata soddisfazione si sfoga Claudio Grassi: "Il tempo è galantuomo e oggi, ad assemblea di Chianciano conclusa, tutto è più chiaro. Il progetto del gruppo dirigente della mozione congressuale “Rifondazione per la Sinistra” si manifesta per quello che realmente è, senza infingimenti. Le parole di Rina Gagliardi riportate quest’oggi dalla Stampa non lasciano spazio ad equivoci: si vuole operare una scissione da Rifondazione Comunista con l’obiettivo di costruire un nuovo partito della sinistra guidato da Massimo D’Alema. Sin qui il fine dei loro sforzi. In mezzo ci stanno le mille difficoltà di un percorso che rischia di sancire il fallimento dell’impresa prima ancora del suo inizio."
E sulle difficolta’ prossime e ventura di Vendola e amici e’ ancora piu’ chiaro: "Prima difficoltà: che il Partito democratico a sua volta si rompa e che da una sua costola sorga un nuovo partito socialdemocratico (una riedizione del Pds: al che non si capisce per quale motivo spendere vent’anni di militanza politica contro quell’approdo occhettiano se poi, a vent’anni di distanza, se ne riconosce la sostanziale esattezza) è tutto da dimostrare.
Seconda difficoltà: non c’è spazio politico tra il Pd e Rifondazione Comunista. Lo dimostra, su tutto, il risultato disastroso della lista Arcobaleno alle elezioni politiche di aprile.
Terza difficoltà: l’incertezza totale, il continuo tentennare tra un’ipotesi e un’altra, il perenne esporre quei compagni che sostennero l’opzione congressuale di Vendola al rischio di un salto nel buio."

Ma e’ ancora possibilista per un eventuale "ritorno": "Noi lo ripetiamo: Rifondazione Comunista è e può essere ancora la casa di tutti. Compresi quei compagni che ora apprendono le reali intenzioni dei sostenitori della sinistra «senza aggettivi» e che vogliono proseguire nell’impegno per la rifondazione comunista."

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