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Vergogna a Parma - L’ossessione securitaria e l’infamia contro le persone
Publie le martedì 12 agosto 2008 par Open-Publishing2 commenti
Prostituzione, dopo il blitz la rabbia:
"Quella foto è una vergogna"

L’immagine, scattata all’interno del comando della polizia municipale dopo l’ultima retata, scatena l’indignazione dei lettori e delle organizzazioni di volontariato. Carla Corso, leader storica delle prostitute, si scaglia contro i sindaci sceriffi
Arrabbiata, spaventata e infine esausta. Rannicchiata a terra, mezza nuda, con il corpo sporco di polvere sul pavimento di una cella di sicurezza. La ragazza nigeriana fermata durante l’ultima retata anti-prostituzione e fotografata al comando della polizia municipale di Parma dopo che si era lasciata cadere a terra senza più forze, è diventata, suo malgrado, il simbolo di una nuova "caccia alle streghe", cominciata con la carta sulla sicurezza e proseguita con le ordinanze (applicate o solo annunciate) dei sindaci-sceriffo.
"Che cosa ha fatto di male quella donna per essere messa in una cella?", si chiede indignato un lettore. La risposta, provocatoria, arriva da Carla Corso, leader storica delle prostitute: "E’ una indesiderata, un’emarginata, una donna che forse è vittima di una tratta e che cerca di vivere o sopravvivere con il proprio corpo. E questo, in una Italia sempre più intollerante, è diventata una colpa". La lista dei divieti si allunga di giorno in giorno: vietato chiedere l’elemosina, lavare i vetri, rovistare nei cassonetti… "Essere poveri sta diventando un crimine e in questa fascia di nuovi perseguitati i più deboli sono gli immigrati e le donne… Ci sono troppe lucciole che sono schiave e si vendono sui marciapiedi perché minacciate da chi le ha fatte arrivare in Italia". "Le retate anti-prostituzione – continua – servono solo a fare impazzire le lucciole che scappano da una città all’altra o da un quartiere all’altro in cerca di un clima più tollerante. La ragazza fotografata chiederà mai aiuto a chi l’ha trattenuta in quella cella? Si fiderà mai delle forze dell’ordine? Anche se è vittima della tratta non glielo dirà e se, insieme alle sue colleghe, sarà cacciata in un cono d’ombra ancora maggiore, ad esempio se sarà costretta a prostituirsi in un appartamento, non incontrerà neppure volontari in grado di spiegargli che può entrare in un percorso di protezione. I sindaci-sceriffo stanno cavalcando il tema della prostituzione ottenendo come unico effetto quello di criminalizzare chi avrebbe bisogno di protezione".
"Trovo vergognoso – continua Corso, riferendosi alla foto – quel corpo abbandonato a terra in un comando di polizia municipale. Trovo vergognoso che i nostri poliziotti, carabinieri e vigili urbani controllino gli immigrati senza informarli dei loro diritti e che si scambi la prostituzione per un problema di sicurezza". Informare chi è vittima senza criminalizzarlo, è questo quanto il sindacato delle prostitute e le organizzazioni che scendono quotidianamente in strada per strappare le lucciole ai marciapiedi vorrebbero. A Parma come a Verona, a Roma come a Milano.
Marco Bufo, coordinatore dell’associazione nazionale "On the road", che dal 1990 si sta occupando di prostituzione e tratta, si dice preoccupato del nuovo clima italiano: "Siamo scettici nei confronti delle ordinanze dei sindaci nati sulla scia della Carta di Parma e delle retate anti-prostituzione. Le forze dell’ordine dovrebbero essere inviate in strada non a fare multe, ma a capire i meccanismi che soggiacciono a certi fenomeni, dovrebbero essere preparati per leggere i segnali, capire se di fronte hanno donne vittime dello sfruttamento o meno. Sarebbe necessario guardare in faccia la realtà e trovare soluzioni pragmatiche, ad esempio zone in cui la prostituzione possa avvenire alla luce del sole, invece di alimentare o cavalcare politicamente la percezione d’insicurezza dei cittadini".
Un lettore che si firma con il nick Zavarollo ha una sua soluzione, ovviamente provocatoria (Nei commenti l’intervento integrale, ndr): "Almeno voi, clienti di Parma, siate onesti. Voi che siete sempre riusciti a eludere, chissà come mai, i controlli della municipale e dei carabinieri, unitevi per aiutare le donne che stuprate. Comprategli un appartamento collettivo. Così almeno il sindaco sarà contento. Sotto il tappeto della malavita la polvere del degrado non si muove. E Parma risplenderà più che mai".
L’assessore alla Sicurezza Costantino Monteverdi, dopo le polemiche, assicura che non c’è stata alcuna violenza: "Tutto si è svolto secondo le procedure". La donna sarebbe stata rinchiusa nella camera di sicurezza, che ha le pareti in gomma, per evitare che si facesse del male. Il mattino è stata rilasciata insieme alle altre donne controllate.
(11 agosto 2008)
Messaggi
1. Vergogna a Parma - L’ossessione securitaria e l’infamia contro le persone, 12 agosto 2008, 18:37
Interrogazione parlamentare
sulla foto shock alla prostituta
Presentata dai senatori radicali Marco Perduca e Donatella Poretti.
Una dura dichiarazione contro i sindaci-sceriffo di Sergio Rovasio, Segretario Associazione Radicale Certi Diritti
Dichiarazione di Sergio Rovasio, Segretario Associazione Radicale Certi Diritti: "La moda del Sindaco o Assessore Sceriffo, che tanto va di moda quest’estate, ha fatto un altro bel colpo, di cui ci sarebbe semmai da vergognarsi.. A Parma l’Assessore alla sicurezza, Costantino Monteverdi, ha avuto la bella idea di convocare stampa, fotografi e cineoperatori nel mentre si avviava un’operazione antiprostituzione con il bel risultato che, all’interno del Comando della Polizia Municipale di Parma, è stata fotografata, seminuda, una delle prostitute nigeriane fermate nel blitz.
Ciò che sorprende e stupisce è la totale indifferenza alla dignità, al rispetto e alla tutela della privacy della persona. Secondo quanto riportato da Repubblica online (edizione di Parma), l’Assessore alla sicurezza della città, di fronte alle reazioni negative delle Associazioni di volontariato e difesa dei diritti civili, ha dichiarato che non c’è stata violenza e ’tutto si è svolto secondo le procedure’.
Ma di che parla costui? Ci auguriamo che quanto prima venga data risposta all’interrogazione parlamentare dei Senatori radicali Marco Perduca e Donatella Poretti, depositata stamane che ricostruisce nel dettaglio tutta la vicenda".
Interrogazione scritta al Ministro dell’Interno per sapere:
– Premesso che: Il quotidiano la Repubblica, nella versione on line, il giorno 11 agosto ha pubblicato una fotografia che dichiara essere stata scattata all’interno di una cella di sicurezza del comando della Polizia Municipale di Parma. La foto si riferirebbe ad una prostituta di nazionalità nigeriana arrestata nel corso di un’operazione contro la prostituzione condotta fra l’8 ed il 9 agosto, avvenuta alla presenza di giornalisti, fotografi e dell’Assessore alla sicurezza del Comune di Parma, Costantino Monteverdi seguita di pochi giorni ad una analoga effettuata dai Carabinieri. Nell’articolo a corredo si sosteneva che la donna "si era lasciata cadere a terra senza più forze". Sempre nell’articolo, l’assessore assicura che non c’è stata alcuna violenza e che tutto si è svolto secondo le procedure, sostenendo che la donna sarebbe stata rinchiusa in una camera di sicurezza con pareti in gomma (contrariamente a quanto appare nella fotografia pubblicata, dove si vedono un pavimento polveroso ed un elemento architettonico evidentemente manufatto in muratura o cemento, privo di protezioni in gomma). In dispacci di agenzia, l’assessore ha sottolineato che non è in corso nessuna "stretta contro la prostituzione", ma che si è trattato di un normale controllo anti-prostituzione e che a Parma non è prevista alcuna ordinanza ad hoc rafforzativa rispetto alle disposizioni del decreto Maroni.
Secondo la polizia municipale, una volta portata al Comando la donna si è rifiutata di fornire le proprie generalità agli agenti scoppiando in lacrime e urla. Pare che temesse la reazione dello sfruttatore. La donna, infine, secondo l’assessore, è stata rilasciata il mattino successivo insieme alle altre donne controllate.
Per sapere:
– se non ritenga il Ministro che i poteri e le forme di intervento dei reparti della polizia municipale devono essere conformi alle disposizioni di legge e che le persone sottoposte a provvedimenti anche temporanei di limitazione della libertà hanno il diritto ad essere trattati civilmente e con tutte le garanzie previste dalla legge;
– se la predetta operazione di controllo anti-prostituzione effettuata dalla polizia municipale di Parma rientri nell’ambito delle sue competenze, sia per quanto concerne la tipologia di controllo, sia per quanto riguarda le modalità di trattamento della prostituta fermata;
– per quali motivi l’operazione è stata preannunciata alla stampa con il coinvolgimento di giornalisti e fotografi, unitamente alla presenza dell’assessore senza che venisse adottata alcuna precauzione a garanzia e tutela delle persone fermate;
– se risponde al vero che presso la polizia municipale di Parma esiste una struttura di detenzione di sicurezza dotata di imbottiture perimetrali, tali da proteggere l’incolumità di ospiti irrequieti.
– se risponde al vero che la prostituta ritratta nella foto, oggetto dell’articolo sia stata effettivamente custodita in detta struttura di sicurezza;
– Quali provvedimenti intenda prendere il Ministro per verificare quanto accaduto.
Sen. Marco Perduca
Sen. Donatella Poretti
(12 agosto 2008)
2. Vergogna a Parma - L’ossessione securitaria e l’infamia contro le persone, 13 agosto 2008, 19:07, di Franco Ferrari
Foto della vergogna, Interviene il Prc
Continuano le polemiche sulla foto della prostituta ritratta in una cella della polizia municiaple di Parma. Gli esponenti emiliano-romagnoli del Prc, Nando Mainardi e Leonardo Masella, rispettivamente segretario regionale e capogruppo del partito in Regione. Convinti che la spettacolarizzazione dei controlli sia stata espressamente voluta dall’amministrazione, che ha invitato all’operazione giornalisti e fotografi, per Rifondazione ’’e’ la conferma che l’emergenza securitaria lanciata dal Governo, attraverso il decreto che attribuisce ai sindaci maggiori poteri in termini di ’incolumita’ pubblica e sicurezza urbana’, punta a colpire i piu’ deboli socialmente mentre lascia inalterati i grandi e veri fattori di insicurezza che attraversano il Paese, come ad esempio il nodo degli infortuni e dei morti nei luoghi di lavoro’’.