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Veronica e l’immorale astensione

Publie le giovedì 14 maggio 2009 par Open-Publishing
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Prim’ancora che la notizia del divorzio fosse sui giornali, gli amici conniventi gia’ gli sputtanavano la moglie. Il vergognoso Feltri butta subito fuori foto pronte di Veronica in teatro discinta e col seno di fuori, vecchie foto di 30 anni fa. Vi immaginate un giornale americano che facesse altrettanto con Michelle Obama o uno inglese con la moglie di Brown o uno spagnolo con la signora Zapatero? Una vendetta lurida e biliosa, che attesta il basso livello di B, la sua capacita’ di non rispettare nemmeno la madre dei suoi figli e dunque la dignita’ di quei figli stessi. Ma che esempio di marito e padre e’ mai questo? Dopo la lubricita’ di un tale machismo caricaturale e insano, credo che a un figlio maschio non resti che la via dell’omosex.

E, dopo aver intimato alla stampa di ignorare la porcata di un divorzio che sottende atti libidinosi con minori, ecco che il sire pretende di parlare lui solo e produce la sceneggiata solipsistica, ipocrita e infarcita di menzogne, a Porta a Porta. Dov’era allora il famoso contraddittorio? Quello per cui tanti programmi sono stati messi al palo. O vale solo nei casi in cui il sire non sopporta la critica politica?

Per chi era quella sceneggiata putrida che avrebbe sconcertato anche un tardo di mente? Non certo per la moglie, che dopo essere stata trattata come una padella vecchia veniva ora fatta passare per una ritardata mentale, e non poteva che restare schiantata dalla sfilza di menzogne scriteriate, spadellate con faccia tosta miserevole da uno che finge di ignorare che le accuse sono partite dal suo amico Fini e imbastisce un presunto complotto della stampa di sx, quando non fosse piu’ che evidente la sua satiriasi, la sua tendenza maniacale al vizio, la coazione convulsa a un harem infinito di qualsiasi eta’ e condizione, quando fosse proprio lui a fare di questo vizio osceno un coatto oggetto di vanto e esibizione fuori e dentro i confini nazionali.

Ma, come se la persistenza nel vizio fosse poco, lui ci aggiunge anche l’insinuazione che la moglie sia una povera minorata che crede ai cattivi giornali, di sx ovviamente. Insomma becca e deficiente!
Lei ha detto: "Mi sono sentita come davanti a una fucilazione!"

E se era pronto a sputtanarla prim’ancora che lo scandalo esplodesse, figuriamoci dopo. Non dimentichiamo cos’e’ stato capace di fare costui. Nella sua vita tutto ha usato senza scrupolo tutto: l’iscrizione alla P2, l’alleanza con la mafia, il connubio coi neonazisti, l’amicizia con un degenerato come Baget Bozzo, il riciclaggio dei soldi neri della mafia, l’aiuto al narcotraffico, i killer che vandalizzarono Roberto Mascia, l’intervento non si sa a che titolo nella strage di Capaci, la consegna di falsi dossier che facilitarono l’attacco all’Iraq, l’uso spregiudicato di falsi complotti per infangare l’opposizione, la manipolazione della Lega, la porcata elettorale, il lodo Alfano, le leggi che depenalizzano i suoi processi, le prescrizioni, l’indulto anche al voto di scambio mafioso, le amanti portate in Parlamento e al Governo, le veline con promesse da europarlamentari, le registrazioni con messaggi subiliminari mandate in tv, il controllo dell’informazione, i brogli elettorali... Di un uomo simile si puo’ avere solo paura, perche’ nel suo DNA non esiste moralita’ ma solo cinismo e un’avidita’ senza fine.

Dietro di lui c’e’ la criminalita’ organizzata e c’e’ la P2, due delle peggiori belve del mondo. Quando si sente colpito e’ capace di tutto, non ha remore di coscienza.

E Veronica ha avuto un coraggio straordinario per sfidare questo colosso del male.
Ha deciso di affrontare il linciaggio morale, la vendicativita’ di un uomo megalomane, cinico e pazzoide, che costituisce finanziariamente una delle maggiori e micidiali potenze del mondo.
Il suo avvocato lo sa benissimo e le ha chiesto: "Ma lei capisce quello che fa?", lei si rende conto di quale mostro va a sfidare?

Veronica lo capisce molto piu’ di noi, perche’ sa di cosa e’ capace quest’individuo, ed e’ per questo che ha esitato tanto. Veronica ha un coraggio straordinario e dovrebbe avere al suo fianco il maggior numero di italiani, non sentire dei vigliacchi di politici o giornalisti che dicono: “Sono faccende private!" Ma quali faccende private? Ominicchi, uomini di merda, capaci solo di strisciare davanti al potere, come Mieli, come De Bortoli, come Vespa, come Sansonetti.

E che questo vergognoso alibi della privacy da difendere di fronte a tanta immoralita’, o della sporcizia in cui non ci si deve mischiare, sia sfoderato sia dalla fiacca sx di opposizione che dall’incomprensibile sx radicale davvero ci da’ la misura della degenerazione, anche ideologica, di questo paese.

Non esiste male che possa tracimare che non ci sia anche una opposizione che dimentichi di fare argine. Il male cresce sul silenzio dei buoni, i quali, se silenziosi, cessano di essere buoni per diventare complice. Nulla sporca di piu’ dell’astensione di giudizio di fronte alla porcheria perpetrata da un potente. Nel silenzio e nel trarsi indietro c’e’ una connivenza inaccettabile che rende non piu’ credibile tutto il resto. Qualunque posizione ideologica o morale, col silenzio, si sputtana.
Abbiamo tanto tuonato sulla questione morale e quando si presenta un caso di tale lascivia e libertinaggio, tutto quel che si sente e’: “Non ci vogliamo sporcare con questo. E’ un fatto privato”. No, e’ inconcepibile!

Veronica dovrebbe sentire che siamo tutto con lei contro quelle bestie vendute al marito e capaci di tutto. Gia’ abbiamo visto la perfidia di Feltri con le foto oscene di pedofili che si accaniscono su bambini, i falsi scoop come la peste in Sicilia o il caso Mitrokhin, l’esasperazione infarcita di menzogne sulla guerra in Iraq o in Afghanistan. Dietro ci sta quell’Angelucci delle cliniche private che si e’ trovato in troppi guai con la Magistratura e che Berlusconi generosamente salvera’ sempre dalla galera, come salva le ditte alla Impregilo o alla Lunari, E i favori si ricambiano.

Ma io penso a Veronica e a tutto quello che dovra’ affrontare, penso ai suoi figli e a come si sentiranno, con questo padre zimbello di cui possono solo vergognarsi, penso a quest’uomo spregevole che sara’ capace di ricattarla anche usando i suoi figli come se fossero solo figli di lei... penso alla sua solitudine, alla sua paura, alla valanga di sudiciume che i media del marito le butteranno addosso. Penso a quello che hanno fatto all’Ariosto, la Forleo, Di Pietro, Prodi .. e sara’ nulla di fronte a quello che un B vendicativo e pazzoide osera’ fare contro di lei. Penso anche al gossip spaventoso e mortale con cui i giornali di B avrebbero distrutto chiunque nell’opposizione si fosse trovato in analogo frangente, senza alcun rispetto per quella privacy che ora B reclama come un diritto regale e che direttori vigliacchi come Mieli o de Bortoli o venduti come Feltri o Belpietro sono cosi’ desiderosi di riconoscergli.

Penso a tutto questo e mi vergogno due volte di vivere in Italia.

masadaweb.org

Messaggi

  • Le incoerenze di un caso politico

    Quella festa a Casoria e le parole di Veronica. Il padre di Noemi e le candidature Pdl. Il Cavaliere non ha accettato di farsi intervistare da Repubblica. Da oggi uno speciale multimediale alla ricerca di una verità

    di GIUSEPPE D’AVANZO

    Repubblica ha chiesto, nei giorni scorsi, di rivolgere al presidente del Consiglio dieci domande sulle incoerenze e le omissioni di una storia che molti definiscono “di Veronica” o “di Noemi” e nessuno azzarda a definire per quel che è o appare: un “caso Berlusconi”. Il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta, lunedì, ha chiesto due giorni per dare una risposta. Quella risposta non è arrivata. Per non dissimulare, come vuole il nuovo conformismo dell’informazione italiana, ciò che dovrebbe essere chiarito, pubblichiamo oggi le domande che avremmo voluto rivolgere al premier e le contraddizioni che abbiamo ritenuto di riscontrare tra le sue dichiarazioni e quelle degli altri protagonisti della vicenda.

    Silvio Berlusconi ha detto: «Credo che chi è incaricato di una funzione pubblica, come il presidente del Consiglio, possa accettare la continuazione di un rapporto [con la sua consorte, Veronica Lario] soltanto se si chiarisce chi ha provocato questa situazione». (Porta a Porta, 5 maggio 2009).

    Repubblica concorda con Silvio Berlusconi. E’ evidente che, nonostante il frastuono mediatico di queste ore, non si discute di un divorzio o di una separazione, affare privato di due coniugi. Come ha chiaro il premier, la questione interroga i comportamenti di «un incaricato di una funzione pubblica». In quanto tali, quei comportamenti sono sempre di pubblico interesse e non possono essere circoscritti a un ambito familiare. D’altronde, la signora Veronica Lario, nelle sue dichiarazioni del 29 aprile e del 3 maggio, offre all’attenzione dell’opinione pubblica due certezze personali e una domanda.

    Le due certezze descrivono, tra il pubblico e il privato, i comportamenti del presidente del Consiglio: «Mio marito frequenta minorenni»; «Mio marito non sta bene».

    La domanda, posta dalla signora all’opinione pubblica e a chi in vario modo la rappresenta, è invece tutta politica e chiama in causa le pratiche del «potere», il suo modo di essere, che si degrada e si avvilisce pericolosamente quando a rappresentare la sovranità popolare vengono chiamate “veline” senza altro merito che un bell’aspetto e la prossimità al premier.

    Ha detto la signora Lario: «Quello che emerge oggi, attraverso il paravento delle curve e della bellezza femminile, è la sfrontatezza e la mancanza di ritegno del potere che offende la credibilità di tutte le donne (...). Qualcuno ha scritto che tutto questo è a sostegno del divertimento dell’imperatore. Condivido, quello che emerge dai giornali è un ciarpame senza pudore». (Ansa, 28 aprile, 22:31)

    Silvio Berlusconi ha replicato, a caldo, evocando un complotto «della sinistra e della sua stampa che non riescono ad accettare la mia popolarità al 75 per cento (…) Tutto falso, nato dalla trappola in cui anche mia moglie purtroppo è caduta. Le veline sono inesistenti. Un’assoluta falsità». (Porta a porta, 5 maggio)

    E’ il primo ingombro che bisogna verificare. Questa storia è soltanto una trappola bene organizzata? E’ vero, se di complotto si tratta, che nasconde la mano della sinistra e della «sua stampa»?

    Tre evidenze lo escludono.
    Il primo quotidiano che dà conto della candidatura di una “velina” alle elezioni europee è il Giornale della famiglia Berlusconi. Il 31 marzo, a pagina 12, nella rubrica Indiscreto a Palazzo si legge che «Barbara Matera punta a un seggio europeo». «Soubrette, già “Letterata” del Chiambretti c’è, poi “Letteronza” della Gialappa’s, quindi annunciatrice Rai e attrice della fiction Carabinieri», la Matera, scrive il Giornale, «ha voluto smentire i luoghi comuni sui giovani che non si applicano e non si impegnano. “Dicono che i ragazzi perdino tempo. Non è vero: io per esempio studio molto”». «E si vede», commenta il giornale di casa Berlusconi.

    Il secondo giornale che svela «la carta segreta che il Cavaliere è pronto a giocare» è Libero, il 22 aprile. Notizia e foto di prima pagina con «Angela Sozio, la rossa del Grande Fratello e le gemelle De Vivo dell’Isola dei famosi, possibili candidate alle elezioni europee». A pagina 12, le rivelazioni: «Gesto da Cavaliere. Le veline azzurre candidate in pectore» è il titolo. «Silvio porta a Strasburgo una truppa di showgirl» è il sommario.

    Per Libero le «showgirl», che dovranno superare un colloquio, sono 21 (in lista i candidati a un seggio di Bruxelles, come si sa, sono 72). I nomi che si leggono nella cronaca sono: Angela Sozio, Elisa Alloro, Emanuela Romano, Rachele Restivo, Eleonora Gaggioli, Camilla Ferranti, Barbara Matera, Ginevra Crescenzi, Antonia Ruggiero, Lara Comi, Adriana Verdirosi, Cristina Ravot, Giovanna Del Giudice, Chiara Sgarbossa, Silvia Travaini, Assunta Petron, Letizia Cioffi, Albertina Carraro. Eleonora e Imma De Vivo e «una misteriosa signorina» lituana, Giada Martirosianaite.

    Difficile sostenere che Il Giornale e Libero siano fogli di sinistra. Come è arduo credere che la Fondazione farefuturo, presieduta da Gianfranco Fini, sia un pensatoio vicino al partito democratico. Il think tank, diretto dal professor Alessandro Campi, vuole «far emergere una nuova classe dirigente adeguata a governare le sfide della modernità e della globalizzazione». Coerentemente critica l’uso di «uno stereotipo femminile mortificante» e con un’analisi della politologa Sofia Ventura avverte che «il “velinismo” non serve». Nell’articolo si legge: «Assistiamo a una dirigenza di partito che fa uso dei bei volti e dei bei corpi di persone che con la politica non hanno molto da fare, allo scopo di proiettare una (falsa) immagine di freschezza e rinnovamento. Questo uso strumentale del corpo femminile, al quale naturalmente le protagoniste si prestano con disinvoltura, denota uno scarso rispetto, da un lato, per quanti, uomini e donne, hanno conquistato uno spazio con le proprie capacità e il proprio lavoro; dall’altro, per le istituzioni e per la sovranità popolare che le legittima».

    Sofia Ventura conclude: «Le donne non sono gingilli da utilizzare come specchietti per le allodole, non sono nemmeno fragili esserini bisognosi di protezione e promozione da parte di generosi e paterni signori maschi. Le donne sono, banalmente, persone. Vorremmo che chi ha importanti responsabilità politiche qualche volta lo ricordasse».

    Quando la signora Lario prende (buonultima) la parola per censurare il “velinismo” - e «il ciarpame senza pudore» del potere - non si muove nel vuoto, ma su un terreno già smosso dalle rivelazioni dei giornali vicini al premier e dalle analisi critiche di intellettuali prossimi alla maggioranza di governo.

    Questo “caso” non ha inizio con un intrigo, come protesta Berlusconi, ma trova la sua trasparente ragione nella preoccupazione di ambienti della destra per un «impoverimento della qualità democratica di un paese» (ancora la Ventura).

    Rimosso il presunto «complotto», resta il “caso” politico, dunque. Un “caso” che diventa anche familiare, quando Veronica Lario scopre che Silvio Berlusconi ha partecipato a Napoli alla festa di compleanno di una diciottenne (Repubblica, 28 aprile). E ancora una volta politico quando la signora, annunciando la sua volontà di divorziare, denuncia pubblicamente i comportamenti di un marito che, «incaricato di una pubblica funzione», «frequenta minorenni», prigioniero com’è di un disagio che minaccia il suo equilibrio psicofisico.

    Il presidente del Consiglio ha replicato ai rilievi della signora Lario con due interviste alla carta stampata (Corriere della Sera e la Stampa, 4 maggio) e con un lungo monologo a Porta a Porta (5 maggio).

    In queste tre sortite pubbliche, la ricostruzione degli avvenimenti di cui si discute (la candidatura di giovani donne selezionate per la loro bellezza e amicizia con il premier; il suo affetto per Noemi Letizia, maggiorenne il 26 aprile; la partecipazione alla festa di compleanno; il lungo sodalizio amicale con la famiglia Letizia) ha avuto, da parte di Berlusconi, una parola definitiva, ma o contraddittoria o omissiva.

    Berlusconi nega di aver mai avuto intenzione di candidare «soubrette». «Non avevamo messo in lista nessuna “velina”» (Corriere, 4 maggio) Noemi lo chiama «papi». Perché? A chi glielo chiede, replica: «E’ uno scherzo, mi volevano dare del nonno, meglio mi chiamino papi. Non crede?» (Corriere, 4 maggio). Berlusconi è più preciso con la Stampa (4 maggio): «Io frequenterei, come ha detto la signora [Lario], delle diciassettenni. E’ una cosa che non posso sopportare. Io sono amico del padre punto e basta. Lo giuro!»

    E’ la stessa versione offerta a France2 (6maggio). Quando il presidente del Consiglio spiega le circostanze della frequentazione con Noemi Letizia – si tratta di un’antica amicizia di natura politica con il padre, dice – il giornalista lo interrompe per chiedere: «…dunque [Noemi] non è una ragazza che lei conosceva personalmente?».
    Berlusconi risponde: «No, ho avuto l’occasione di conoscerla con i suoi genitori. Questo è tutto».

    La versione di Berlusconi è contraddetta in tutti i suoi elementi dalle interviste che Noemi Letizia concede.
    Noemi così ricostruisce il suo legame affettivo con il presidente del Consiglio: «Mi vuole bene come a un figlia. E anch’io, noi tutti gli siamo molto legati». (Repubblica, 29 aprile)

    Al Corriere del Mezzogiorno, il 28 aprile, consegna dettagli chiave.
    «[Berlusconi, papi] mi ha allevata (…) E’ un amico di famiglia. Dei miei genitori (…) non mi ha fatto mai mancare le sue attenzioni. Un anno [per il mio compleanno], ricordo, mi ha regalato un diamantino. Un’altra volta, una collanina. Insomma, ogni volta mi riempie di attenzioni. (…) Lo adoro. Gli faccio compagnia. Lui mi chiama, mi dice che ha qualche momento libero e io lo raggiungo. Resto ad ascoltarlo. Ed è questo che desidera da me. Poi, cantiamo assieme. (…) Quando vado da lui ha sempre la scrivania sommersa dalle carte. Dice che vorrebbe mettersi su una barca e dedicarsi alla lettura. Talvolta è deluso dal fatto che viene giudicato male, gli spiego che chi lo giudica male non guarda al di là del proprio naso. Nessuno può immaginare quanto papi sia sensibile. Pensi che gli sono stata vicinissima quando è morta, di recente, la sorella Maria Antonietta. Gli dicevo che soltanto io potevo capire il suo dolore. (…) [Da grande vorrò fare] la showgirl. Mi interessa anche la politica. Sono pronta a cogliere qualunque opportunità. (…) Preferisco candidarmi alla Camera, al parlamento. Ci penserà papi Silvio».

    Nel racconto di Noemi c’è la narrazione di un rapporto diretto, intenso con il presidente del Consiglio. Che le fa tre regali per il 16°, 17° e 18° compleanno. Quindi, si può concludere, Berlusconi ha conosciuto Noemi quindicenne. Nel loro rapporto non c’è alcun ruolo o presenza dei genitori. Noemi non vi fa alcun riferimento e non è corretta dalla madre, presente al colloquio con Angelo Agrippa del Corriere del Mezzogiorno. Berlusconi ha tentato di ridimensionare il legame con la minorenne: «Ho incontrato la ragazza due o tre volte, non ricordo, e sempre alla presenza dei genitori». I genitori non hanno ancora confermato le parole del premier.

    Durante l’incontro con il giornalista, la signora Anna Palumbo - madre di Noemi - interviene soltanto per specificare le circostanze in cui Berlusconi ha conosciuto suo marito, Benedetto “Elio” Letizia. Dice: «[Berlusconi] ha conosciuto mio marito ai tempi del partito socialista. Ma non possiamo dire di più».

    Noemi non è così evasiva quando affronta una delle questioni decisive per questa storia. E’ addirittura esplicita. Ella ritiene di poter ottenere da Berlusconi l’opportunità di fare spettacolo o, in alternativa, di essere eletta in parlamento. Televisione o scranno a Montecitorio. Le aspettative di Noemi, sollecitate dalle attenzioni (o promesse) di Berlusconi, sono in linea con le riflessioni critiche di farefuturo, il think tank di Gianfranco Fini («Le donne non sono gingilli») e della signora Lario («Ciarpame senza pudore»).

    Quando e dove e come si sono conosciuti Berlusconi e Benedetto Letizia è un altro enigma di questa storia che raccoglie versioni successive e contraddittorie.

    A Varsavia Berlusconi dice: «[Benedetto] lo conosco da anni, è un vecchio socialista ed era l’autista di Craxi». (Ansa, 29 aprile, 16:34)
    Quando la circostanza è subito negata da Bobo Craxi («Cado dalle nuvole. L’autista di mio padre si chiamava Nicola, era veneto, ed è morto da qualche anno», Ansa, 29 aprile, 16:57), Palazzo Chigi con un imbarazzato ritardo di venti ore, smentisce a sua volta: «Si rileva che il presidente Berlusconi non ha mai detto che il signor Letizia fosse autista dell’on. Bettino Craxi» (Ansa, 30 aprile, 12:30).

    Dal suo canto, Letizia non vuole ricordare in pubblico come e dove e quando ha conosciuto Berlusconi. Chi lo interroga raccoglie soltanto parole vuote. «Volete sapere come ho conosciuto Berlusconi? Va bene, ve lo dico, però allora vi racconto anche come ho conosciuto tutte le persone che conosco…». (Corriere, 10 maggio)

    In qualche altra occasione, il rifiuto di Letizia a raccontare il primo incontro con il futuro premier è ancora più categorico:
    «Non ho alcuna intenzione di farlo» (Oggi, in edicola il 6 maggio)

    Anche Noemi non ha voglia di offrire rievocazioni: «Non ricordo i particolari [di come è nato il contatto familiare], queste cose ai miei genitori non le ho chieste. Non è che si siano incrociati sul lavoro: mio padre è un dipendente comunale...». (Repubblica, 29 aprile)

    Un ricordo vivo del primo incontro tra Berlusconi e Letizia sembra averlo Arcangelo Martino, un ex assessore socialista al comune di Napoli, oggi vicino al partito del presidente del Consiglio. «Fra il 1987 e il 1993 sono stato grande amico di Bettino Craxi. Tutti i mercoledì andavo a trovarlo a Roma all’hotel Raphael, una consuetudine. Mi accompagnava sempre qualcuno del mio staff e quel qualcuno era quasi sempre Elio Letizia (…) Parecchie volte è capitato che al Raphael ci fosse Silvio Berlusconi. E’ lì che ho presentato i due che poi hanno fatto amicizia». (Corriere della sera, 10 maggio).

    Il ricordo di Arcangelo Martino è sconfessato con nettezza ancora una volta da Bobo Craxi. «Escludo categoricamente che il signor Letizia fosse un habitué dell’hotel Raphael (…) Lo stesso Martino credo che sia passato qualche volta a salutare mio padre». (Repubblica, 11 maggio)

    Chiara anche la smentita di uomini che furono accanto al leader socialista: Gianni De Michelis («Mai sentito nominare Letizia»); Gennaro Acquaviva («Mai sentito nominare Letizia, neanche dai napoletani»); Giulio Di Donato («Questo signor Letizia, nel panorama napoletano e campano dei socialisti, non esisteva, a mia memoria»). Ancora più efficace la contestazione di Stefano Caldoro: «Proprio nei primi anni novanta, abitavo al Raphael tutte le volte che mi fermavo a Roma. Si scherzava sulla intraprendenza di Martino (…) ma escludo categoricamente di aver mai visto e sentito che questo Letizia venisse presentato a Craxi. Perché mai l’avrebbero dovuto presentare? Non era un dirigente, non era un esponente del sociale, non era un militante» (Ancora Repubblica, 11 maggio 2009).

    L’occasione dell’incontro tra Berlusconi e Letizia è ancora da chiarire. Come i tempi della decisione del presidente del Consiglio di partecipare alla festa di compleanno di Noemi. Al Corriere della sera, 4 maggio, così Berlusconi ha spiegato la sua presenza a Napoli: «Racconto come è andata veramente. Quel giorno mi telefona il padre, un mio amico da tanti anni. E quando sa che in serata sarei stato a Napoli, per controllare lo stato di avanzamento del progetto per il termovalorizzatore, insiste perché passi almeno un attimo al compleanno della figlia. La casa è vicina all’aeroporto. Non molla. Io non so dir di no. Eravamo in anticipo di un’ora e ci sono andato. Nulla di strano, è accaduto altre volte per compleanni e matrimoni».

    Berlusconi, dunque, partecipa alla festa per un atto di affetto nei confronti di Elio Letizia. Non si parla di Noemi né di altra necessità politica o urgenza di altra natura. Diversa la versione offerta, lo stesso giorno (4 maggio) alla Stampa: «Suo padre, che conoscevo da tempo, mi ha telefonato per chiedermi se lasciavo fuori Martusciello (Flavio, consigliere regionale del PdL) dalle liste per le Europee, io gli ho spiegato che avrei cercato di mettere sia l’ex-questore Malvano (Franco, già candidato a sindaco di Napoli) sia Martusciello e che stavo arrivando a Napoli per dare una spinta ai contratti per i nuovi termovalorizzatori che sono frenati dalla burocrazia. A quel punto lui mi ha interrotto e mi ha detto: “Stavi venendo a Napoli? Io stasera festeggio il diciottesimo compleanno di Noemi, perché non vieni con un brindisi, lo facciamo in un locale poco distante dall’aeroporto. Ti prego vieni sarebbe il più bel regalo della mia vita”. Così ci sono andato…».

    Berlusconi aggiunge qualche dettaglio in più nel solco di questa versione, il 5 maggio, durante Porta a Porta: «Ero al salone del Mobile della Fiera di Rho, imbarazzato per i cori “Meno male che Silvio c’e”, “Magico” e il capitano dell’elicottero mi ha detto che era in arrivo entro mezz’ora un temporale che ci avrebbe costretto ad andare in macchina a Linate. Per questo siamo partiti in anticipo e [visto il tempo a disposizione, prima di] una riunione politica che avevo in serata [con il ristorante a soli tre minuti dall’aeroporto] sono entrato…»

    Anche questa ricostruzione trova delle evidenze che la contraddicono. Berlusconi giunge a Napoli con un regalo per Noemi, «cerchi concentrici in oro rosa arricchiti da una cascata di diamanti bianchi montati su oro bianco, 6mila euro, il ciondolo è anche nella collezione di Sophia Loren» (Gente, 19 maggio). Si è molto discusso di questa circostanza che, al contrario, non pare molto significativa: il presidente potrebbe aver a bordo del suo aereo dei cadeaux da distribuire secondo necessità.

    Più interessante è che l’aereo di Berlusconi giunga a Napoli con un’ora di anticipo rispetto all’inizio della festa e il presidente attenda nell’aeromobile per un’ora prima di muoversi ed entrare «cinque minuti dopo l’arrivo in sala di Noemi» (Annozero, 7 maggio). Secondo la testimonianza di un fotografo, ingaggiato dal patron del ristorante “Villa Santa Chiara”, si sapeva da sabato 25 aprile dell’arrivo del premier e, in ogni caso, la “bonifica” della sala da parte della polizia è stata predisposta già nella mattinata, «alle 15», per alcune fonti del Dipartimento di sicurezza. (Repubblica, 9 maggio).

    Sembra di poter dire che non c’è stato alcun cambio di programma a Rho nel tardo pomeriggio di domenica 26 aprile. La partecipazione alla festa di Noemi era già nell’agenda del presidente da giorni, come dimostrano la “bonifica”, l’attesa in aereo, l’arrivo nel ristorante subito quasi contestualmente all’ingresso della diciottenne come per un copione precedentemente preparato.

    C’è un’ultima contraddizione da sciogliere. La scelta o indicazione delle “veline” da candidare è stata opera di Berlusconi? A Porta a Porta, 5 maggio, il presidente del Consiglio sostiene di non aver messo becco nella candidature europee: «Le candidature per le Europee non sono state gestite direttamente dal premier. Ad occuparsene sono stati i tre coordinatori del PdL Bondi, La Russa e Verdini che “da migliaia di segnalazioni sono giunti a 500 schede” per individuare i 72 candidati si sono orientati secondo le indicazioni del congresso, spazio ai giovani e alla donne. Tra questi candidati nessuna è qualificabile come velina» (resoconto delle parole del premier a Porta a porta, 5 maggio, tratto dal Giornale, 6 maggio). Berlusconi ammette però di avere discusso con Elio Letizia (non è un dirigente del PdL né, che si sappia, un iscritto al partito) le candidature di Malvano e Martusciello e per farlo lo raggiunge addirittura a Napoli alla festa di sua figlia. La circostanza appare contraddittoria e, senza altre spiegazioni, inverosimile.

    (segue)

    • (segue dal commento precedente)

      Il rosario di incoerenze che si incardina sulla questione politica posta da farefuturo e dalla signora Lario (come Berlusconi seleziona le classi dirigenti) sollecita di rivolgere a Berlusconi dieci domande:

      1. Quando e come Berlusconi ha conosciuto il padre di Noemi Letizia, Elio?

      2. Nel corso di questa amicizia, che il premier dice «lunga», quante volte si sono incontrati e dove e in quale occasioni?

      3. Ogni amicizia ha una sua ragione, che matura soprattutto nel tempo e in questo caso – come ammette anche Berlusconi – il tempo non è mancato. Come il capo del governo descriverebbe le ragioni della sua amicizia con Benedetto Letizia?

      4. Naturalmente il presidente del Consiglio discute le candidature del suo partito con chi vuole e quando vuole. Ma è stato lo stesso Berlusconi a dire che non si è occupato direttamente della selezione dei candidati, perché farlo allora con Letizia, peraltro non iscritto né militante né dirigente del suo partito né cittadino particolarmente influente nella società meridionale?

      5. Quando Berlusconi ha avuto modo di conoscere Noemi Letizia?

      6. Quante volte Berlusconi ha avuto modo di incontrare Noemi e dove?

      7. Berlusconi si occupa dell’istruzione, della vita e del futuro di Noemi. Sostiene finanziariamente la sua famiglia?

      8. E’ vero, come sostiene Noemi, che Berlusconi ha promesso o le ha lasciato credere di poter favorire la sua carriera nello spettacolo o, in alternativa, l’accesso alla scena politica e questo «uso strumentale del corpo femminile», per il premier, non «impoverisce la qualità democratica di un paese» come gli rimproverano personalità e istituzioni culturali vicine al suo partito?

      9. Veronica Lario ha detto che il marito «frequenta minorenni». Al di là di Noemi, ci sono altre minorenni che il premier incontra o «alleva», per usare senza ironia un’espressione della ragazza di Napoli?

      10. Veronica Lario ha detto: «Ho cercato di aiutare mio marito, ho implorato coloro che gli stanno accanto di fare altrettanto, come si farebbe con una persona che non sta bene. E’ stato tutto inutile». Geriatri (come il professor Gianfranco Salvioli, dell’Università di Modena) ritengono che i comportamenti ossessivi nei confronti del sesso, censurati da Veronica Lario, potrebbero essere l’esito di «una degenerazione psicopatologica di tratti narcisistici della personalità». Quali sono le condizioni di salute del presidente del Consiglio?

      (14 maggio 2009)

      www.repubblica.it

    • Cartella clinica di Berlusconi

      Sempre Lui, sempre in mezzo. Anche quando sparisce per uno pseudo-torcicollo che gli impedisce di andare al funerale di Baget-Bozzo e ricompare per un minestrone con Mike Buongiorno, se sale nei sondaggi (Crespi di oggi) o scende (La Repubblica, sempre di oggi) se Naomi è Vergine o Sagittario, se il quotidiano Libero
      allega il primo fascicolo della vita di Berlusconi con nuove foto inedite (compleanni? boh) e con 3.80 Euro puoi persino prenotare la prima copertina dell’opera (18 volumi? Mah). Sempre lui.

      Premetto che non andrò a ripescare l’intervista dello psichiatra che in lui trovava sindromi psicopatiche.
      Non rispolvererò nemmeno la faccenda del novembre 2006, quando il Nostro si infortunò facendo ginnastica in casa (ehehehe) e si fece trasportare ad Anversa dove gli tolsero il menisco. Non avanzo dubbi che dopo l’operazione saltellava per piazze contro il governo Prodi tanto che gli prese un coccolone e lo ricoverarono nel reparto di cure intensive del San Raffaele di Milano dove il professor Alberto Zangrillo, primario di terapia intensiva cardiovascolare, (Lo stesso che lo accompagno’ ad Anversa per il menisco) si affrettò a smentire il bypass cardiaco.

      Mi limiterò solo a leggere i giornali più recenti e guardare i video su You Tube:
      1- Terremoto all’Aquila. Berlusconi scende dall’auto e uno gli strilla:
      “Come va, presidente?”
      “Benissimo, risponde lui, ho appena fatto due iniezioni di cortisone che mi ha dato Scapagnini. Mai stato meglio
      2- Concita De Gregorio scrive sull’Unità di certe confidenze ricevute da “Escort” a proposito di certi “festini” a Palazzo Grazioli e parla del premier in accappatoio, e di certe iniezioni che si fa davanti a tutti.
      3- Mike Buongiorno va da Fazio e si lamenta che Berlusconi non lo chiami. Berlusconi che è solo ad Arcore sta guardando la trasmissione e lo invita a pranzo. Mangiano minestrone soli e il premier è triste ed accasciato (Intervista ad Oggi di Mike) poi il giorno dopo vedendolo pimpante da Vespa il presentatore si chiede se quell’uomo pimpante è lo stesso che ha incontrato lui
      4- Ha un torcicollo e lo cura con iniezioni di cortisone
      5- Veronica dichiara ai giornali: “Berlusconi non sta bene. Ho chiesto a quelli che gli stanno intorno di aiutarlo, ma non c’è stato nulla da fare…”

      Io non sono medico ma neppure analfabeta e se andate a cercare su Google CORTISONE EFFETTI COLLATERALI scoprirete che su questo ormone surrenale, che è uno steroide, cioè lo stesso che prendeva Schwarzenegger per diventare Mister Universo, c’è un’intera letteratura medica. È un medicinale circadiano, cioè dev’essere somministrato sempre alla stessa ora della notte (pure durante un festino?) per avere il suo effetto che provoca insonnia.
      E ci sono le sudorazioni, le depressioni e le euforie, i delirii di onnipotenza e tante altre cose.

      È tipico dei paesi a libertà limitata non conoscere le reali condizioni di salute del proprio premier.
      Perché deve succedere pure a noi?
      Mah.

      http://www.giornalismi.info/aldovincent

  • ma la chiamiamo "Veronica", per nome, così... perché siamo in confidenza o perché "così è di moda sui giornali"? :-) E "lui" allora vogliamo chiamarlo "Cavaliere"? Ma poi... vista tutta ’sta confidenza... passiamo a chiamarli tutti per nome ’sti personaggi? Certo che i "reality" di questi personaggi "da tv" han proprio oltrepassato il tubo catodico... A proposito, qualche novità in casa Simpson?

    • In questo paese dove prima o poi si sa tutto, si sa anche quando costa il gioiellino che per puro caso B si trovò in tasca quando per puro caso il suo aereo fece sosta a 3 minuti, sempre puro caso, dalla festa della ragazzetta:
      "6 milioni di euro"
      Il ciondolo è anche nella collezione di Sofia Loren, dunque è firmato
      Si vede che puro caso B gira con alcuni di questi gioiellini in tasca. E sempre per puro caso manda la sicurezza a perlustrare i locali che per puro caso gli capiterà di visitare
      Non voglio neanche chiedere quanti salari da call center o quanti ammortizzatori sociali da 40% dell’ultimo mese spalmati in un anno ci stanno in 6 milioni di €
      B è uso regalare collanine alle sue amanti, collier d’oro e diamanti con di solito un ciondolo a forma di farfalla. Seguono auto e appartamenti di prestigio, a salire, fino a Ministeri
      Qui la farfalla è la ragazzina stessa ed essendo il 3° regalo di compleanno che "la farfallina" riceve da papi, ne deduciamo che la "relazione" risale a quando lei aveva 15 anni, per cui poteva essere una farfallina in tutti i sensi
      Ora la ragazzina è fotogenica e sembra chissà che, ma dal vero risulta minuta e gracile e ben poco formosa, un po’ sul tipo di quelle bambine esili e mingherline che i turisti sessuali vanno a cercare in Asia perché anche questo è un vizio che ben poco ha a che fare con la normalità
      Si capisce che nella vasta offerta di donne adulte che B riceve, questo tipo di innocenza gracile e mingherlina possa avere il fascino della diversità
      Interrogata sulle sue aspirazioni, "l’innocenza" rivela:
       vorrei due puppe di misura molto superiore
       diventare velina o attrice
       oppure parlamentare
      Si immagina che i primi due requisiti siano funzionali al terzo
      Difficile capire se stupro ci fu, ma pensare che una ragazzina da poco maggiorenne possa avere questo come scopo nella vita, imitata, si immagina, da uno stuolo di ragazzine consimili, basta da solo a dare il quadro di cosa si possa intendere con stupro di gioventù

      viviana

    • Mi scuso, ovviamente la collanina costava 6000 euro (è l’abitudine di pensare in vecchie lire)
      viviana