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Via dall’Afghanistan ora. Via le basi USA dall’Italia
Publie le lunedì 29 gennaio 2007 par Open-Publishing
Incurante della volontà degli italiani/e, ribadita anche da recenti sondaggi (56% favorevole al ritiro dall’Afghanistan, 37% contrario), con lo stesso disprezzo manifestato verso il popolo vicentino che rifiuta l’ampliamento della base Usa, il governo ha varato il decreto per il rifinanziamento delle missioni militari, Afghanistan in primis, senza alcuna fantomatica “discontinuità”: i militari italiani dovrebbero restare a combattere una guerra che i comandi Nato annunciano sempre più cruenta.
Tre ministri non hanno votato ma hanno “apprezzato gli sforzi” di Prodi-D’Alema per salvare loro la faccia, sono “sicuri che si troverà un accordo” e non ci pensano nemmeno a “mettere in discussione il governo”. Dunque, il valore primo non è la pace ma il mantenimento in vita del governo, qualsiasi cosa faccia.
Perchè il centrosinistra sfida il suo stesso elettorato? Non è solo sudditanza agli USA: si vuole, grazie allo strumento militare, ingrandire il ruolo di "piccola potenza" dell’Italia, agevolando l’espansione nel mondo del capitalismo nazionale non in grado di competere con i soli strumenti economici. Insomma, il governo Prodi accetta la guerra permanente, cercando però di estendervi i proventi economici italiani.
Ed ora, con il ricatto “o Prodi o Berlusconi”, dobbiamo attenderci un’altra ingloriosa pantomima della “sinistra radicale”, quella che terrebbe “in ostaggio” il governo? Dichiarazioni roboanti e poi il cedimento di fronte a quattro soldi per la “cooperazione pacifica” o alla promessa di una fantascientifica Conferenza internazionale con i talebani?
Solo una grande mobilitazione popolare contro la guerra permanente e le sue ricadute in Italia può mutare la situazione, pur se i/le parlamentari eletti/e come “pacifisti integrali” dovrebbero avere un minimo di dignità e votare comunque contro la guerra e le sue basi.
Saremo tutti/e a Vicenza il 17 febbraio a fianco di una popolazione intera che rifiuta l’allargamento della base e la guerra. E prepareremo, con la più ampia unità possibile, una manifestazione nazionale a Roma, nella prima parte di marzo, per il ritiro immediato delle truppe dall’Afghanistan e dagli altri fronti di guerra, per la chiusura delle basi e il drastico abbattimento delle spese militari.
Piero Bernocchi
Confederazione COBAS

17 febbraio tutti a Vicenza: http://www.altravicenza.it
Tutti gli articoli e foto al link:
http://www.edoneo.org/NoBaseVicenza.html