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Vicenza. Appello alla mobilitiazione

Publie le venerdì 26 gennaio 2007 par Open-Publishing
9 commenti

17 FEBBRAIO: MANIFESTAZIONE NAZIONALE A VICENZA

IL FUTURO è NELLE NOSTRE MANI:
DIFENDIAMO LA TERRA PER UN DOMANI SENZA BASI DI GUERRA

Presidio Permanente, Vicenza
23 gennaio 2007

Dopo che per mesi Governo e Comune si sono rimpallati la responsabilità
della decisione, l’Esecutivo nazionale ha ceduto all’ultimatum statunitense:
«il Governo non si oppone alla nuova base Usa», ha sentenziato Romano Prodi.

Dopo appena due ore, migliaia di vicentini sfilavano per le strade del
centro cittadino. Chi pensava di aver chiuso la partita ha dovuto
ricredersi, perché Vicenza si è mobilitata, ha Invaso le strade, ha
costruito il presidio permanente.

Otto mesi di mobilitazioni, culminate con la grandiosa manifestazione dello
scorso 2 dicembre
quando 30 mila persone sfilarono dalla Ederle al Dal Molin, hanno
dimostrato la forte contrarietà della popolazione alla nuova installazione
militare. Ma il Governo, dopo aver più volte ribadito la centralità
dell’opinione della comunità locale, ha ceduto agli interessi economici e
militari.

In tutto questo pesa come un macigno anche la posizione dell’Amministrazione
Comunale che, forte dell’assenso dato dal Governo Berlusconi all’operazione,
prima ha nascosto ai cittadini il progetto per tre anni e poi, snobbando la
contrarietà della popolazione, lo ha approvato durante un Consiglio Comunale
blindato e contestato; infine ha negato ai cittadini la possibilità di
esprimersi attraverso il referendum.

Nonostante tutto questo a Vicenza è successo qualcosa di nuovo: Vicenza non
si è arresa alle imposizioni. In questo percorso abbiamo trovato donne e
uomini, studenti e anziani, lavoratori e professionisti; li abbiamo
incrociati nelle mobilitazioni, abbiamo discusso con loro alle assemblee
pubbliche ed ai convegni. Insieme abbiamo costruito il Presidio Permanente,
un luogo attraversato da migliaia di persone in pochi giorni.
Vicenza non si è arresa alle imposizioni.
Vicenza non vuole una nuova base militare al Dal Molin.
Vicenza si è mobilitata.

Migliaia di persone hanno occupato i binari della stazione appena due ore
dopo la conferenza stampa di Romano Prodi; e nei giorni successivi una serie
di iniziative, dalla manifestazione degli studenti ai presidi in Municipio e
in Prefettura, hanno confermato la determinazione dei cittadini.

La nostra città ha riscoperto la dimensione comunitaria e popolare, ha
riattivato le reti di solidarietà che in altri contesti - per esempio a
Scanzano Ionico o in Val di Susa - hanno permesso di fermare dei progetti
devastanti.

Da ogni parte d’Italia ci è arrivata un immensa solidarietà, un caloroso
sostegno. Manifestazioni e presidi si sono svoltI in questi giorni in ogni
angolo del Paese. Contro una scelta contrastata dalla comunità locale
ovunque si manifesta e si discute.

Il nostro cammino è appena all’inizio. Nulla si è concluso con l’espressione
del parere governativo.
Cittadini, associazioni e organizzazioni sindacali hanno deciso di opporsi;
molti parlamentari si sono auto-sospesi. Vicenza vuole fermare questo
scempio, se necessario anche seguendo l’invito di molti a mettere
pacificamente in gioco i propri corpi.
Vogliamo dare una voce unitaria, pacifica e determinata a questo sdegno.

Vicenza chiama tutti a mobilitarsi contro la militarizzazione di una città,
contro la costruzione di una base che sorgerà a meno di due chilometri dalla
basilica palladiana, consumerà tanta acqua quanta quella di cui hanno
bisogno 30 mila cittadini, costerà ai contribuenti milioni di euro (il 41%
delle spese di mantenimento delle basi militari Usa nel nostro territorio è
coperto dallo Stato Italiano), sarà l’avamposto per le future guerre.
Vicenza vuole costruire una grande manifestazione nazionale per il 17
febbraio; vogliamo colorare le nostre strade con le bandiere arcobaleno e
quelle contro il Dal Molin, ma anche con quelle per la difesa dei beni
comuni e della terra, del lavoro e della dignità e qualità della vita. Un
corteo plurale e popolare, capace di aggregare le tante sensibilità che in
questi mesi hanno deciso di contrastare il Dal Molin, perché siamo convinti
che le diversità siano un tesoro da valorizzare così come l’unità sia uno
strumento da ricercare per vincere questa sfida.

Ai politici e agli uomini di partito che condividono la responsabilità di
Governo locale e nazionale rivolgiamo l’invito a partecipare senza le
proprie bandiere; vi chiediamo un segno di rispetto verso le tante donne e i
tanti uomini che in questi giorni si sono sentiti traditi dai partiti e
dalle istituzioni;vi chiediamo, anche, di valorizzare la scelta di quanti,
in questi giorni, hanno scelto di dimettersi o auto-sospendersi in segno di
protesta. Una protesta che, auspichiamo, dovrà avere ulteriori riscontri se
il Governo non recederà dalle sue decisioni.

Noi siamo contro il Dal Molin per ragioni urbanistiche, ambientali, sociali;
ma, anche, perché ripudiamo la guerra. Proprio per questo non accettiamo
alcun vergognoso baratto con il rifinanziamento della missione in
Afghanistan.

La nostra lotta non si è esaurita. A Vicenza, il 17 febbraio, contro ogni
nuova base militare, per la desecretazione degli accordi bilaterali che
regolano la presenza delle basi, per la difesa della terra e dei beni
comuni, per un reale protagonismo delle comunità locali e dei cittadini.
Il futuro è nelle nostre mani: difendiamo la terra per un domani senza basi
di guerra. Il 17 febbraio tutti a Vicenza!

Presidio Permanente contro il Dal Molin

Per info e adesioni nodalmolin@libero.it

Web www.altravicenza.it

Messaggi

  • ma basta... la base a vicenza non fa alcun danno, anzi è solo utile per tutti... e prodi è un grande smettete di criticarlo sempre, non è affatto vero come scrivi te, che a vicenza tutti vogliono mandare via gli americani...

    • Ma basta te, se mai!
      La base a Vicenza non fa alcun danno? Certo, riempire un’area vastissima a ridosso di un centro abitato di strutture militari per centinaia o migliaia di soldati, con armi bombe e bombette varie, che danno può fare?
      La base è solo utile per tutti? Tutti chi? Per gli aspiranti lustrascarpe degli yankee? Secondo te la guerra è bella perchè porta lavoro, no? Allora anche la droga, la mafia, la pedofilia, anche quelle sono belle perchè fanno business, quindi creano lavoro!
      Prodi è un grande? Sì, un grande lecchino... e un grande tante altre cose che per carità di patria e di coalizione è meglio non dire!
      Ma basta te con le sciocchezze guerrafondaie... ti piacciono tanto i militaroni americani? Allora perché non ti arruoli volontario come addetto alle latrine in Iraq? Vedrai, vedrai come te la passerai bene...
      Vai, vai... fa’ un favore a te stesso e soprattutto a noi!

    • Non essere d’accordo non significa passare subito all’invettiva. E’ troppo facile, quando si é a corto di argomenti. Perché se di argomenti se ne ha, allora bisogna usarli. L’insulto non risolve nulla e danneggia chi lo fa, non chi lo riceve. Chi viene a Bella Ciao si aspetta un minimo di rispetto. Se ad ogni dissenso si ricevono pesci in faccia vuol dire che si vuole eliminare ogni possibile opposizione. Il ché é proprio della dittatura. Sbaglio o ho ragione?

  • Due, anzi tre incolli.
    Con buona *pace* di chi è dalla parte dell’altra Vicenza. Ad ognuno il suo posto, per certi sicuramente comodo e garantito.
    Comunque le mobilitazioni per il 17 febbraio si susseguono, ricordo che è consultabile il sito:
    www.altravicenza.it

    Doriana Goracci

    ^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
    Ai militanti dei partiti di sinistra

    Mi rivolgo a voi perché a mio parere il momento è di quelli topici e il
    vostro comportamento è centrale. Parlo dell’ampliamento della base Usa
    di Vicenza. Del fatto che il capo del Governo italiano è a favore e che
    i vostri partiti fanno parte della maggioranza.

    Sono sincero, ultimamente quando vi incontro faccio un po’ fatica a
    guardarvi in faccia. Il motivo è che vi vorrei come quelli di tre anni
    fa, quando spesso eravate voi a dare il là – con capacità ed esperienza
    – alla riuscita delle iniziative del Movimento. Oggi invece mi
    piacerebbe scuotervi come un sacchetto di biglie.

    Ma il punto non è quest’ultimo, che forse appare come semplice retorica e
    che magari vi interessa il giusto.

    Il problema riguarda voi stessi, cioè – se mi consentite - il vostro
    stesso guardarvi in faccia.

    A mio avviso, una cosa è certa: non ci sarà futuro che passerà sopra ai
    silenzi in merito alla politica di sciagura del governo Prodi. E’ adesso
    che bisogna chiamare i vostri partiti a essere pro Usa o pro Vicenza.

    Nel libro Lasciatemi morire, Piergiorgio Welby scrive: “Vorrei che i
    sogni perduti o abbandonati al mattino vicino al dentifricio, o quelli
    traditi per vigliaccheria o per calcolo cinico o per timore degli altri,
    ritrovassero la strada e rimanessero al mio fianco per farmi compagnia.
    E vorrei morire all’alba insieme a loro”.

    26/1/7 – Leopoldo BRUNO


    http://www.ildialogo.org/forum/forumRitiroAfga21122006.htm


    PER IL RITIRO DEI SOLDATI ITALIANI DALL’AFGHANISTAN E NON SOLO...

    Carissime/i,
    siamo gli estensori dell’"appello per il ritiro dei soldati italiani
    dall’Afghanistan" pubblicata sul sito "Il Dialogo
    <http://www.ildialogo.org/> ". La risposta che abbiamo ricevuto alla
    nostra iniziativa ci ha sorpresi molto positivamente, tante sono state
    le adesioni che abbiamo ricevuto.
    Abbiamo pensato che non potevamo lasciare tante risposte solo come firme
    in coda ad un appello. Le vicende vicentine, che vedono di nuovo tante
    donne e uomini
    cambiare le loro vite nella ricerca di un mondo libero dalla guerra e
    dagli eserciti, ci spingono a rivolgervi l’invito di trovarci insieme e
    discutere sul punto in cui siamo e sulle prospettive e obiettivi che ci
    proponiamo per il futuro.
    A partire dalla presenza di forze armate italiane in teatri di guerra,
    passando dalla costatazione che la guerra globale di Bush sta dilagando
    nel mondo, consci del concreto pericolo di una nuova guerra in Iran che
    vedrà probabilmente l’impiego di ordigni nucleari, sentiamo fortissima
    l’urgenza di trovarci insieme a quelli che con noi hanno condiviso il
    desiderio di vedere l’Italia ritirarsi da ogni scenario di guerra.

    Per questo vi invitiamo tutti a Vicenza, il 18 FEBBRAIO, il giorno
    successivo alla manifestazione che ci vedrà nella città veneta, ad una
    giornata di confronto e di dibattito. Abbiamo pensato di organizzare la
    giornata così:

    *

    mattino: ASSEMBLEA DEI FIRMATARI E SOSTENITORI DELL’APPELLO PER IL
    RITIRO DEI SOLDATI ITALIANI DALL’AFGHANISTAN in cui elaborare idee
    e proposte per il futuro del movimento contro la guerra.

    *

    pomeriggio: ASSEMBLEA DEI FIRMATARI E SOSTENITORI DELL’APPELLO
    "FERMIAMO CHI SCHERZA COL FUOCO ATOMICO". Il tema del nucleare e
    dei rischi che questo rappresenta per l’umanità sono terribilmente
    presenti e non possiamo fare a meno di sentire l’esigenza di
    lanciare una campagna per il bando di tutte le armi atomiche dal
    nostro territorio nazionale, eventualmente iniziando una raccolta
    di firme per una proposta di legge popolare che vieti la
    detenzione e la sosta di armi di distruzione di massa sul
    territorio nazionale.

    Questa sono una proposta e un invito nati dal basso, da donne e uomini
    di varie provenienze, che operano da anni con sensibilità diverse, ma
    con il desiderio comune di mettere al bando la guerra dalla storia e per
    costruire un mondo basato sulla pace e la nonviolenza. All’indomani di
    altri possibili scenari di guerra e di morte siamo convinti che non
    possiamo più aspettare, delegando solo alle forze politiche (che ci
    hanno deluso abbastanza) e ai cosiddetti rappresentanti dei movimenti,
    il futuro di tutti noi.
    Alla maniera che più ci appartiene vi proponiamo quindi di incontrarci
    per scrivere assieme, DAL BASSO, un’agenda comune per il futuro,
    iniziando ad ascoltare tutte e tutti, perché un altro mondo sia davvero
    possibile.
    Vi invieremo il programma definitivo e il luogo dell’incontro appena gli
    amici vicentini si saranno organizzati.
    Si sta provvedendo anche a trovare luoghi idonei al pernottamento tra il
    17 e il 18.
    Un saluto di pace e di speranza.

    Marco Sodi, Patrizia Creati, Letizia Santoni, Enzo Mazzi, Leonard
    Schaefer, Pierluigi Ontanetti, Doretta Cocchi, Tiziano Cardosi...

    info:
    3280339384
    3495211837
    anatole2003@libero.it

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    e per finire i ringraziamenti

    26/1/2007 - Bruxelles
    Afghanistan. D’Alema alla Nato: serve una conferenza internazionale. Usa: non c’e’ un no alla conferenza

    26/1/2007 - Roma
    Afghanistan. Il Consiglio dei ministri approva il rifinanziamento della missione. 310 mln di euro per le spese militari
    Bruxelles, 26 gennaio 2007
    Il segretario di Stato Condoleezza Rice ha ringraziato oggi il ministro degli Esteri, Massimo D’Alema, per le decisioni sulla base americana di Vicenza e sull’impegno in Afghanistan. Lo ha riferito oggi lo stesso D’Alema al termine della riunione dei capi delle diplomazie dei Paesi Nato che si è tenuta a Bruxelles.

    "Su Vicenza si tenga conto dei timori locali"

    "Ho avuto un colloquio cordiale con Condoleezza Rice - ha detto D’Alema - che ha espresso il ringraziamento del Governo degli Stati Uniti al Governo italiano per alcune difficili decisioni prese in questi giorni sull’Afghanistan e sull’allargamento della Base Usa a Vicenza, su cui ho raccomandato che gli Stati Uniti tengano conto nella definizione del progetto concreto delle preoccupazioni della popolazione di Vicenza quanto all’impatto urbanistico" dell’allargamento della base americana.

    • Fatemi capire:
      il popolo può esercitare i suoi diritti democratici in casi sporadici, praticamente solo col referendum (vietato in materia internazionale), salvo vederlo strozzare con spuntoni di legge fatti ad hoc, e, quando riesce a farne uno, non solo deve presentare un massiccio e improponibile numero legale, ma rischia di vederlo annullato da furbate varie come col No al finanziamento pubblico dei partiti
      Il Capo del Governo, invece, è assolutamente signore e padrone di fare i patti internazionali che crede, in segreto, a suo arbitro, all’insaputa del Governo, del Parlamento e dei cittadini
      E, per quanto lo stesso popolo abbia votato con referendum anche un deciso NO al nucleare (80,6%), deve tenersi 114 basi americane con 90 bombe atomiche, pagare le spese agli occupanti (400 mln di € l’anno), offrire caccia italiani al trasporto di armi nucleari e supportare gli stranieri in guerre aggressive di sterminio che noi non abbiamo mai deciso e che sono vietate dalla Costituzione
      Il Capo del Governo può sbattersene di tutto: dell’imperativo costituzionale, del Parlamento, dei Ministri e soprattutto può sbattersene dei cittadini, impegnandosi nei patti che gli pare con chi gli pare, mentre gironzola in un ranch o davanti a una bistecca texana
      E tutto questo lo chiamano democrazia!!!
      Io non vedo nessun differenza con l’Europa di Versailles in cui re e imperatori governavano a loro arbitrio, fregandosene dei popoli che, in quanto sudditi, potevano solo pagare e obbedire. Anzi, direi che siamo persino peggiorati, perché nessuno di questi monarchi assoluti avrebbe mai detto che era vincolato a un patto internazionale in virtù della decisione del suo predecessore
      A noi resta il contentino di fare una crocetta, ogni 5 anni, su una lista di nomi scelti da una ventina di capi clan. Lista che, visti i nomi, pare più un elenco di associati a Rebibbia che di persone onorevoli

      E dobbiamo anche vedere degli industrialotti che plaudono a futuri guadagni!
      E leggere di gente che considera la cosa del tutto insignificante o plaude a qualche posto di lavoro??! Ma in che paese siamo?

      viviana

    • In risposta al primo assurdo e vergognoso post, che non è degno nè di un italiano né di una persona dotata di intelligenza .
      Qualche mese fa, contro l’allargamento della base, sono scese in piazza a Vicenza 30.000 persone, il che su una popolazione di 100.000 abitanti è un numero di tutto rispetto, e allora la questione non era agitata a livello nazionale, ora quel numero è ancora più alto.
      Se a qualcuno pare che questo significhi che la maggioranza dei vincentini accoglie di buon grado la base, sarà meglio che vada da un neurologo a farsi esaminare o si faccia un corso serale di aritmetica.

      Vorrei inoltre ricordare che, nella più completa chetichella, si sta allargando anche la base di Sigonella che accoglierà 8.0000, dico 8.000, soldati americani!
      Il piano di Bush è di una evidenza sfrontata: spostare tutte le sue truppe di stanza in Europa nel nostro paese, approfittando dell’ostilità ormai palese degli altri paesi europei che gli chiedono più o meno apertamente di smantellare le basi e gli dicono dei No secchi su probabili allargamenti. Solo il servilismo vergognoso del governo italiano ha calato totalmente le brache lasciandogli libertà di azione, così il nostro paese diventerà il bersaglio ideale di qualsiasi operazione di ritorsione nucleare dei paesi attaccati.
      In pratica Berlusconi. Bush e Prodi hanno venduto questo paese con assoluto cinismo, facendone la piattaforma militarizzata per tutte le 49 guerre a "stati canaglia" che Bush ha già deciso per il controllo delle risorse energetiche mondiali.
      Dall’Italia partiranno gli attacchi missilistici all’Iran (che non starà con le mani in mano come Saddham ma userà le sue armi nucleari contro di noi) e partiranno gli attacchi agli stati petroliferi africani di cui il bombardamento della Somalia è stato il primo atto. Può darsi che i paesi africani non siano in grado di controbattere con bombe atomiche, ma non giureremmo che il milione di islamici sul nostro territorio starà con le mani in mano a vedere distruggere i loro paesi da bombe che partono dal Veneto o dalla Sicilia. E, dopo, sarà troppo tardi per piangere e appellarsi ai nuovi posti di lavoro sarà ancora più grottesco e insensato
      viviana

    • Secondo te di fronte ad una minaccia, come il terrorismo, bisogna calarsi le brache. Cosi’ fecero le democrazie europee negli anni trenta di fronte alla minaccia nazista. Leggi le prime quaranta pagine delle memorie di Churchill e capirai molte cose sull’incoscienza della Francia e dell’Inghilterra di fronte al riarmo della Germania. Col risultato che tutti conosciamo. Allora, i pacifisti si morsero le dita, ma erano già nei campi di concentramento. Idem per gli anni ottanta, quando i pacifisti gridavano "meglio rosso che morto" contro gli americani che volevano contrapporre i Pershing agli SS20 già di stanza all’Est. Ed é stato un Presidente americano di destra, militarista, come Reagan a dare la spallata definitiva all’impero sovietico. La minaccia si deve combattere con la minaccia di una ritorsione devastante, e questa deve essere credibile. E cosi’ che abbiamo avuto sessanta anni di pace in Europa All’Iran si deve far capire che deve cambiare rotta e che se si sogna di minacciare con la sua prossima arma nucleare qualsiasi stato occidentale, la risposta sarà mortale per lui e il suo paese. Solo cosi’ e non disarmando, si potrà convincerlo a diventare ragionevole, come ragionevole é diventato Gheddafi, dopo le sue azioni terroristiche contro il mondo occidentale e il successivo bombardamento da parte degli americani. Cosi’ gli USA hanno messo un termine all’aggressione serba contro la Bosnia, e a quella contro il Kosovo. E quando nessuno interviene, come nel Rwanda, allora si accusano gli occidentali di aver assistito vigliaccamente allo sterminio di un milione di uomini, donne e bambini. Viviamo in un mondo violento, in cui c’é chi é pronto a esercitare tale violenza se sa di farla franca. Prima di ricostruire il suo esercito, in violazione del trattato di Versailles, Hitler seppe che né la Francia né l’Inghilterra sarebbero intervenute per impedirglielo. Non lo fecero per amor di pace, si disse allora......

    • Ma quale amore di pace ?

      Non lo fecero per un motivo ben preciso, perchè Hitler poteva tornare utile in funzione anticomunista .....in funzione anti Urss .......e questo valeva anche per Mussolini, tanto ammirato per oltre un decennio proprio da Churchill ........

      E invece poi ....

      Nè più nè meno come i vari Bin Laden, talebani ecc. ecc. furono usati dagli Usa in Afghanistan contro i russi ed in Bosnia contro Milosevic ....

      Salvo poi ritrovarseli come nemici giurati .......quando il nemico principale non c’era più .......

      E la stessa cosa vale per Saddam che fu armato, sostenuto, foraggiato ( chi ricorda lo scandalo Bnl/Atlanta ?), in funzione antiiraniana e poi ....

      E adesso gli Usa stanno usando gli sciiti filoiraniani in Irak contro i sunniti, salvo poi ritrovarseli contro se eventualmente decideranno di attaccare l’ Iran ......

      Politiche demenziali,legate solo alle presunte convenienze coloniali immediate, senza guardare una spanna oltre il naso, sia negli anni trenta del secolo scorso sia oggi .......

      Keoma

    • Anche Stalin é stato foraggiato a dovere dagli americani durante la guerra. Certe alleanze strategiche (i patti col diavolo), come quella tra gli USA e Stalin o tra Stalin e Hitler, in tempo di crisi, rispondono a criteri di emergenza. Si firmano tappandosi il naso, e si sciolgono non appena la situazione é mutata. Peraltro, la tesi secondo la quale si permise alla Germania di Hitler di riarmarsi in funzione antisovietica, mi sembra infondata in quanto l’Unione Sovietica non rappresentava ancora una minacciai per il mondo occidentale altrimenti che come esempio di una rivoluzione proletaria che si cerco’ all’inizio degli anni venti di riprodurre in diversi paesi, (Italia, Germania, Francia) senza alcun successo, anzi, procurando reazioni di tipo fascista. Stalin era troppo occupato dai problemi interni e, del resto, elimino’ il fautore dell’esportazione della rivoluzione, Trotzky. Furono piuttosto le aspre critiche mosse in diversi ambienti sul peso eccessivo delle restrizioni e delle sanzioni imposte alla Germania dal trattato di Versailles e sull’umiliazione inflitta al popolo tedesco, a determinare un atteggiamento meno severo da parte dei vincitori. Ma il riarmo tedesco era iniziato con diversi sotterfugi già dalla fine del conflitto, per cui una volta al potere, Hitler poté lanciare la produzione bellica senza perdere tempo. Cio’ che Churchill chiedeva insistentemente alle potenze vincitrici in quel periodo era innanzitutto di non disarmare (la Germania chiedeva la parità di forze armate con la Francia), secondariamente di applicare alla lettera il trattato di pace per quanto riguardava l’entità delle forze armate tedesche (100.000 uomini al massimo e in servizio lungo (ossia niente ricambio), abolizone della leva, niente artiglieria pesante né carri armati, niente aviazione, marina ridotta all’osso). Ma gli fu risposto che questo avrebbe inasprito i rapporti con la Germania e ritardato il suo reinserimento nel consesso dei paesi "normali". Una valutazione carica di gravissime responsabilità: 55 milioni di morti, la distruzione di mezza Europa, l’olocausto.