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Vietate Manifestazioni... che razza di città sta diventando Bologna?
Publie le giovedì 8 dicembre 2005 par Open-PublishingNegli ultimi dieci anni non era mai successo che venissero vietate, quasi
in contemporanea, due manifestazioni politiche sicuramente non contrapposte
nei contenuti tra di loro.
Ecco di cosa si tratta:
– Per Sabato 10 dicembre, alle ore 16, il Coordinamento "Bologna città
aperta - Open Your Mind" ha promosso "Cannabis Parade 2005", una
manifestazione antiproibizionista alla sua terza edizione (il periodo in
cui si è svolta negli altri anni è sempre stato tra il 5 e il 12 di
Dicembre). Il cartello dei promotori riunisce Livello 57, TPO, Link,
CaCuBo, Sub Cave Scandellara, Covo e Sottotetto. Si tratta di un
appuntamento per ribadire il No alla Legge Fini sulle Droghe che apre la
strada alla punibilità penale dei consumatori e per tornare a porre la
questione degli spazi di aggregazione sociale e culturale in città. La
manifestazione prevede una prima parte con un piccolo corteo da Piazza San
Francesco a Piazza Maggiore e ritorno e una seconda parte con appuntamento
in via Rizzoli alle 22 da dove partiranno bus navetta per gli spazi
aderenti all’iniziativa dove, nel corso, della notte sono previsti una
serie di eventi al chiuso.
– Per Sabato 10 dicembre, alle ore 16, in Piazza Nettuno, il Coordinamento
"Facciamo Breccia" (composto da Antagonismogay, M.I.T. Movimento Identità
Transgender, Arcilesbica, Sexy Shock, Comunicattive, XM24, Unione Atei
Agnostici Razionalisti, Rete di Bologna contro la legge 40) ha organizzato
un sit-in dal titolo "Zona devaticanizzata", in occasione della giornata
internazionale per i diritti umani, per riaffermare il diritto
all’autodeterminazione sui propri corpi come diritto umano inalienabile, e
per ribadire la laicità dello Stato
Italiano rispetto soprattutto ad una serie di tematiche come PACS (coppie
di fatto), legge 194 sull’Interruzione Volontaria di Gravidanza, legge 40 e
Procreazione Medicalmente Assistita, utilizzo delle risorse pubbliche e
rapporto tra istituzioni politiche e istituzioni religiose. Sono previsti
banchetti con materiale informativo.
Nella giornata di ieri la Questura ha comunicato agli organizzatori e alle
organizzatrici il divieto dei due appuntamenti:
– il primo per ragioni d’ordine pubblico derivate dallo svolgimento del
Motor Show e dalla particolare giornata dedicata allo shopping natalizio;
– il secondo per ragioni d’ordine pubblico, in quanto la Questura non
sarebbe in grado di tutelare l’incolumità dei presenti al sit-in di Piazza
Nettuno, zona che potrebbe essere coinvolta in incidenti causati dai
partecipanti alla prima manifestazione non autorizzata (sic!).
Si tratta di due provvedimenti gravissimi che mettono a repentaglio uno dei
diritti principali previsti dalla Costituzione: il diritto a manifestare le
proprie idee.
E tutto questo per tutelare gli interessi del Motor Show (che non pochi
disagi sta provocando ai cittadini di Bologna, per via degli alti tassi di
inquinamento acustico e del traffico intenso che produce tutti i giorni
enormi ingorghi e blocca intere zone della città) e della lobby dei
commercianti che ha già avuto il "regalo" dello spegnimento di Sirio il
sabato e nel periodo natalizio.
FINO A DOVE SI VUOLE ARRIVARE?
Il restringimento degli spazi di democrazia in questa città sta diventando
un problema serissimo che non può preoccupare solo le persone che, di volta
in volta, cadono sotto la mannaia repressiva.
Bologna, nell’ultimo anno e mezzo, è diventata la città italiana con il
maggior numero di procedimenti e azioni penali per episodi di lotta
politica e sociale. L’ultimo in ordine di tempo, il rinvio a giudizio
contro 12 attivisti del Bologna Social Forum e del movimento per il corteo
del 18 gennaio 2003 contro Forza Nuova. La cosa curiosa è che nella stessa
settimana in cui è stato notificato il provvedimento, i fascisti di Forza
Nuova hanno potuto scorazzare indisturbati con la loro "ronda petroniana"
per il quartiere di Corticella, aggredendo un immigrato sotto gli occhi
della polizia.
Sono ancora fresche le manganellate finite sulle teste di studenti e
militanti della sinistra radicale, davanti al Comune lo scorso 24 ottobre
per impedire l’accesso alla sala del Consiglio Comunale (corollario di
quelle cariche poliziesche, 34 denunce).
E’ di questi giorni la notizia delle decine di multe (da 1033 euro l’una) a
un gruppo di una ventina di ambulanti senegalesi (con il permesso di
soggiorno e la licenza da ambulanti), che un tempo facevano parte del
"mercatino multietnico" e che, oggi, non possono più svolgere il loro
lavoro in città.
Tutti questi episodi sono i frutti e le conseguenze amare del tormentone
"legge & ordine" che attanaglia da mesi Bologna.
E, sicuramente, non siamo arrivati alla fine della spirale.
Quello che sta avvenendo in questi giorni in Valle Susa ci dovrebbe far
riflettere? Quando dovranno partire i cantieri del Passante Nord nel
territorio della pianura bolognese cosa ci aspetterà?
Coordinamento dei consiglieri dell’Altra Sinistra in Comune