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«Vietato incolpare gli imprenditori», dice il Corsera

Publie le giovedì 20 novembre 2008 par Open-Publishing

«Vietato incolpare gli imprenditori», dice il Corsera

di Tommaso De Berlanga

Una decisione storica, che cambia lo sguardo del diritto sul mondo del lavoro. L’amministratore delegato di una grande multinazionale come Thyssenkrupp è stato rinviato a giudizio per «omicidio volontario». Aveva scelto di non curare più l’ordinaria manutenzione in una fabbrica destinata alla chiusura, e quindi messo cinicamente nel conto - specie economico - la possibilità di incidenti più o meno gravi. Vale lo stesso per un genitore che lascia in giro la droga, se poi un bambino se la mangia e muore. Questa decisione giudiziaria fissa un precedente di fatto «rivoluzionario», ma di semplice buon senso sul piano giuridico. Non piacerà agli imprenditori, questo è certo. Specie a quelli - e non sono pochi - che provano nostalgia per i bei tempi dei «padroni delle ferriere». Fin qui, siamo nel campo del normale conflitto di interessi tra figure sociali - chi lavora e chi guadagna con l’impiego di lavoro altrui.

Poi irrompono i grandi media. Il Corriere della sera di ieri, forse dimentico della sua tradizionale - perlomeno nel dopoguerra - posizione «centrista» in quel conflitto, dedica ben due interviste a questa notizia. In una fa parlare l’avvocato difensore della Thyssenkrupp, nell’altra Michele Tiraboschi, giurista del lavoro e membro della «commissione di garanzia» per gli scioperi nei servizi pubblici (non proprio un avversario delle imprese...). Oltre al «pezzo» di cronaca ci sono solo le fotine dei sette (sette!) operai morti nel rogo di Torino e l’immagine festante - ma senza una sola parola - dei loro parenti. Un grande giornale ridotto a ufficio stampa del «collegio di difesa» in un processo di lavoro. Brutta fine.

Per contrasto, vogliamo invece citare la presa di posizione di un’associazione professionale fin qui in odor di destra, ma che nel conflitto sindacale in corso in Alitalia sta acquisendo (speriamo durevolmente) un punto di vista quasi «operaio». Fabio Berti, presidente dell’Anpac - il «capo» dei piloti - dettava ieri queste parole: «I pochi cittadini che plaudono a una possibile disfatta dei lavoratori Alitalia dovrebbero sapere che presto arriverà il loro turno, poiché questa vertenza è un banco di prova utile a stravolgere il sistema delle relazioni industriali e annullare le tutele del singolo». Nella crisi, in qualcuno si accende la luce della coscienza. In altri, si spegne.