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“Io ti assolvo”
E’ il titolo di un libro che mi accingo a rileggere, dopo appena aperto, perché il clima natalizio mi spinge verso il perdono delle altrui manchevolezze, pur non avendo mai percorso la strada della confessione neanche in sedi alle quali non riconosco alcuna autorità né potestà di assoluzione.
Dal retro della copertina del volume, scritto da Giordano Bruno Guerri ed edito da Baldini & Castoldi, riporto:
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Chi sono e cosa pensano veramente i sacerdoti?
In quale direzione cercano di spingere i fedeli?
In che modo la dottrina cattolica si stempera quotidianamente nella realtà delle parrocchie e della società?
L’unico mezzo per saperlo è quello usato da questo libro: l’autore ha girato tutta l’Italia per mesi, confessando ogni possibile peccato (dall’inquinamento all’aborto, dalla corruzione alla vita sessuale, dalla truffa al delitto di mafia), ovvero proponendo ai sacerdoti una vastissima gamma di casi umani sui quali tutti ci interroghiamo. Altrettanto hanno fatto, per disporre di confessioni al femminile, due sue collaboratrici. Ne sono risultate cento confessioni - a volte drammatiche, a volte commoventi, a volte grottesche - che dimostrano “sul campo” quanto la morale cattolica si discosti dall’etica laica, fino alla contrapposizione.
I sacerdoti orientano i fedeli non tanto verso un senso di responsabilità sociale (il “peccato” spesso è anche un reato) quanto verso valori che la società non riconosce più come tali: assolvono facilmente da peccati come la corruzione o l’omicidio (e invitano sempre a non costituirsi “perché Dio ti ha già perdonato …”), ma condannano senza appello, invece, i divorziati, gli omosessuali, i “fornicatori”.
Io ti assolvo - che contiene anche un avvincente saggio sulla storia della confessione - spiega sia il distacco di molti credenti dalla pratica religiosa, sia le responsabilità secolari della Chiesa nell’avere educato i cattolici a credere che del “peccato” si debba rendere conto soltanto a Dio ed ai suoi rappresentanti. I danni che ne derivano alla coscienza civile di un popolo sono incalcolabili ma sotto gli occhi di tutti, per esempio nel caso di una classe politica democratico-cristiana che riesce a far convivere serenamente corruzione, crimine e pratica religiosa.
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