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Violante: chi usa spie contro gli avversari è capace di tutto

Publie le martedì 14 marzo 2006 par Open-Publishing

Violante: chi usa spie contro
gli avversari è capace di tutto

Antonella Rampino

Presidente Violante, il centrodestra attacca l’Unione per la guerriglia di sabato scorso a Milano. Fini giudica non sufficiente la condanna di Prodi, Casini una vergogna che la sinistra candidi rappresentanti dei centri sociali. E questo per stare solo ad alcune dichiarazioni...
«Abbiamo testimoniato la nostra solidarietà alle forze di polizia aggredite da questi delinquenti, che non hanno nulla a che fare con i centri sociali storici, i
Luciano Violante
cui esponenti non erano lì, ma a Roma per una pacifica manifestazione contro la legge sulla droga. Parte organica della Casa delle Libertà è invece il partito che aveva organizzato la manifestazione di Milano, e che abitualmente esalta il fascismo ed inalbera simboli nazi-fascisti...»

L’onorevole La Russa ha già detto che accusare di fascismo la Fiamma Tricolore è fare del “veterofascismo”.
«No, guardi: il fascismo non è vetero, né neo. Il fascismo è fascismo e basta. E allora, ferma restando la più dura e severa condanna dei responsabili della guerriglia a Milano, il punto politico è che Berlusconi, Casini e Fini devono spiegare agli italiani come possono governare un paese moderno, antifascista e democratico assieme a quel tipo di alleati».

Però presidente Violante non si può ridurre il tutto a un rinfacciarsi alleati e responsabilità...
«Non è questo il caso. Bisogna ristabilire la verità: quelli che hanno attaccato la polizia a Milano non fanno parte dello schieramento di centrosinistra. Mentre quelli che a Milano hanno sfilato sotto i simboli del nazismo e del fascismo fanno parte della coalizione di centrodestra. E francamente non so perché sia stata autorizzata una manifestazione di quel tipo, in nessun Paese europeo lo sarebbe stata».

Bruno Ferrante, candidato sindaco di Milano dell’Unione, sostiene che quando era prefetto della città riusciva a mediare, e ad evitare gli incidenti. Dobbiamo pensare che si sia cercato lo scontro?
«Non ho alcun elemento per ritenere che si sia organizzato o consentito lo scontro. Ma su un punto sono preoccupato: forze che organizzano ed usano lo spionaggio contro la parte politica avversaria possono fare di tutto, e sono un pericolo per tutti».

Lei cita il caso di Alessandra Mussolini e Pietro Marrazzo spiati quando in ballo per Francesco Storace c’era la presidenza della Regione Lazio. Negli Stati Uniti per spionaggio politico è caduto Nixon, in Italia bastano le dimissioni del ministro della Sanità?
«Noi abbiamo chiesto che il ministro Pisanu venga in Parlamento, e martedì ribadiremo questa richiesta in sede di conferenza dei capigruppo della Camera. Chiederemo cosa si sta facendo per evitare che la campagna elettorale sia inquinata da queste forme di spionaggio di cui sin qui pare si sia avvalsa la destra. E’ bene che Pisanu, che fa parte di quello schieramento ma è stato un buon il ministro degli Interni, venga a dire con chiarezza come intendono difendere la correttezza della campagna elettorale».

Ma bastano le spiegazioni? Mussolini, che pure si candida sotto l’egida della Cdl, chiede che Storace non si presenti come capolista al Senato.
«Non voglio entrare in polemiche che riguardano gli avversari politici. Sto girando la Sicilia per la mia campagna elettorale, e trovo una regione che è l’emblema dell’incapacità di questo governo. Nel 2001 la Cdl ha portato in Parlamento 61 esponenti siciliani: lo sviluppo della Sicilia è precipitato. Il 25 per cento delle famiglie in questi ultimi cinque anni è sceso sotto la soglia della povertà. Centocinquantamila ragazzi diplomati e laureati hanno lasciato l’isola, è come se fosse scomparsa un’intera città. Questa è la crisi italiana. Sono stato ieri a Ballarò...».

Alla trasmissione di RaiTre?
«No, al mercato di Palermo, dove restano invendute arance bellissime che costano 70 centesimi al chilo, e così pure il pesce azzurro, freschissimo, a un euro. Non si vendono cose che nel resto d’Italia costano cinque, dieci volte tanto, perché non ci sono soldi. Per questo, ferma la condanna sui fatti di Milano, ferma la condanna per lo spionaggio politico, dobbiamo riportare la compezione elettorale sui temi naturali del confronto politico. Se Berlusconi facesse un giro nei mercati, se stesse in mezzo alla gente capirebbe molte cose dell’Italia vera. Invece lui è abituato a vivere nel teatrino dell’apparenza. Come si è visto anche nello scontro con Lucia Annunziata, quando è chiamato alla realtà sente il vento freddo della sconfitta, e perde la pazienza».

http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200603articoli/3114girata.asp