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Violante è impazzito

Publie le domenica 19 novembre 2006 par Open-Publishing
1 commento

di Piero Sansonetti

Luciano Violante, uno dei più prestigiosi leader dei Ds, ha presentato
un disegno di legge per l’inasprimento della Bossi-Fini. La Bossi-Fini è
quella legge studiata dal centrodestra per perseguitare gli immigrati,
che più volte è stata giudicata giuridicamente inconsistente da quasi
tutti gli esperti di diritto e da vari organismi internazionali. E’ la
peggior legge - la più biecamente reazionaria e xenofoba, scusate il
vocabolario, ma gli eufemismi a volte non aiutano - varata dal governo
Berlusconi. Nel programma dell’Unione c’era scritto che la Bossi-Fini va
cancellata. Come per molte altre leggi del centrodestra (la legge 30 sul
lavoro, la legge sul carcere per gli spinelli, quella di riforma della
scuola, eccetera) si è accesa nel centrosinistra - subito dopo le
elezioni - la discussione sulle due opzioni possibili: cancellare queste
leggi, come chiede la sinistra radicale, o semplicemente cambiarle,
modificarle, come chiede una parte della sinistra riformista e del
centro. A nessuno però era venuto in mente la possibilità che usando il
termine “cambiarle” si alludesse a un peggioramento, cioè a un
inasprimento delle leggi. Questa idea invece è venuta a Violante e a un
altro gruppetto di deputati diessini che hanno depositato un disegno di
legge che prevede, tra l’altro, il carcere per gli immigrati che
dichiarano false generalità e pene severissime (sei anni di galera, un
po’ più di quello che paga un italiano per uno stupro o qualcosa del
genere) per quelli che (usando l’acido o altri prodotti chimici)
modifichino le proprie impronte digitali. Naturalmente la legge
stabilisce anche l’obbligo, per gli stranieri che chiedono il permesso
di soggiorno, di lasciare le proprie impronte digitali (ma questo c’era
già nella Bossi Fini, però con una formulazione che a Violante è parsa
ambigua. Dice la Bossi-Fini: “saranno sottoposti a rilievi
fotodattiloscopici”. Violante ha preferito rafforzare il precetto:
“Dovranno essere sottoposti a rilievi fotodattiloscopici”. La proposta
di Violante ha suscitato l’entusiasmo del leghista Roberto Costa e di
Ignazio La Russa, An.

Qual è il senso della proposta di Violante? Ufficialmente quello di
combattere la microcriminalità, che nel nostro paese ha sempre
impressionato i benpensanti più della maxicriminalità. Di fatto la
proposta di Violante promuove nuovi e più sofisticati e duri strumenti
di persecuzione nei confronti di un “gruppo” specifico di residenti in
Italia: gli immigrati. Non mi sembra, per questa ragione, che sia una
forzatura parlare di proposta di legge xenofoba e razzista.

Si dirà: ma la legge punisce alcuni comportamenti, non alcuni gruppi
sociali, o nazionali o etnici. Perciò non è discriminatoria né razzista.
Alla fine dell’ottocento, in America - dopo la liberazione degli schiavi
e gli anni d’oro della “recostruction” - i gruppi politici conservatori
 spinti dalla forza delle organizzazioni razziste e del Ku Klux Klan -
vararono alcune leggi che colpivano i neri anche senza nominarli. Per
esempio - al fine di levare loro il diritto di voto, impedendo che
condizionassero il potere politico, negli Stati del Sud - si stabilì che
per partecipare alle elezioni bisognava iscriversi alle liste
elettorali, pagando una tassa abbastanza alta, e poi si doveva
dimostrare di essere alfabetizzati e istruiti, superando un esame
piuttosto difficile. Se l’esame non veniva superato, o la tassa non era
pagata, niente voto. Era noto che la popolazione nera aveva pochi soldi,
non poteva permettersi di pagare troppe tasse, ed era anche noto che,
essendo uscita da pochi anni dalla schiavitù, era nella sua stragrande
maggioranza analfabeta.

Lo spirito della legge Violante è quello: individuare i punti più deboli
della popolazione immigrata - cioè, soprattutto la difficoltà a ottenere
permessi di soggiorno e quindi la necessità di arrangiarsi con degli
strattagemmi per evitare espulsione - e colpire duro lì.

Ieri Mercedes Frias e Graziella Mascia, due deputate di Rifondazione,
hanno fatto notare come la proposta di Violante rientri in quel filone
di pensiero - fortemente reazionario, molto liberista e pochissimo
liberale - che considera l’immigrazione come una pura risorsa economica,
da razionalizzare e da volgere a vantaggio degli italiani. “Vengano per
servirci, e obbediscano”. Escludendo dal problema immigrazione i due
aspetti più significativi: la personalità degli immigrati - dei singoli
immigrati - e la necessità di assicurare loro diritti uguali a quelli
dei cittadini italiani. Questo filone di pensiero - soprattutto di
destra, ma che talvolta si affaccia anche a sinistra - è di origine
schiavista ed è la sintesi del cinismo politico assoluto.

15 novembre 2006

Messaggi

  • mi stupisco dello stupore. è la storia di violante a parlare da sola! questo signore non ha mai preso una posizione condivisibile! ma avevi forse dimenticato la sua riabilitazione dei ragazzi di salò? le impronte dovrebbero essergli date... in faccia! tocca dire! ma ragazzi gente come lui è oggettivamente di destra, occorre insistere oltre su questo?